AO_436
Rassegna AUTOMAZIONE OGGI 64 | MARZO 2022 AUTOMAZIONE OGGI 436 A cura di Ilaria De Poli Parliamo di ‘sensori intelligenti’, ovvero che, oltre alla capacità di effettuare misurazioni e rilevare grandezze, sono in grado di raccogliere i dati a contorno e trasmetterli ai livelli superiori per successive elaborazioni, abilitando soluzioni IoT e di Industria 4.0 Va di moda associare al sostantivo ‘sensore’l’aggettivo ‘intelligente’. In realtà, non si può fare riferimento a una definizione precisa che distingue il sensore tradizionale, ovvero “dispositivo meccanico, elettronico o chimico, che in apparecchiature o meccanismi rileva i valori di una grandezza fisica e ne trasmette le variazioni a un sistema di misurazione o di controllo”, dallo ‘smart sensor’. Che cosa, dunque, si intende per sensore intelligente? A partire dagli anni ’90 del secolo scorso fino all’avvento di Industria 4.0, e più in generale del processo galoppante della digi- talizzazione, si definivano comunemente sensori intelligenti le apparecchiature che comprendevano, oltre al sensore fisico, una scheda elettronica capace di trasmettere, insieme alla misura, informazioni aggiuntive, quali il time stamp, la tag, l’unità di misura e altri dati opzionali, specifici del costruttore. Queste informazioni venivano trasmesse tramite protocolli di comunicazione quali Profibus PA, Foundation Fieldbus e altri. Alcune di queste apparecchiature contenevano, e contengono, algoritmi, poco usati nella pratica, per l’elaborazione distribuita delle informazioni, per esempio i PID. Con l’avvento di Industria 4.0 e, più in generale, della digitalizzazione si è reso necessario raccogliere una grande quantità di dati necessari per la virtualizzazione, le simulazioni, il tracciamento in ambito industriale, sanitario, commerciale, di marketing ecc. Ciò ha implicato e implica la diffusione esponenziale di sensori di ogni tipo. Da quelli a bassissimo costo, interconnessi o stand alone, a quelli sofisticati e costosi, oltre alle soluzioni multi-sensoriali. È il mondo dell’IoT, della fabbrica interconnessa dove sensori, macchine e persone possono comunicare fra loro in realtime, ma è anche il mondo, non il solo, che produce milioni di dati che saranno successivamente selezionati, aggregati ed elaborati tramite infrastrutture e tecniche di ultima generazione. L’archivia- zione, il trattamento e l’elaborazione dei dati raccolti può avvenire in diverse sedi e con diversi algoritmi di AI, dai database locali agli edge computing, fino al cloud. Con le tecniche di machine learning, con reti neurali o con le più complesse elaborazioni del deep learning. Da qualche tempo sono presenti sul mercato anche piattaforme embedded che implementano algoritmi di AI. Si tratta di specifici microcontrollori, a basso consumo, che provvedono all’acquisizione, elaborazione e trasmissione dei dati direttamente sul e dal luogo in cui questi vengono prodotti. Considerando ancora la mancanza di una definizione del concetto di‘sensori intelligenti’, quindi, potremmo affermare che il mondo dei Big Data è basato su di essi, più correttamente, che è basato su sistemi intelligenti che provvedono al trattamento e all’elabora- zione dei dati e lasciano ai sensori il compito storico della loro acquisizione. Può essere questa la nostra definizione di smart sensor. di Evaldo Bartaloni, Comitato tecnico di Automazione Oggi e Fieldbus&Networs Smart sensor @depoli_ilaria FonteShutterstock
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