433 - Automazione Oggi - Ottobre 2021

OTTOBRE 2021 AUTOMAZIONE OGGI 433 92 Lucilla La Puma TECH BOYS AND GIRLS empre di più la sinergia tra competenze e settori apparentemente diversi tra loro danno una sostanziale spinta al progresso e alla scienza. E sempre più spesso assistiamo all’interconnessione tra medicina e ingegneria informatica. L’intervista di questo mese riguarda appunto la robotica applicata alla clinica e ce ne parla il dottor Enrico Prosperi. “Mi sono laureato in Medicina e Chirurgia e specializzato in Psicologia Clinica presso l’Università di Roma Sapienza con il mas- simo dei voti” ci racconta. “Sono stato docente in master di I e II livello presso l’Università Sapienza, e attualmente insegno ‘Ruolo dei media sull’immagine corporea e i disturbi alimentari’ nel master di II livello ‘Approccio multidisciplinare a disturbi del comportamento alimentare e obesità’. Sono direttore del giornale della Società Italiana di Psicologia Clinica Medica e Pre- sidente della Società Italiana di Educazione Terapeutica e della Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare (Sisdca sezione Abruzzo-Lazio-Molise). Conduco gruppi di educazione terapeutica nell’ambito della cura dell’obesità e dei disturbi alimentari presso l’Università di Roma Sapienza. Il suo primo progetto di ricerca? “La mia ricerca è iniziata nell’ambito dell’educazione terapeutica per la cura dell’obesità. Ho continuato, collaborando al progetto di ricerca sulla ‘modificazione dei comportamenti alimentari in pazienti con obesità’, formando anche gli specializzandi, presso il Diparti- mento di Psicologia Clinica dell’Università di Roma, Sapienza, grazie alle mie competenze in materia di educazione terapeutica. Poi mi sono trasferito presso la Sezione di Fisiopatologia Medica, Scienza dell’Alimentazione ed Endocrinologia del Dipartimento di Medicina Sperimentale dello stesso ateneo e ho condotto finora più di 40 gruppi di lavoro”. Quello che la appassiona di più? “L’educazione terapeutica è un approccio che aiuta non solo ad aumentare le conoscenze delle persone, ma soprat- tutto le competenze, il saper fare. Accompagnare una persona nel suo percorso di cura, di conoscenza di sé e aiutarlo a gestire i momenti difficili con la sua malattia, il saper essere, mi ha permesso di perseguire il vero valore del medico, prendersi cura della gente”. Parliamo della robotica in seno alle sue competenze e applicazioni? “Alla fine del 2018 sono riuscito a mettere in contatto il Dipartimento di Medi- cina Sperimentale con quello di Ingegneria Informatica Automatica e Gestionale dell’Università di Roma La Sapienza per far partire un progetto di ricerca dal titolo ‘Therapeutic Educational Robot Enhancing Social InterActions in the Management of Obesity’ (Teresa). L’obiettivo era di valutare l’efficacia e l’accettabilità di un robot sociale con sembianze umanoidi durante le sessioni di Educazione Terapeutica nella cura dell’obesità. In particolare, il robot sociale Teresa ha l’obiettivo di stimolare, aumentare emigliorare le interazioni sociali tra pazienti emedici e tra pazienti stessi, al fine di aumentare lamo- tivazione, la partecipazione e il divertimento nelle sessioni terapeutiche riducendo ansia, imbarazzi e altre attitudini negative. Le interazioni implemen- tate nel robot Teresa sono di supporto ai temi che io affronto nel gruppo e vengono forniti tipicamente sotto forma di riassunti di quanto è stato detto precedentemente, esempi di applicazioni e domande. Teresa fa spesso riferimento a ‘sue amiche’ per illustrare esempi utili alla discussione durante la sessione terapeutica. La produzione del materiale didattico è realizzata prima di ciascun incontromediante l’interazione che ho con gli specialisti robotici a cui fornisco il materiale necessario ai singoli incontri. Questa attività è facilitata dallo strumento Modim (Multi-MOdal Interaction Manager) che è stato sviluppato con l’obiettivo di poter essere facilmente usato anche da non esperti. Il particolare intervento di educazione terapeutica che ho sviluppato insieme alla professoressa Giada Guidi, prende il nome di Educazione alla Scelta e Consapevolezza e si ispira agli approcci cognitivo comportamentali di terza generazione e ai principi di apprendimento mindful. I primi risultati promettenti (miglioramento ai test dei parametri psicopatologici di ansia e depressione, miglioramento degli episodi di alimentazione incontrollata, della qualità della vita e lieve diminuzione del peso corporeo) sono stati inviati e accettati nel 2020 al convegno Easo (The European Association for the Study of Obesity) e quest’anno all’EPA (European Congress of Psychiatry)”. Quali traguardi pensa si possano raggiungere nell’immediato? “Il primo traguardo è riprendere a fare i gruppi in presenza per i nuovi pazienti. Purtroppo la pandemia ha bloccato da un anno e mezzo la ricerca. L’obiettivo è valutare se i buoni risultati evidenziati con l’ausilio di robot sociali nell’ambito della cura del diabete e dell’autismo nei bambini possono riscontrarsi anche negli adulti e nella cura di una delle patologie croniche più frequenti e complesse nel panorama mondiale. Migliorare la vita delle persone con obesità, aiutarle a ridurre il peso, potrà avere importanti ripercussioni anche su altre patologie come i tumori, il diabete, le malattie cardiovascolari”. Pensa che dopo questa pandemia lo sviluppo della ricerca in Italia venga sostenuto? “Spero davvero che si comprenda che la ricerca è indispensabile per aumentare i nostri saperi e le nostre possibilità di cura. Non sono eccessivamente ottimista, soprattutto perché questa pandemia ha distolto gli interessi per le altre patologie. Considerando però il tema emerso recentemente del rapporto tra obesità e Covid-19 (sindemia) e che l’obesità è la quinta causa di morte nel mondo, credo che non possiamo permetterci il lusso di trascu- rare la ricerca in questo ambito”. • S Enrico Prosperi

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