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Robotica un testo venga pronunciata da InMoov, e quindi dal computer a cui è collegato, ho scelto di inte- grare un altro servizio cloud, questa volta fornito da Amazon (AWS), un ‘text to speech’ con la voce di ‘Giorgio’ che ha una sintesi vocale eccellente. Sentiment Analysis Per riproporre il ‘sentimento’ a InMoov ho utiliz- zato un microservizio fornito da Microsoft Azure, il Text Analytics. Questa suite di microservizi offre diverse possibilità, tra cui appunto quella di poter estrapolare da un testo fornito in ingresso un punteggio decimale tra 0 e 1 da interpretare come gradazioni di sentimento dal negativo (più vicino allo zero) al neutrale (intorno allo 0,5) al positivo (vicino a 1). Per aggiungere un feedback visivo del sentiment rilevato dal robot attraverso il micoservizio Azure, ho disposto che i led lumi- nosi montati sul suo addome si colorassero di rosso in caso di sentiment negativo e di verde nel caso di sentiment positivo. A fronte di una qualsi- asi interazione vocale il testo acquisito viene fatto processare dal microservizio Text Analytics, oltre che da quello di IBM Watson. Se il secondo tra- duce la frase in un’intenzione ed eventualmente unmovimento del robot, parallelamente il primo è in grado di rilevare se nel testo è presente un sentimento negativo o positivo e, nel caso di va- riazione di sentiment, invia a una terza scheda Arduino dedicata esclusivamente al controllo delle luci led, la sequenza di caratteri Ascii corri- spondente al colore da emettere. Interazione con lo spazio circostante Oltre a sentire e a vedere, InMoov è progettato per interagire con lo spazio circostante, attra- verso un sensore Kinect montato a livello del basso torace. Questo sensore viene normal- mente utilizzato per aumentare il livello di inte- rattività uomo-macchina su alcuni videogiochi, intercettando il movimento del corpo dei gio- catori disposti di fronte al sensore. A bordo di InMoov, invece, questo sensore viene utilizzato dal software installato sul tablet per tracciare i movimenti del corpo e inviare al computer la posizione nello spazio tridimensionale di cia- scuna delle venti giunzioni che questo sensore è in grado di rilevare. Ogni nuova posizione viene tradotta in movimenti rotatori dei servo- motori interessati con il risultato di far replicare al robot esattamente gli stessi movimenti degli arti di chi sta di fronte. Insieme a Kinect, InMoov monta un sensore PIR a infrarossi che comunica ad Arduino ogni variazione volumetrica tra sé e lo spazio immediatamente di fronte a sé. Una delle applicazioni po- trebbe essere quella di attivare il robot con un movimento o un sa- luto quando rileva che qualcuno gli si sta avvicinando. Finito o infinito? Quanti movimenti può fare InMoov? A quante interazioni vo- cali è in grado di rispondere coe- rentemente? Può interagire con altri dispositivi omicroservizi? Pos- siamo dire che questa opera è fi- nita? La risposta è sì. Questo robot è discreto e fa un numero finito di cose, seppur come combinazione o permutazione di numerosissime opzioni. Però, allo stesso tempo, i confini di questo suo essere finito possono essere allargati continua- mente potenziandone le capacità e il livello di sofisticazione nel reg- gere una conversazione. Come è possibile? Come un computer. Alla sequenza finita di intenti che potremmo definire built-in, cui in prima battuta questo esemplare è in grado di reagire, è possibile in- fatti aggiungerne altri. InMoov è dotato di un database relazionale che rappresenta la memoria sto- rica del robot, la sua esperienza, le cose che conosce e le cose che sa fare. Ma oltre alle sue capacità e alle sue conoscenze, questo database rappresenta anche il suo potenziale, ossia ciò che po- trebbe saper fare o conoscere in futuro. Al momento in cui questo articolo è scritto, questo database contiene sostanzialmente due cataloghi: quello dei volti che il robot nel tempo ha imparato a riconoscere e quello degli in- tenti ossia delle intenzioni che un utente può voler comunicare e a cui eventualmente può voler dar seguito con un’azione da parte del robot. Certo può sempre imparare e ‘crescere’. Talentia Software - www.talentia-software.com/en/ PV Next Combiner box di nuova generazione Con PV Next, Weidmüller offre il primo concetto di combiner box al mondo basato su un design standardizzato di circuiti stampati. I vantaggi: semplicità, sicurezza, risparmio di tempo e riduzione dei costi . Questa soluzione innovativa soddisfa circa il 75% dei requisiti standard attuali, consentendo agli installatori del settore FV di lavorare più rapidamente e a costi inferiori. La tecnologia PUSH IN integrata riduce i tempi di assemblaggio , diminuendo il rischio di errori e le relative conseguenze.

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