AO_430

MAGGIO 2021 AUTOMAZIONE OGGI 430 84 AO ROBOTICA automazione industriale non è più né un’opinione, né un’opzione. È un dato di fatto. Come tale au- menta la complessità per progettisti e designer industriali chiamati a progettare nuove soluzioni capaci di migliorare i processi, renderli più pro- duttivi, efficienti ed efficaci. Come scegliere, quindi, la soluzione migliore di automazione per dar vita a un nuovo processo produt- tivo, a una o più applicazioni o svi- luppare un processo già esistente? Come, allo stesso tempo, evitare di percorrere strade più costose e meno funzionali alle reali esigenze? La prima scelta di molti progettisti risulta molto spesso il robot antropo- morfo. Il sistema cartesiano, invece, può essere un’opzione altrettanto valida in numerosi ambiti applicativi e, in certi casi, paragonando le due soluzioni, come faremo di seguito, si possono scoprire aspetti non scon- tati e molto interessanti a favore di questa possibilità. I sistemi automa- tizzati lineari cartesiani sono capaci di garantire prestazioni elevate e mas- simi risultati in particolare quando ci si trova di fronte ad alcune condizioni Alberto Marzetta L’ Una scelta non sempre facile operative, o di layout produttivo, che ne consigliano l’utilizzo. Se infatti l’applicazione prevede una movimentazione lineare su una estesa area di lavoro; se occorre liberare lo spazio di asservimento di una linea, senza lasciare ingombri fronte/bordo macchina (cosa che invece è quasi inevitabile utilizzando robotica antropomorfa); se è necessario garantire indipendenza tra i carri su un medesimo asse o interpolare le movimentazioni di assi con diversa lunghezza e/o direzione; se occorremovimentare un caricomolto importante sull’asse Z (verticale); se una variabile da tenere in considerazione per la gestione dell’impianto è contare su una manutenzione eco- nomica e semplice…allora la scelta del sistema cartesiano è quella da preferire. Produttivi, prestanti, ‘senza limiti’ di area di lavoro Quando ci troviamo di fronte a una lunga linea di produzione, caratterizzata da diverse stazioni attraversate dai semilavorati, o quando il layout produttivo ha uno spazio limitato a bordo mac- china (ma può consentire escursioni verticali), il sistema carte- siano è in grado di esprimere il massimo delle proprie prestazioni e di svolgere, meglio del robot antropomorfo, il proprio lavoro, anche in termini di efficienza economica. Quanti robot antropomorfi dovrebbero essere installati, messi in funzione, mantenuti per svolgere il medesimo lavoro di asser- vimento di un solo cartesiano? In quanto tempo si rientrerebbe da un investimento consistente se ogni robot fosse chiamato sì a lavorare, ma poi anche ad ‘aspettare il proprio turno’ tra un asservimento e l’altro? E cosa accadrebbe, in questo stesso sce- nario, se il carico da movimentare fosse pesante, al punto da ne- cessitare di un robot ancora più grande per svolgere la fase di lavoro, con quel che comporta, di nuovo, in termini dimensionali, di ingombro ed economici? In questi casi, quindi in presenza di un’area di lavoro ampia e multi-stazione, il car- tesiano appare la soluzione naturale per automatizzare il processo. Que- sta soluzione, infatti, consente di asservire produzioni multi-stazione senza interrompere mai il proprio lavoro, anzi proprio muovendosi da un punto all’altro del processo dove occorre la movimentazione o l’asser- vimento. La soluzione cartesiana, inoltre, soddisfa anche l’esigenza di movi- mentazioni indipendenti su un me- desimo asse che possono risultare necessarie per ottimizzare il ciclo di Sistema cartesiano o robot antropomorfo? Bisogna considerare produttività, ingombri sul layout e tempi morti L’utilizzo del settimo asse sopperisce ad alcune manchevolezze di tutte le soluzioni ‘statiche’

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