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Tutorial AUTOMAZIONE OGGI Sergio Galeani, Comitato tecnico di Automazione Oggi e Fieldbus&Networks Tracciamo un ‘identikit’ essenziale dell’Intelligent Automation, cercando di sottolinearne alcune caratteristiche fondamentali e prospettive per il prossimo futuro Intelligent Automation L’Intelligent Automation realizza un’automazione end-to-end dei processi produttivi con l’obiettivo di produrre meglio e ridurre i costi 90 | GENNAIO-FEBBRAIO 2022 AUTOMAZIONE OGGI 435 I n un recente intervento al WEF-World Eco- nomic Forum, Pascal Bornet, uno dei pio- nieri e maggiori esperti internazionali sul tema dell’Intelligent Automation, oltre che autore del primo libro sull’argomento, ha definito l’Intelligent Automation come uname- todologia che, coinvolgendo persone, organiz- zazioni e tecnologie, realizza un’automazione end-to-end dei processi produttivi con l’obiet- tivo di produrre meglio e ridurre i costi. Tutto questo migliorando al contempo l’esperienza di interazione con l’azienda, sia all’interno, per i dipendenti, che all’esterno, per i clienti. Insom- ma, c’è la promessa di una situazione ‘win-win’ su tutti i fronti, tanto che molte aziende leader ormai percepiscono l’investimento in IA come strategico per la propria crescita all’interno di mercati sempre più competitivi. Ingredienti di base: l’automazione ‘non intelligente’ Da un punto di vista meramente meccanici- stico l’IA, Intelligent Automation, anche nota come ‘Hyperautomation’, è la naturale inte- grazione di diverse tecnologie che negli ultimi anni si sono diffuse in molteplici ambiti indu- striali. In particolare, il BPM (Business Process Management), la RPA (Robotic Process Auto- mation) e la AI (Artificial Intelligence), declinata in numerose forme. Tuttavia, come spesso ac- cade, da un punto di vista più olistico si scopre che l’insieme è più della somma delle singole parti. E, in effetti, il fenomeno ‘emergente’ che risulta dall’interazione sinergica delle diverse tecnologie amplifica enormemente i vantaggi fornite da ciascuna di esse, a tal punto che la IA è spesso considerata come il tassello fonda- mentale della trasformazione digitale e l’ele- mento chiave per la realizzazione della Quarta Rivoluzione Industriale. Per capire meglio tali affermazioni procediamo con ordine, analiz- zando prima le singole parti. Il BPM, anche noto come ‘Workflow Automa- tion’, è un insieme di tecniche e software che consentono di descrivere con precisione i singoli processi produttivi, individuando e se- quenzializzando in maniera accurata i passi e gli attori coinvolti. Ciò rende il processo traccia- bile e ripetibile, automatizzando le transizioni fra le varie fasi e coinvolgendo in modo ordi- nato e secondo necessità i responsabili, tipica- mente umani, delle fasi in questione. La RPA, anche detta ‘Software Robotics’, si focalizza invece sull’assolvimento di singoli compiti di natura ripetitiva, che hanno luogo solitamente nel back-office mediante l’utilizzo di bot, anche se l’uso nel front-office si sta pro- gressivamente estendendo, per esempio me- diante l’uso di chatbot. Attraverso l’impiego di script e di opportune configurazioni la RPA può interfacciarsi con i diversi software aziendali e orchestrare le operazioni richieste, liberando da tali compiti l’operatore umano. L’esempio tipico di utilizzo di BPM e RPA in un ambito di automazione ‘non intelligente’, o pre-IA, è nella gestione di un processo di approvvigionamento di una materia prima o di un semilavorato. Tipicamente, la richiesta di acquisto viene formulata in un reparto di Fonte Shutterstock

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