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TECH BOYS AND GIRLS AO GIUGNO-LUGLIO 2021 AUTOMAZIONE OGGI 431 98 Lucilla La Puma ono nato a Velletri, un paese dei Castelli Romani a 40 km da Roma, il 28 ottobre del 1982. Dopo il liceo scientifico tecnologico, concluso con il massimo dei voti, ho seguito la mia grande passione verso i numeri e la tecnologia e mi sono iscritto a ingegneria aerospaziale” racconta Jacopo Tirillò. Mi laureo nella triennale con lode e proseguo con la magistrale in ingegneria aeronautica indirizzo aerodinamica. Mi laureo anche qui con il massimo dei voti e durante uno degli ultimi esami inizio a scoprire il mondo dei materiali. Appena lau- reato faccio un paio di colloqui con due importanti aziende, Augusta che costruisce elicotteri e Avio che fa lanciatori per lo spazio, ed entrambe mi propongono un contratto a tempo indeterminato. Ma nella mia testa era rimasto il tarlo di quell’esame e dell’offerta che mi aveva fatto il professore che oggi è il mio ordinario di riferimento: entrare a far parte del suo gruppo di ricerca. Con un po’ di incoscienza giovanile, non presi in considerazione le due offerte a tempo indeterminato e iniziai la mia carriera all’interno del mondo accademico”. Prosegue Jacopo, “conseguo il Dottorato di Ricerca in Ingegneria dei Materiali e delle Materie Prime con un argomento sui materiali per il settore spaziale (materiali ablativi a base carbon-fenolica per sistemi di protezione termica), ovvero materiali innovativi per la realizzazione di scudi protettivi delle capsule per il rientro dai viaggi spaziali. Argomento che tuttora studio in collaborazione con le principali aziende europee e istituzionali, fra cui ASI ed ESA. Nel 2013 vinco il concorso da ricercatore a tempo determinato di tipo A, che vuol dire essere ancora precario, e successivamente, nel 2017, quello da ricercatore sempre a tempo determinato ma di tipo B, cioè meno precario e quasi strutturato. Infine, nel 2020 divento Associato e sempre nello stesso anno prendo l’abilitazione da Professore Ordinario. Mi ritengo fortunato rispetto a molti miei colleghi, perché ho avuto un percorso accademico abbastanza lineare anche se, purtroppo mi pesa ammetterlo, ho amici che hanno intrapreso la stessa carriera fuori dall’Italia e hanno una situazione, diciamo, leggermente migliore, e non solo dal punto di vista economico”. Qual è il progetto che ti ha appassionato di più? E quello attuale? “Nel corso degli anni ho lavorato su diverse tematiche inerenti ai materiali ceramici, polimerici e compositi, però attualmente le mie ricerche si concentrano sull’impiego di materiali per la creazione di compositi a ridotto impatto ambientale (materiali bio-based), argomento di forte interesse nazionale e non solo. Si utilizzano fibre naturali, come quelle di origine vegetale e minerale, come alternativa alle fibre tradizionali, come vetro e carbonio, e matrici biode- gradabili. Ho diverse collaborazioni nazionali e internazionali su ricerche di interesse e con enti di ricerca come il MIT, dove studiamo compositi a struttura gerarchica su differenti scale (macro/micro/nano)”. Come vedi il futuro e la ricerca? “Per quanto concerne il futuro nell’ambito della mia ricerca, spero di riuscire a creare un gruppo di giovani ricercatori che lavorino insieme a me su queste tematiche fortemente innovative e strategiche. Ovviamente in contemporanea cercherò di mantenere e far crescere il laboratorio in termini di attrezzatura scientifica, fondamentale per le nostre ricerche. Cerco fi- nanziamenti, che spesso non vengono dallo Stato ma da ricerche industriali e che ci permettono di acquisire strumentazione e spesso anche di pagare i nostri ragazzi”. Come vedi il nostro Paese con la prospettiva del piano di finanziamenti europeo? “Spero che attraverso il Recovery Fund ci sia la possibilità di finanziare, di più di come si è fatto finora, la ricerca italiana, quindi le università ma non solo, anche tutto il settore scola- stico che, ricordiamo, è di primissimo livello. È una possibilità che non dobbiamo farci assolutamente scappare, ma purtroppo la storia italiana ci insegna che non sempre le cose vanno come vorremmo”. Quali sono le tue passioni al di là della ricerca? “Sono sempre stato un ragazzo molto sportivo. Uso il passato perché negli ultimi anni le responsabilità della famiglia e del lavoro hanno praticamente assorbito tutto il tempo a disposizione. Fino ai 20 anni ho praticato arti marziali (Taekwondo) a livello agonistico, vincendo due campionati regionali, un secondo posto ai campionati italiani e due primi posti in competizioni internazionali e se può interessare, ho il brevetto di paracadutista sia paramilitare che ad ala”. Una riflessione mi viene spontanea, caro Jacopo: non c’è una sola cosa che ho sentito dal tuo raccontarti che non sia stata interessante e stimolante. Penso che tu sia un esempio per tutti i giovani d’oggi, che saranno il futuro del nostro bistrattato pianeta Terra. Jacopo Tirillò Professore associato (ING-IND/22) presso il Dipartimento di Ingegneria Chimica Materiali Ambiente dell’Università degli studi La Sapienza di Roma e in possesso dell’abilitazione scientifica nazionale a professore ordinario, Jacopo Tirillò si è laureato in Ingegneria Aeronautica presso quella stessa Università nel 2007 e lì ha conseguito il dottorato in Ingegneria dei Materiali e delle Materie Prime nel 2012. È responsabile di progetti di ricerca a livello nazionale e internazio- nale su tematiche attuali e strategiche, come quella dell’impiego di fibre naturali di origine vegetale in matrici biodegradabili e derivate da fonti rinnovabili per la creazione di compositi a ridotto impatto ambientale, e quella della valorizzazione di scarti agro-alimentari in compositi a matrice termoplastica mediante estrazione di nanostrutture cellulosiche. Attualmente è respon- sabile del laboratorio di Materiali Polimerici e Compositi della sede distaccata pontina della Facoltà di Ingegneria de La Sapienza. “S

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