435

GENNAIO-FEBBRAIO 2022 AUTOMAZIONE OGGI 435 | 95 iamo in dicembre, ma qui il sole splende e la temperatura è di 38 °C. Infatti mi trovo in Florida, ap- prodato sulle spiagge del Golfo insieme ad altre 700 persone per partecipare a due eventi, la IMC - International Maintenance Conference e la Reliability 4.0 Conference. Si tratta della meno ‘interna- zionale’ delle 35 edizioni della conferenza IMC, a causa del Covid-19. Il tema della ‘diver- sity’ domina però. Anche senza il solito parterre variopinto, con il pubblico proveniente dal Sud America e dall’Asia, le diversità di genere ed etnia nonmancano. Le donne in platea sono molte. Un ultimo aspetto riguarda la tecnologia, molto sofisticata. Le discussioni sul cloud si spre- cano, quanto quelle sulle mo- dalità di lavoro. Nel 1985 ho diretto un gruppo di lavoro presso un piccolo co- struttore di macchine automa- tizzate. Avevamo bisogno di un project manager. Il migliore candidato che abbiamo trovato era di sesso femminile. Sfortu- natamente, nessuno dei nostri clienti aveva mai lavorato con un project manager donna. All’inizio ho dovuto fare opera di convinci- mento presso i clienti e poi la nostra can- didata ha dovuto convincerli ‘sul campo’, dimostrando le sue competenze sul lavoro. In 35 anni siamo stati testimoni di una grande trasformazione. Il mese scorso ho avuto modo di incontrare Christine Barnhart, nuovo VP Product Strategy e Go-To-Market di Verusan, per parlare del percorso lavora- tivo e di carriera che una donna può com- piere in ambito ingegneristico. Christine mi ha detto che ha dovuto svilup- pare la giusta attitudine e imparare a gestire le relazioni con gli altri soggetti. Questo l’ha aiutata nel suo primo lavoro, dopo aver con- seguito la laurea, quando si è occupata di manutenzione alla Whirlpool. Posso capirla. I neolaureati in ingegneria sono sempre ac- colti con sospetto da quelli che già lavorano. Andiamo poi indietro di una ventina d’anni. Allora le donne rappresentavano una vera rarità. Mi ha detto: “Non ho mai avuto l’at- teggiamento di chi pensa di saperne sempre più degli altri”. Questo tipo di approccio nella vita può portare davvero molto lontano. Il 5G non è cosa da smartphone Quando Apple ha lanciato sul mercato il suo primo iPhone con connettività 5G, simulta- neamente pubblicizzato da AT&T, i ‘massimi esperti’ di tecnologia, riferimento per i clienti, gongolavano al solo pensiero della velocità ultra-rapida e delle capacità incredibili dei loro nuovi telefoni. Ma non è stato così. E anche adesso, non è proprio così. Ho scritto a uno di questi super esperti di Apple eviden- ziando come la maggior parte dei vantaggi del 5G abbia poco a che fare con il suo iPhone. Ecco qui una storia che fa capire quale sia il vero potenziale delle reti 5G. Nokia ha sviluppato una rete wireless 5G privata standalone per Volkswagen, nel sito produttivo più importante per la casa au- tomobilistica, a Wolfsburg, in Germania. La rete del campus privato utilizza la soluzione DAC (Digital Automation Cloud) di Nokia per fornire connettività affidabile, sicura e in tempo reale e consentire a Volkswagen di sperimentare nuovi casi d’uso nell’ambito del concetto di ‘fabbrica intelligente’. La rete wireless 5G privata di livello indu- striale copre il centro di sviluppo della pro- duzione e la sala pilota del sito di Wolfsburg. Con un progetto pilota, Volkswagen intende provare se la tecnologia 5G soddisfa i severi requisiti legati alla produzione dei veicoli, con l’obiettivo di aumentare l’efficienza e la flessibilità della futura produzione in serie. A ciascuno il suo problema L’Internet of Things ha cominciato a guada- gnare terreno circa un decennio fa o poco più. Le aziende hanno subodorato un’opportunità di business. I piccoli produttori di controlli, strumentazione e software hanno cominciato a sviluppare delle strategie. Grandi società del mondo IT hanno pensato che sarebbe stato semplice impiegare i loro PC o adattare le tecnologie di elaborazione ai gateway IoT o ai dispositivi di edge computing. Ci si è chiesti se le piattaforme IoT avrebbero rimpiazzato i sistemi Scada. La risposta è ‘no’. Ogni tecnologia trova la sua nicchia applicativa, dove risponde al giu- sto problema dell’utente. Gli Scada funzio- nano bene a livello di impianto e macchina. Le piattaforme IoT offrono una connessione più ampia, che va anche dal sensore al cloud, superando il livello di controllo. L’una risolve il problema dell’interfaccia operatore con la macchina o il processo, l’altra risolve il pro- blema di raccogliere dati sufficienti in modo che si possano prendere decisioni tempe- stive e consapevoli. Va’ e fai la differenza! S Gary Mintchell , gary@TheManufacturingConnection.com , consulente ed esperto di tecnologia, fondatore e responsabile di The Manufacturing Connection ( www.TheManufacturingConnection.com ) , puoi seguirlo su Twitter @garymintchell AUTOMAZIONE OGGI AUTOMAZIONE USA Diversity: essere diversi per ‘fare la differenza’

RkJQdWJsaXNoZXIy Mzg4NjYz