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APRILE 2021 AUTOMAZIONE OGGI 429 93 Ha osservato quindi Elio Catania, senior advisor e consulente del Mise (Ministero dello sviluppo economico), dopo una vita al vertice di aziende come IBM, Ferrovie e ATM: “Le PMI sono purtroppo ancora mediamente indietro per quanto riguarda lo sviluppo di una strategia digitale organica ed efficiente. Si sono comprati i macchinari, grazie agli incentivi, ma poi non si è fatto granché per integrarli all’interno delle fabbriche e per beneficiare di tutto quello che possono offrire. Abbiamo ancora parecchia strada da fare. Il lancio del 4.0 ha consen- tito di cambiare passo, ma ancora ci sono tante aziende che non sono arrivate a questo paradigma. Il 2020 è stato un anno di stasi, ma già il 2019 aveva mostrato una certa ‘stanchezza’, segno che una volta esaurita la spinta propulsiva degli incentivi non si è riusciti a trovare un modo per portare il 4.0 al centro di tutta la politica industriale”. Alla base deve esserci la consapevolezza che ricerca e sviluppo e open in- novation sono parte integrante della cultura d’impresa ed è su questo che occorre puntare. “Mi sento di rassicurare gli italiani su questo” ha proseguito Catania. “Il 20% del Pnrr è destinato al digitale e il 37% alla transizione energetica. Poi c’è tutta la componente sociale e formativa. Abbiamomesso 11mi- liardi per la digitalizzazione della pubblica amministrazione, 4 miliardi per la banda ultralarga, due miliardi per le politiche di filiera. Per poi passare ad altri 4 miliardi all’economia circolare, 8 miliardi per la tran- sizione energetica, 2,5 miliardi agli ITS, 11 miliardi per le imprese. Nel frattempo, come Mise, abbiamo realizzato 112 incontri con le parti so- ciali per verificare l’avanzamento di diversi dossier. Ora serve prendere coscienza che manca una politica industriale vera: bisogna investire il 6,5% del PIL in tecnologia digitale e il 3% in R&D contro l’1,4% attuale. Dobbiamo essere presenti su tante diverse possibilità, dai micropro- cessori alle batterie, dall’idrogeno alla sanità di nuova concezione”. Un approccio sistemico per le PMI “Dobbiamo considerare il valore strategico del digitale per aumentare il livello di flessibilità necessario a sostenere l’economia italiana in una fase particolarmente difficile” ha dichiarato Andrea Bianchi, responsa- bile pianificazione strategica e politiche industriali di Invitalia, un ma- nager di lungo corso, che da sempre si occupa di politiche industriali e che in passato è stato sia in Confindustria sia al Mise. “Le imprese più ‘avanti’ nella digitalizzazione sono state infatti quelle che hanno reagito meglio allo shock della pandemia. L’urgenza, ora, riguarda le PMI. Per fare questo serve un approccio sistemico che è sicuramente il maggiore elemento di novità portato dal Cluster Fabbrica Intelligente”. Per raggiungere un obiettivo tanto ambizioso serve in primo luogo ripensare alle filiere produttive, che devono essere integrate attra- verso piattaforme tecnologiche. Il Pnrr parla di digitale e di inno- vazione, ma dovrà chiarire una volta per tutte come passare dal meccanismo di incentivazione che ha caratterizzato il Piano Indu- stria 4.0, allo sviluppo di piattaforme di collaborazione, magari cre- ando un network in grado di dare vita a un circolo virtuoso. “Punto centrale è l’impiego dei dati: a oggi non siamo ancora riusciti a sfrut- tare l’enorme potenziale che da essi deriva” ha evidenziato Bianchi. Il Pnrr servirà tra l’altro a creare una sorta di risposta europea a vari temi che saranno i paradigmi degli anni a venire. Per esempio, oc- corre una strategia univoca sul 5G o sulla produzione delle nuove batterie. “Con i vaccini abbiamo creato un mercato dove non c’era e lo abbiamo fatto in pochi mesi” ha esemplificato Bianchi. “Ab- biamo realizzato un modello di resilienza che potrà essere impie- gato anche in futuro su altri dossier di politica industriale. Il Pnrr dovrà rappresentare la perfetta sintesi di questo anno di pandemia in termini di politica industriale”. Fabbrica a ‘umanità aumentata’ “La gente non capisce che certi paradigmi introdotti con Industria 4.0 sono strutturali e destinati ad accompagnarci nel futuro pros- simo” ha affermato Marco Bentivogli, coordinatore nazionale Base Italia, un passato come sindacalista Fim Cisl. “Qualcuno vuole già parlare di Industria 5.0, ma c’è ancora molta strada da fare per avere un’adozione capillare dei nuovi precetti manifatturieri. Una smart factory contiene già degli elementi di sostenibilità, ma non si parla soltanto di ambiente. Bisogna includere anche il rispetto per con- dizioni di lavoro meno faticose e logoranti per gli operai. Negli ac- cordi che abbiamo stretto con FCA abbiamo deciso di collegare gli stipendi a degli obiettivi di produttività ed efficienza aziendale, ma anche al raggiungimento di determinati parametri come zero fatica e la riduzione degli infortuni. In questo modo abbiamo tracciato la rotta per un nuovo paradigma di contrattazione”. Cambiano dun- que gli obiettivi: non più soltanto migliorare i risultati economici o la produttività, ma anche permettere ai lavoratori l’ergonomia e una postura corretta. In questo modo, si ottiene un valore che influenza positivamente la produttività. “Siamo proiettati nella fabbrica del futuro, una fabbrica che non può fare a meno dell’essere umano. Qualsiasi tecnologia avanzata ha bisogno di persone con una no- tevole qualificazione e professionalità” ha ricordato Bentivogli. “Bisogna tornare a investire sul capitale umano per raggiungere l’o- biettivo della cosiddetta ‘umanità aumentata’: la sinergia fra umano e tecnologico porta a risultati migliori e incrementata l’efficienza”. È ormai superata l’idea di una fabbrica ‘workerless’ come ipotizzato in passato. L’obiettivo oggi è avere una fabbrica di nuova concezione con esseri umani ‘potenziati’, con competenze ed esperienze che ga- rantiscano loro sicurezza e consentano loro di realizzarsi nel lavoro. Da qui dunque l’importanza della formazione. Nel Pnrr si parla di ITS, i centri di alta formazione che portano alla creazione di operai ultra- specializzati esperti di nuove tecnologie, per cui sono state stanziate risorse ingenti, ma serve uno sforzo ulteriore. “Abbiamo dimostrato durante la pandemia di essere capaci di riconvertirci rapidamente o di concentrare gli sforzi in determinati settori cardine” ha concluso Bentivogli. “Ora ci sono altre aree su cui puntare: le batterie per le auto elettriche o il 5G, ma anche le navi intelligenti. Serve però che il Pnrr preveda degli elementi di integrazione europea”. CFI - Cluster Tecnologico Nazionale Fabbrica Intelligente www.fabbricaintelligente.it Le risorse del Pnrr, il programma di investimenti che l’Italia deve inoltrare alla Commissione Europea nell’ambito del Next Generation EU, offrono opportunità da non perdere
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