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Panorama AUTOMAZIONE OGGI 30 | MARZO 2022 AUTOMAZIONE OGGI 436 grigio rispetto al verde: l’idrogeno prodotto da fossili ha costi che vanno da 1,2 a 1,4 euro al kg, contro i 3-5 euro al kg del Green Hydrogen. Sono numerosi però gli studi che prevedono una forte riduzione del costo degli elettroliz- zatori e un possibile breakeven verso il 2030, molto lusinghiero se si considera quanto affer- mava Marco Alverà, amministratore delegato di Snam, nel suo brillante saggio ‘Rivoluzione idrogeno’: “la domanda di idrogeno pulito co- mincia a crescere quando si arriva a un costo di 3 dollari al kg e raggiunge il punto di svolta (tipping point) a 2 dollari al kg, quando l’i- drogeno diventa competitivo in mercati che valgono centinaia di miliardi di dollari e può continuare a crescere senza più alcun tipo di supporto. Questo è il premio per chi investe oggi nell’idrogeno”. È chiaro anche che tutto ciò richiederà la messa in campo di robusti e decisi piani coor- dinati e di intelligenti strategie nazionali e so- vranazionali. E bisogna dire che l’Europa si sta muovendo nella giusta direzione nell’ambito dell’European Green Deal che ha basato la sua strategia su tre pilastri: circolarità del sistema energia, con al centro l’efficienza energetica; maggior elettrificazione diretta degli utenti fi- nali; dove l’elettrificazione risulta difficoltosa, promozione di energie pulite e rinnovabili tra cui in primis idrogeno e biocarburanti. In particolare, il Piano per l’idrogeno pulito della Commissione Europea prevede tre step: l’in- stallazione di elettrolizzatori per 6 GW entro il 2024; l’aggiunta di impianti per altri 40 GW nei sei anni successivi; la piena applicazione di questa tecnologia in tutti i settori entro il 2050. Per quanto riguarda l’Italia, le linee guida del novembre 2020 - primo passo della più orga- nica strategia nazionale sull’idrogeno - preve- dono che si arrivi a produrre entro il 2030 una quantità di idrogeno verde sufficiente a co- prire il 2% della domanda energetica, pari a 0,7 Mton/anno; ciò richiede la messa in funzione di elettrolizzatori per circa 5 GW per un inve- stimento previsto di circa 10 miliardi di euro. Interessante in proposito, lo studio ‘Strate- gia italiana sull’idrogeno: quale impatto sul sistema elettrico?’ elaborato dal Gruppo Cesi (Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano) che spiega come l’idrogeno verde possa rag- giungere quell’obiettivo e dove debbano essere collocati geograficamente gli elettro- lizzatori. Lo studio analizza quattro possibili scenari di implementazione per la produzione, trasporto e consumo di idrogeno verde, sud- dividendoli in due macro-aree: una vede gli elettrolizzatori e gli impianti di fonti rinnova- bili entrambi installati presso i centri di con- sumo (fabbriche, città ecc.) e non connessi alla rete (off-grid); l’altra comprende diverse configurazioni di connessione alla rete: im- pianti decentralizzati ma connessi; impianti di fonti rinnovabili in aree più favorevoli con l’elettricità che viene trasportata attraverso l’infrastruttura di rete agli elettrolizzatori, a loro volta installati vicino ai siti di domanda di idrogeno; elettrolizzatori e impianti collocati nella stessa area con trasporto di idrogeno ai siti di domanda tramite nuove apposite pipe- line o retrofit di pipeline a gas. Il risultato dell’analisi indica che gli scenari con connessione alla rete rappresentano una soluzione migliore rispetto allo scenario non connesso; in particolare, la soluzione più eco- nomica sembra quella ‘rappresentata dagli elettrolizzatori ad alta flessibilità in configu- razione decentralizzata e connessa alla rete e nello scenario trasporto di elettricità, con un costo totale dell’idrogeno di 3,3 euro per kg di H₂’. Per il futuro, quando la domanda di idrogeno sarà maggiore e la posizione di siti di consumo sarà più precisa, lo studio propone di ‘rivalutare gli investimenti in un’infrastrut- tura di trasporto pienamente dedicata all’i- drogeno, soprattutto nel caso si possa fare un ricorso esteso al repurposing di gasdotti esi- stenti, anziché costruire nuovi idrogenodotti’. Quest’ultima indicazione del Cesi si raccorda con una proposta più volte avanzata da Al- verà che, nel saggio citato, osservava che “con la decarbonizzazione dobbiamo trovare un modo di accogliere molta più energia solare ed eolica nella rete elettrica e portare l’elet- tricità rinnovabile nei settori finora serviti da carbone, petrolio e gas. La rete di trasmissione del gas può aiutare la rete elettrica a far fronte a queste sfide”. E aggiungeva: “L’elemento che permette di connettere la rete del gas a quella elettrica è proprio l’idrogeno, che può essere prodotto da elettricità verde […] o da gas na- turale, trasportato tramite la rete gas (misce- lato al gas o in versione pura con modifiche agli impianti esistenti), bruciato per generare energia elettrica (senza emettere CO₂) e infine utilizzato nei settori difficili da elettrificare. L’i- drogeno è l’elemento che consente alle due reti di lavorare come un’unica grande rete in- terconnessa, capace di trasportare, stoccare, trasformare e distribuire energia rinnovabile in forme diverse e con una continua ottimiz- zazione in termini di costo e sicurezza di ap- provvigionamento”. Foto fonte Shutterstock
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