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SETTEMBRE 2021 AUTOMAZIONE OGGI 432 55 ovviare al problema, ma poiché questa è stata la prima implementazione robotica di Tomenson, era importante trovare un si- stema di rapida e semplice integrazione. “Nessuno in azienda ha mai avuto a che fare con robot collaborativi o cose del genere, soprattutto non Geoffrey, che esegue la programmazione ogni giorno e gestisce il sistema” afferma il responsabile delle operazioni Alex Roake. “La prima volta che ha visto un robot collaborativo è stato il primo giorno in cui l’abbiamo introdotto”. Tomenson lavora dozzine di parti di dimensioni diverse all’interno dell’apparecchio di timbratura a spilli, quindi l’azienda necessitava anche di una soluzione flessibile in grado di gestire la grande varietà dei com- ponenti trattati. Inoltre, a causa dei vincoli di spazio all’interno della cella, era necessario dotarsi di una soluzione che non richiedesse recinzioni di sicurezza e che fosse sicura da usare anche in prossimità degli operatori. Automazione collaborativa Per Tomenson, l’automazione collaborativa era di gran lunga l’opzione migliore. Essa, infatti, offre un ingombro ridotto, una facile implementa- zione e un funzionamento sicuro anche in compresenza con gli operatori. “L’aspetto collaborativo del sistema robotico era cruciale” spiega Roake. “Operiamo in un ambiente ristretto e non c’è assolutamente lo spazio necessario per installare anche delle recinzioni. L’aspetto della collabo- ratività è stato uno dei fattori principali che ci ha guidato nella scelta”. Tomenson ha scelto di implementare un robot collaborativo UR3 dotato della pinza RG6 di OnRobot. Facilità d’uso della soluzione, dimensioni contenute e sicurezza sono stati i fattori che hanno convinto l’azienda. La pinza RG6 fa parte della piattaforma UR +, il che significa che è certificata per funzionare in modalità plug&play con i cobot UR, poiché il software di controllo della pinza è completamente integrato nel teach pendant del cobot. UR3 è il cobot più compatto della gamma UR. Si tratta di un robot collaborativo di appena 11 kg di peso che garantisce una portata al polso di 3 kg e un diametro operativo di un metro. Le dimensioni contenute ne rendono possibile l’applicazione in prossimità delle attrezzature e degli operatori, con ingombri minimi e senza la necessità di barriere esterne. Quali benefici? Il processo, prima dell’introduzione del cobot, prevedeva che un opera- tore caricasse la timbratrice un componente alla volta, in piedi o seduto su uno sgabello, utilizzando un pedale per attivare il timbro a spillo, per tutto il turno. L’introduzione dell’automazione ha avuto un effetto immediato sul mo- rale dei dipendenti. “Quando abbiamo implementato il robot nell’applicazione, l’o- peratore che prima eseguiva il task manualmente, ne è stato entusiasta. Siamo stati in grado di spostarlo in un reparto diverso dove svolge un’attività a maggior valore aggiunto” ricorda Roake. L’applicazione di timbratura dei collettori richiede che la pinza gestisca una grande varietà di parti diverse, ma la programmazione del cobot ri- chiede da cinque a dieci minuti poiché può utilizzare lo stesso codice di base per ogni parte e la pinza rileva le effettive dimensioni del compo- nente quando lo afferra. L’azienda ha riscontrato vantaggi significativi da quando ha implementato l’UR3. “La differenza più grande da quando abbiamo introdotto il robot collaborativo è stata che abbiamo assistito a un’enorme riduzione dei carichi errati (di circa il 40%), derivanti dall’inci- sione sul lato sbagliato o nella direzione sbagliata” afferma Roake. Anche i margini di profitto sono migliorati, soprattutto sui prodotti più piccoli. “Prima dell’introduzione del cobot avevamo sicuramente margini di profitto inferiori su queste piccole parti” spiega Roake. “Ora, quando dobbiamo timbrare piccoli componenti sappiamo che la gestione di migliaia e migliaia di questi verrà eseguita dal robot, non da un essere umano. Questo fa sì che ora l’azienda possa gestire con redditività anche lotti molto grandi di piccoli componenti, condizione che prima dell’introdu- zione dell’automazione rischiava per noi di essere antieconomica”. L’a- zienda è oggi in grado di risparmiare ore di progettazione e allo stesso tempo riallocare i lavoratori su operazioni connesse a parti più grandi, con processi complessi e cicli più lunghi che richiedono maggiore atten- zione. Rapido ritorno dell’investimento In definitiva, Tomenson ha stimato un ritorno sull’investimento di circa di 13 mesi, applicando il cobot su un turno solo. “Stiamo calcolando che ora possiamo integrare il robot anche al secondo turno, questo raddoppie- rebbe la produttività e dimezzerebbe il tempo di ammortamento, quindi in circa sei-sette mesi avremo il pareggio sull’investimento”. Automatiz- zando le operazioni ripetitive, e spostando il personale su attività a mag- gior valore aggiunto, Tomenson ha anche riscontrato risparmi nelle aree in cui gli operatori sono stati successivamente distribuiti. Dopo aver sperimentato la facilità d’uso dell’UR3, Tomenson sta esplo- rando altre opportunità per l’automazione collaborativa. “Ora che ab- biamo un’applicazione cobot di successo, abbiamo esaminato altre possibilità di post-produzione o spedizione o persino di caricamento delle macchine CNC” afferma. “La facilità di programmazione è ciò che ci spinge a considerare di applicare i cobot anche su altre attività, perché non abbiamo bisogno di assumere un programmatore aggiuntivo, ma possiamo utilizzare la nostra forza lavoro”. Universal Robots https://www.universal-robots.com/it/ Tomenson ha scelto di implementare un robot collaborativo UR3 dotato della pinza RG6 di OnRobot L’applicazione di timbratura dei collettori richiede che la pinza gestisca una grande varietà di parti diverse

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