AO_431

GIUGNO-LUGLIO 2021 AUTOMAZIONE OGGI 431 87 agli utenti o agli impianti produttivi. Quando implementato in uno scenario corretto, l’Edge Computing porta benefici in termini di riduzione del traffico di rete verso il core della piat- taforma e riduce tempi di risposta e latenza di servizi agli utenti in quanto una parte del workload viene elaborata in periferia. Per contro, se un modello edge viene adottato in un contesto che tecnicamente non lo richiede, si corre il rischio di un’ec- cessiva frammentazione dell’infrastruttura cloud, con riper- cussioni negative su efficienza e ottimizzazione. Bigotta: L’evoluzione della mi- croelettronica ha permesso di portare i benefici dei sistemi IT più vicino a dove le informazioni vengono generate, rendendo possibile prendere decisioni in loco, anticipandone gli effetti, senza la necessità di trasferire dati verso il datacenter centrale o cloud. L’Edge Computing porta intelligenza, capacità di analisi re- altime e conseguente possibilità di azione, al fuori dal datacenter principale lungo le direzioni di evoluzione del proprio business. Può assumere diverse forme, dai datacenter distribuiti geograficamente (ad esempio più impianti industriali) ai micro datacenter (come i punti vendita di catene retail), dai singoli server (gli ATM o i totem) fino a gateway e device per la raccolta di segnali da sensori. A.O.: Dove si colloca, stando alla vostra esperienza, il giusto trade-off tra i due paradigmi? Come prevedete che evolveranno i sistemi di automazione e controllo di questo tipo, nel futuro? Zanotti: L’evoluzione decisa è verso un’infrastruttura sempre più liquida che fornisca servizi in maniera completamente trasparente rispetto al punto fisico di erogazione. Si va verso l’adozione del software-defined data center, di cui si sente parlare ormai da tempo. Una piattaforma di questo tipo deve essere basata su un modello hybrid cloud in cui core ed Edge Computing sono strettamente interconnessi. In ottica di evo- luzione futura, anche il concetto di trade-off tra edge e cloud centrale perde significato, in quanto è prevedibile che un’in- frastruttura liquida venga governata da algoritmi di AI che, addestrati sui modelli di utilizzo, determinino caso per caso se ogni singolo workload vada elaborato in edge o meno. Un caso concreto può essere quello di una realtà retail con una sede e una piattaforma di private cloud centrale e una rete di negozi con nodi in ogni punto vendita. Per operazioni numerose, ma a bassa frequenza e intensità, ad esempio le battute di cassa, si predilige l’elaborazione cen- tralizzata, così da allineare in tempo reale anche gli strumenti di reportistica globale. Per operazioni più impegnative, come riallineamenti di fornitura e giacenze di magazzino, può essere preferibile un’elaborazione all’edge con il trasferimento del solo risultato finale al centro dell’infrastruttura. La scelta tra i due modelli, con una piattaforma liquida, può essere differente a ogni occorrenza e deve essere ponderata valutando una mol- teplicità di fattori, non solo tecnici. Griffini: Ritengo che edge e cloud non siano due sistemi in contrapposizione, ma realtà complementari che si integrano fra loro, con vantaggi, funzioni e caratteristiche differenti. Per questo, penso che non ci sarà una prevalenza dell’uno sull’altro ed è facile prevedere che avranno una forte crescita entrambi, in quanto evoluzione digitale del settore industriale. Saranno complementari perché assolveranno a funzioni diverse all’in- terno del sistema produttivo aziendale. L’edge diventerà addi- rittura funzionale al cloud, dato che tra le sue funzioni c’è non solo quella di raccogliere i dati, ma anche quella di filtrarli e ag- gregarli, permettendo così di ridurre i costi di gestione su cloud. Il sistema edge non si limita infatti a raccogliere e utilizzare i dati per il proprio feedback sulla produzione ma, dopo averli filtrati e aggregati, può anche trasferirne una parte al sistema cloud (ovviamente utilizzando specifici protocolli di sicurezza). La rac- colta dei dati consumati nel cloud viene effettuata da hardware locale, sotto forma di un gateway IoT oppure di un sistema edge in grado di organizzare e trasferire i dati a un server esterno. Semeraro: Cloud, on-premise ed Edge Computing dovranno funzionare in modo armonico per favorire efficienza operativa e migliori risultati di business. Se il Cloud Computing gestisce enormi quantità di dati che, per la maggior parte, non richie- dono risposte in tempo reale, l’IoT richiede di attivare infrastrut- ture a livello di edge per consentire il processo decisionale in tempo reale. Lo stesso contesto informatico è ibrido: mentre il Cloud Computing sfrutta i data center centralizzati, l’Edge Com- puting sfrutta i micro data center distribuiti ai margini della rete. L’Edge Computing è necessario per gestire i punti deboli delle applicazioni e dei servizi basati sul cloud in relazione alle per- formance e ai requisiti normativi. Per le aziende soggette al rispetto di regolamenti governativi correlati alla posizione di archiviazione dei dati, il Cloud Computing potrebbe non essere in grado di fornire il tipo di archiviazione locale richiesto. Damian: In fabbrica, cloud ed edge possono essere due facce della stessa medaglia, ma è comunque necessario ripartire ocu- latamente il carico di lavoro fra edge computer, server privati o cloud. Per le applicazioni in mobilità (bus, treni) tutto ciò com- porta sfide ancora più grosse in relazione alla continuità della rete. L’approccio edge appare sicuramente privilegiato per le applicazioni industriali, anche se ciò non esclude affatto la pos- sibilità di coesistenza con il cloud. Surace: In un’ottica di integrazione completa sul campo, l’edge diventa punto di incontro tra infrastruttura OT (macchinari, PLC, sensori, e tutto ciò che pro- duce dati) e applicativi IT che usano e analizzano quei dati per trasformarli in informazioni utili per il business. Grazie a software framework i dispositivi e i gateway sul campo possono essere con- nessi al cloud, sia per integrare i dati con gli applicativi IT, sia per fornire una piattaforma software per la gestione remota dei disposi- tivi. Le tecnologie IoT consentono infatti di offrire un servizio aggiun- tivo integrato al prodotto fisico: avere la possibilità di connettere Giuseppe Surace, chief product &marketing officer, Eurotech Luca Bigotta, sales specialist - Hybrid Cloud & Edge, Red Hat

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