433 - Automazione Oggi - Ottobre 2021
OTTOBRE 2021 AUTOMAZIONE OGGI 433 59 vità, problem solving e gestione dello stress entrano tra le top skill. Tra le competenze chiave non possono poi mancare le doti relazionali, la capacità di comunicare efficacemente e l’em- patia: la tecnologia ci ha permesso di estendere i team di lavoro oltre i limiti geografici, distribuiti in diversi Paesi o anche in team ibridi, che alternano lavoro in ufficio e da remoto. Senza la necessaria empatia, la capacità di ascolto e un’ottima comunicazione sa- rebbe impossibile lavorare insieme. Le doti relazionali, quindi, sia del mana- ger che dei collaboratori, restano nella lista delle competenze più ricercate dalle aziende. Valentina Fanelli, responsabile HR di Liferay Italia: La parola d’ordine su cui si stanno costruendo le nuove competenze sono le ‘soft digital skill’, più complesse da sviluppare rispetto a quelle ‘hard’ e trasversali per tutte le funzioni e le industry. Il nuovo approc- cio lavorativo, ormai quasi in toto da remoto, richiede la capacità di adat- tarsi, sviluppando competenze quali la digital awareness, cioè la capacità di gestire la sicurezza e la confidenzialità dei dati aziendali, la salute personale (ergonomia, per esempio), il rispetto del work-life balance grazie a strumenti digitali di supporto, e la virtual commu- nication, ovvero capacità di comuni- care e collaborare in ambienti digitali e virtuali. Ancora, il self-empowerment, ovvero saper utilizzare gli stru- menti digitali per l’auto-sviluppo, e il knowledge networking e creativity, cioè la capacità di recuperare, capitalizzare e condividere il patrimonio di informazioni in reti e comunità virtuali. Gianfranco Mereu, responsabile relazioni con scuole e università di- Schneider Electric Italia: La digitalizzazione comporta una richiesta crescente di competenze, sia di base sia specialistiche. IoT e connettività necessitano l’integrazione delle cono- scenze tradizionali con abilità che per i più giovani possono essere più naturali per abitudini d’uso, relativamente per esempio a cloud, interfacce touch, realtà aumentata. Servono figure nuove, come i data scientist, per rendere disponibile in azienda a livello strategico e operativo le informazioni ricavabili dall’analisi dei dati raccolti dal campo. Servono anche figure che possiamo definire ‘ibride’, penso per esempio all’evoluzione del ruolo del tecnico di manutenzione, che oggi sempre più spesso opera non solo con il cacciavite, ma anche e soprattutto con sistemi di controllo, monitoraggio da remoto e service digitale. Le aziende cercano tecnici 4.0, in tutti gli ambiti. Ci sono 318.000 posti di la- voro per figure tecniche, introvabili, secondo un’indagine di maggio 2021 resa pubblica da Confindustria. Erano 280.000 due anni fa. Guardando al futuro, sarà fondamentale il ruolo delle soft skill: in contesti operativi digi- talizzati e smart, in cui entrano anche nuovi temi, come la sostenibilità, è importante che tutte le persone abbiamo competenze trasversali in termini di lavoro in team, comunicazione, proattività, capacità di interpretare l’or- ganizzazione e il proprio ruolo in modo flessibile. Massimiliano Grazia, application engineer manager di Mitsubishi Electric: La trasformazione digitale globale in corso ha creato l’esigenza di ulteriori figure professionali. Nel contesto di Industria 4.0 il settore dell’automazione industriale ha do- vuto introdurre nuove competenze da affiancare a quelle più tradizionali, per sviluppare e integrare le tecnologie digitali. Le aziende hanno avuto non solo l’opportunità di acquisire nuove figure ma anche di investire in processi formativi del personale adeguati. L’in- troduzione del digitale nei processi ap- plicativi delle macchine automatiche mira a migliorane l’efficienza con l’ana- lisi dei dati. Ciò comporta la necessità di introdurre figure come il data scien- tist, che ha il compito di gestire grandi quantità di dati e di analizzarli con mo- delli matematici per il miglioramento dei processi (produttività e manutenzione predittiva, per esempio). Altra figura fondamentale è lo sviluppatore software, che deve convogliare i requisiti della digitalizzazione in quelli di funzionamento dei processi. Umberto Pirovano, manager systemengineering di PaloAltoNetworks: La trasformazione digitale è un fenomeno pervasivo che nell’ultimo anno e mezzo ha accelerato ulteriormente i suoi ritmi. Il business spinge in que- sta direzione, perseguendo efficienza, razionalizzazione, sfruttamento dei nuovi canali e competizione. Se da un lato l’innovazione digitale richiede nuove piattaforme, quindi nuove competenze, dall’altro occorre conside- rare la cybersecurity come suo fattore abilitante. Le minacce digitali sono un elemento ad alta dinamicità, un fenomeno guidato dalla tecnologia che ha portato a inasprire le regole di compliance. Oltre agli aspetti pret- tamente tecnologici servono azioni fo- rensiche e di audit continue, la verifica dei livelli di rischio e della loro gestione. In quanto pervasivo, il fenomeno non tocca solo i processi produttivi: l’uti- lizzo di tecnologie predittive e la capa- cità di gestire quantità enormi di dati consentono di avere informazioni utili ai processi decisionali e strategici per il business in azienda. Serve inoltre par- lare di misura, gestione e mitigazione del rischio, il che richiede competenze specifiche anche nei livelli manageriali in azienda e figure che sappiano far percepire la strategicità del ruolo della Gianfranco Mereu di Schneider Electric Italia Massimiliano Grazia di Mitsubishi Electric Aurora Simonetti di Red Hat Valentina Fanelli di Liferay Italia Umberto Pirovano di Palo Alto Networks
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