433 - Automazione Oggi - Ottobre 2021

OTTOBRE 2021 AUTOMAZIONE OGGI 433 61 ovunque possibile. L’adozione di questo approccio porterà benefici anche al secondo gruppo che, grazie a servizi efficienti e ambienti fruibili in modalità aaS, potrà dedicarsi ad ap- profondire il proprio settore specifico. A.O.: Quali sono le skill più difficili da reperire e a quali canali di recruiting fate solitamente ricorso? Zanotti: Le skill più difficili da tro- vare oggi, specie in risorse alla prima esperienza, non sono strettamente legate alle competenze digitali ma a carisma e pensiero laterale. Que- sta carenza è probabilmente dovuta alla diffusione stessa delle tecnolo- gie digitali nell’ultimo decennio. La possibilità di trovare risposte e ap- parenti soluzioni a portata di click ha ridotto la capacità di trovare risposte alternative e creative. Ancora più rari sono carisma e pensiero critico, ov- vero la capacità di sostenere e propugnare una propria tesi o confutarne in modo costruttivo una che si ritiene errata. Fanelli: Tra le competenze ‘hard’ più richieste figurano quelle relative ai big data. Occorrono figure dedicate a gestione e analisi dei dati, capaci di interpretare, correlare e valorizzare le basi di dati sfruttandomodelli e algo- ritmi di machine learning avanzati, strumenti di data visualization e distri- buted computing. Da un punto di vista ‘soft’, invece, il settore dei servizi, al momento, è quello più maturo (ICT, consulenza, media e telco), soprat- tutto per quanto riguarda knowledge networking e creatività. Data inoltre l’esigua disponibilità di competenze sul mercato, occorre saper attrarre e sviluppare queste professionalità, valutando le digital skill già in sede di se- lezione. Oggi le persone esaminano sempre più attentamente i contesti per cui candidarsi, in cui gli elementi di valore e culturali assumono un ruolo fondamentale nella scelta, insieme alla disponibilità di percorsi di sviluppo. Giorgioni: Negli ultimi anni abbiamo assistito a una crescita vertigi- nosa della domanda di profili con competenze informatiche e i canali tradizionali restano fondamentali ma non bastano più a coprire le esi- genze. Occorre investire sull’orientamento dei giovani, importantissimo soprattutto per le ragazze, poche delle quali scelgono percorsi Stem. In generale, giovani e famiglie non hanno una conoscenza approfondita del mercato del lavoro e di quali siano le richieste delle aziende. Negli ultimi sei mesi abbiamo incontrato circa 550 ragazzi dai 16 anni in su, per orien- tarli verso percorsi di studio Stem e presentare loro le numerose opportu- nità di lavoro nel nostro settore. Oggi l’azienda deve farsi artefice in prima persona della costruzione di un ecosistema che consenta di reperire e formare i talenti, in sinergia con enti e istituzioni del territorio in cui opera. Pirovano: L’accelerazione dell’adozione di tecnologie digitali intercon- nesse, la velocità consentita dalle nuove tecnologie in cloud nel cre- are nuovi servizi, la convergenza del mondo OT e IT sono alcuni degli elementi che hanno fatto esplodere la richiesta di professionisti della cybersecurity. Qui vediamo una carenza di figure rispetto alla domanda. Fare cybersecurity in ambito IT e OT significa andare oltre le normali competenze informatiche e digitali. Significa comprendere i rischi le- gati alle varie tecnologie, capirne i meccanismi di basso livello, per poi lavorare a livello architetturale e implementativo di un nuovo layer tecnologico, adeguatamente integrato con i processi di gestione degli incidenti, reportistica, auditing, con un’evoluzione continua. In azienda ci siamo posti il tema delle competenze e di quanto fosse possibile pre- venire o rispondere ad attacchi sempre più sofisticati, considerando il fattore umano in relazione a tecnologia e processi. Abbiamo capito che semplificazione e automazione sono elementi chiave e sinergici alle competenze di personale e manager. La digitalizzazione apre a nuove possibilità di attacco, all’automazione degli stessi e il valore delle infor- mazioni è tale che per i cybercriminali conviene investire in tecnologie e strumenti per realizzare attacchi sempre più raffinati. È chiaro quindi che, a fronte di un investimento su skill e talenti, per potersi difendere serve un approccio olistico alla sicurezza informatica quanto più inte- grato, semplice e automatizzato. Giuman: Trovare professionisti con competenze di cybersecurity è cer- tamente molto difficile, perché la domanda di servizi di questo tipo è in forte crescita e il sistema scolastico italiano rincorre la tendenza. Nono- stante il ritardo generale esistono, però, centri di formazione di ottimo livello ed è certamente d’aiuto instaurare relazioni stabili con loro. Mereu: Si cercano non tanto le singole abilità ma un insieme di compe- tenze trasversali, incluse le soft skill, come capacità di collaborare, parlare in pubblico, condividere. È qui, in particolare, che operiamo nei progetti con le università e le scuole, per trasferire anche la necessità di avere una visione a 360 gradi delle tecnologie. Oggi non basta più una singola specializzazione. In Schneider Electric ricorriamo ai canali di recruiting tradizionali, prendendo parte spesso a open day e presentandoci negli appuntamenti per neolaureati e laureandi delle Università italiane. Non è raro, inoltre, che dalle iniziative che improntiamo, dall’alternanza scuola- lavoro ai progetti con ITS e Università, nascano percorsi di tirocinio e op- portunità di primo inserimento nel nostro ecosistema. Un’altra azione che Le skill più ricercate oggi non appartengono alle cosiddette competenze ‘hard’ o tecniche. A rappresentare il fattore differenziante nel mercato del lavoro sono le soft skil Fonte Pixabay Geralt

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