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APRILE 2022 AUTOMAZIONE OGGI 437 | 109 laviana Calignano è la ragazza tecnologica di questo mese. L’abbiamo incontrata e le chie- diamo, come sempre curiosi e desiderosi di informarci, il suo percorso e i suoi tecnologici progetti. Nel 2005 Flaviana si laurea in Ingegneria Gestionale, orienta- mento Industria, presso il Po- litecnico di Torino e nel 2009 consegue il Dottorato di Ricerca in Ingegneria dei Sistemi per la Produzione Industriale sempre al Politecnico di Torino. Oggi è Professore Associato al Diparti- mento di Ingegneria Gestionale e della Produzione (Digep) del Politecnico e lavora all’interno del Centro Interdipartimentale Inte- grated Additive Manufacturing (IAM@PoliTo) dell’Istituto. Dal 2012 al 2017 ha lavorato invece presso l’Istituto Italiano di Tecno- logia (IIT) nella sede di Torino. Parlaci del progetto: cosa ti ha appassionato di più? “Fino al 2009” ci racconta Fla- viana “mi sono occupata prin- cipalmente di applicazioni di reverse engineering nell’ambito maxillo- facciale al Politecnico di Torino in colla- borazione con le Molinette. Lo studio era focalizzato sull’individuazione di un metodo scientifico per identificare le variazioni del tessuto molle nelle persone che subivano un intervento di ricostruzione maxillo-facciale. Dal 2009 mi sono spostata come argomento sul 3D printing e dal 2012 lavoro sulle tec- nologie additive laser a letto di polvere me- tallico, normalmente conosciuta con la sigla SLM, dall’inglese Selective Laser Melting, o LPBF, Laser Powder Bed Fusion, diventando una dei principali esperti italiani su questa tecnologia. Seppur sono passati tanti anni, c’è ancora tanto da scoprire e tante sfide da superare per realizzare componenti di vari settori industriali sempre più complessi e funzionali, ma soprattutto per rendere il pro- cesso sostenibile sia economicamente sia a livello ambientale. Ogni giorno è come se fosse un nuovo lavoro, una nuova scoperta. Nulla è ripetitivo e quando finisce un ‘job’ (il termine utilizzato per indicare una lavora- zione), c’è sempre quell’eccitazione fanciul- lesca di vedere sbucare da sotto quel letto di polvere metallica, quel componente così particolare e così unico che, se poi non viene fuori tutto intero, perché è crollato durante la costruzione, lascia il posto alla tristezza e, al contempo, alla necessità di elaborare la sconfitta per poi sentire nascere dentro di nuovo l’energia della sfida di riprovarci e riuscirci”. Quali sono le applicazioni in ambito automatico e/o tecnologico? “Le applicazioni riguardano le tecnologie di fabbricazione additiva, o AM (additive ma- nufacturing), sia metallico che polimerico. A queste si aggiunge la parte di ispezione e controllo della qualità con strumenti di reverse engineering quali gli scanner 3D a luce strutturata e la tomografia computeriz- zata (TAC industriale). Quindi le applicazioni riguardano vari settori, il medicale, l’aero- spazio, il satellitare, l’automotive, l’arte e la gioielleria”. Quali sviluppi vedi nel breve e lungo periodo? “Cercare di rendere il processo di Lpbf meno dipendente dall’esperienza dell’operatore e più automatizzato, almeno per certe fasi del processo, in modo che possa essere sempre più adottabile soprattutto dalle industrie” conclude Calignano. “A questo si aggiunge la necessità di renderlo sostenibile a 360 gradi, dalla produzione della polvere fino al rici- claggio del componente giunto a fine vita”. F Lucilla La Puma AUTOMAZIONE OGGI TECH BOYS AND GIRLS
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