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GIUGNO-LUGLIO 2021 AUTOMAZIONE OGGI 431 96 AO TUTORIAL stati risolti alcuni casi limite, comequellodi unapersona che cammina trasportando un segnale di stop, ma rimangonomolti casi che l’auto- mobile non sa riconoscere. Le informazioni vengono raccolte e aggiornate in tempo reale da un processore Asic. La capacità di calcolo è impressionante: la frequenza di raccolta dati nelle Tesla, per esempio, è di 2.300 volte al secondo. Il risultato permette all’auto di capire a quale velocità muoversi, come agire su sterzoe freni e come intervenire incasodi rischiodi incidente. Il sistema si basa su una rete neurale che può analizzare fino a 1.000 input provenienti dall’ambiente esterno e valutare fino a 10.000 po- tenziali scenari che si trasformano in un centinaio di possibili modelli attuativi. Solo ilmigliore vienepoi sceltoper farmuovere lamacchina. Visto il numero inimmaginabile di situazioni in cui la vettura si può trovare, le self driving car sono dotate di un processo di apprendi- mento attivo che Google ha battezzato AutoML (AutoMachine Lear- ning). Si tratta di un percorso chiuso, che si sviluppa inmodo simile in Tesla e Waymo. Una volta raccolti, i dati sono selezionati e registrati dalle reti neurali. Per ogni dato non ancora presente nel database, la AI crea un’etichetta automatizzata da riutilizzare in caso di scenari si- mili. Ogniqualvolta l’intelligenza artificiale non sa collocare l’informa- zione ricevuta, interviene l’essere umano. Il set di dati etichettati è poi registrato nell’architettura, pronto per essere valutato e inserito in un modello e calcolato per lo scenario successivo. L’obiettivo di questi modelli di apprendimento è stimare con una precisione sempre più accurata unmondo 3D. Un altro aspetto chiave è quello dellamappatura dei comportamenti umani, ovvero la capacità di prevedere l’azione degli individui che si muovono nei pressi della vettura. Qui Tesla ha avuto un oggettivo vantaggio, quello della numerica. La casa automobilistica ha infatti sfruttato i dati raccolti dalle centinaiadimigliaiadi clienti cheguidano le sue vetture. Google, invece, si appoggia a processi di simulazione, valutando come si comporta il proprio algoritmo in situazioni di qual- siasi genere. Waymo infine gestiscemediamente 25.000 auto virtuali, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, percorrendo oltre 10 milioni di miglia. Anticipare il comportamento delle persone sulla strada e costruire dei modelli d’azione che permettano di valutare il rischio è una delle chiavi per rendere più affidabili queste vetture. Infine, per garantire lamassima sicurezzaogni self driving car deve es- sere dotata di sistemi di controllo avanzati che attivano una funzione di over-ride, consentendo a una persona di subentrare alla guida au- tomatica in caso di necessità. La guida autonoma si evolve, poi, di pari passo con i progressi nelle prestazioni meccaniche di sensori e telecamere, con la qualità della simulazione avanzatadell’AI e laprecisionedei sistemi di navigazione e delle relative mappe. Un perfezionamento dei Lidar, per esempio, che a oggi risultanopraticamente ciechi in condizioni di nebbia, neve o forte pioggia, cambierebbe completamente il tipo di input e la suc- cessiva analisi per la definizione dellamigliore tattica di guida. Le due facce dellamedaglia Indubbiamente, lo sforzo profuso dalle case automobilistiche si è principalmente focalizzato nel rendere il viaggio su una vettura a guida autonoma sicuro e confortevole per i passeggeri. Ma comfort e sicurezza sono solo alcuni dei vantaggi che potrebbero venire da una commercializzazione di queste auto intelligenti. In primis quello dellamovimentazionedellepersone: anche categoriedi individui che solitamente non possono utilizzare l’auto, potrebbero muoversi con più facilità. Non solo, i passeggeri potrebbero ottimizzare il tempo percorso in auto impiegandolo in altre attività. Poi vi è l’impatto posi- tivo sull’ambiente, in quanto le self driving car hanno una maggiore capacità di gestire i consumi, cui si aggiunge la possibilità di evitare ingorghi e traffico. Infine, stando a quanto affermano i produttori, vi sarebbe una notevole riduzione degli incidenti causati dalla disat- tenzione dei guidatori. Ma qual è l’altra faccia della medaglia? Molti sono ancora gli ostacoli da superare in materia di affidabilità e per- formance. Anche in questo caso il cinema è stato più lungimirante delle case automobilistiche edei tech brand: il trick film ‘The automaticmo- torist’, girato nel 1911, ironizza sulla sicurezza delle auto che si guidano da sole. Nella realtà, invece, quello cheha fatto storiaper i problemi etici, legislativi e legali associati alle self dri- ving car è stato il caso di Elaine Herz- berg, la donna americana travolta da una self driving car inArizonamentre spingeva la sua bicicletta (2018). Fu tristemente nota per essere la prima vittima uccisada unamacchina che si guida da sola. Purtroppo ancora oggi la cronaca riporta episodi di incidenti causati da auto a guida autonoma. Risale ad aprile 2021, per esempio, la notizia di due uomini che in Texas hanno perso la vita a bordo di un’auto a guida autonoma. Il sedile dell’autista era stato lasciato vuotoquando lamacchina ha presouna curva ad alta velocità schian- tandosi fuori strada. Aree grigie sono presenti anche nei codici civili, penali e stradali. Non esiste inoltre un’unità di intenti a livello internazionale che permetta la circolazione massiva delle auto che si guidano da sole. Anche sul fronte assicurativo vi sono molte lacune, le compagnie assicurative dovrebbero completamente ridefinire i framework di riferimento, in- serendo clausole specifiche che sono ben lontane dall’essere definite. Manca poi l’infrastruttura informatica a sostegno di queste vetture, ovvero tutto quello che caratterizza una smart city, a partire dal 5G. Infine, non sono da sottovalutare i costi della produzione di massa. A questo vanno aggiunti lo scetticismo di chi ancora diffida della tec- nologia e l’opposizione di chi considera la guida un piacere, da non lasciare a un sistema automatizzato. fonte Pixabay_LeeRosario Le ‘self driving car’ impiegano sensori, telecamere, Lidar e AI per poter circolare su strada da sole, senza bisogno di intervento da parte dell’uomo

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