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APRLE 2021 AUTOMAZIONE OGGI 429 80 AO TAVOLA ROTONDA Simone Marchetti , sales development manager, Digital Supply Chain Solutions di Oracle Italia ( www.oracle.com ) : Nel nostro tes- suto imprenditoriale, tradizionalmente il motore dell’innovazione tecnologica è nellamedia impresa, che si pone al centro della ‘catena di trasmissione’ del cambiamento anche per mezzo della ricerca di strumenti e di modelli per innovare prodotti e offerte in un conte- sto in cui la specializzazione su cui tradizionalmente si faceva leva per competere, non è più sufficiente. Specialmente in questi ultimi mesi abbiamo visto questa fascia di imprese particolarmente attiva nell’accelerare percorsi di trasformazione digitale connessi all’esi- genza di affrontare la crisi ma anche in un’ottica di crescita futura. Gli ostacoli che si incontrano in questo percorso, molto spesso sono an- cora culturali; c’è una necessità di comprensione dei tantissimi stru- menti ormai disponibili in ottica di casi d’uso, opportunità concrete per la singola azienda, e c’è un tema di divide tecnologico rispetto alla disponibilità di infrastrutture di rete che però, stando alle linee guida che vediamo nel Piano Nazionale di Resilienza e Ripresa, ha ottime possibilità di essere affrontato con decisione in tempi brevi. Marco Gamba , EcoStruxure for Industry manager di Schneider Electric ( www.se.com ) : In questi ultimi mesi alcuni dati relativi in particolare alla richiesta di incentivi da parte delle aziende italiane confermano che nonostante gli scenari che si sono dispiegati da un anno a questa parte, c'è una dinamicità rispetto all’investimento in innovazione. Ad esempio, per gli incentivi legati alla Nuova Sabatini nel 2020 il valore di fondi preno- tati dalle PMI con le loro richieste è stato superiore del 15% rispetto all’anno precedente e la gran parte di essi sono legati all’investimento in tecnologie abilitanti per l’Indu- stria 4.0. Oggi come oggi, l’ostacolo a una maggiore crescita a mio avviso non è più legato tanto al tema della consapevolezza delle opportunità o alle competenze, su cui man mano stiamo migliorando; quello di cui le aziende hanno bisogno per agire in modo più deciso è vedere e speri- mentare casi d’uso veri, reali, per ca- pire quale è il ritorno concreto di un investimento. Un altro aspetto importante riguarda la necessità di trasformare la digitalizzazione in un percorso di filiera: digitalizzare la singola macchina, l’impianto è utile ma il vero valore aggiunto è fare in modo che OEM, system in- tegrator, utenti finali, fornitori siano sulla stessa ‘lunghezza d’onda’ e capiscano i vantaggi reciproci di attuare un percorso di innovazione 4.0, moltiplicando gli effetti positivi. Adottare un approccio di filiera è la chiave per quanto riguarda la digitalizzazione, ma lo sarà anche per l’altro grande scenario legato alla sostenibilità, che come sap- piamo è un tema ineludibile e strettamente integrato, come si evi- denzia anche nelle linee guida del recovery fund, con la tecnologia. Pomari: Il digital divide, ovvero il divario all’interno del tessutoma- nufatturiero nell’accesso agli strumenti e alle competenze digitali è uno dei principali ostacoli. A seguito dell’avvento dell’Industry 4.0, ad esempio, più del 50% delle piccole e medie imprese ha dimostrato di non disporre di mezzi e know-how adeguati a co- glierne l’opportunità e trarre benefici dal progresso tecnologico. Per questo motivo, al fine di assicurare la sostenibilità nel tempo degli attuali processi di transizione digitale, è necessario concen- trare maggiori risorse sulla formazione di figure qualificate, incen- tivando programmi di apprendimento continui anche all’interno delle aziende, attraverso unamaggiore e più fluida interazione tra il mondo industriale e accademico. In tal senso, i Competence Center Industry 4.0 rappresentano un primo e importante passo in avanti in questa direzione, per offrire un supporto concreto alle imprese nella valutazione del livello di maturità sia digitale sia tecnologica, promuovendo al tempo stesso un’attività di ricerca applicata. Lapp vede, da sempre, nell’expertise del suo team una leva competitiva importante: il gruppo ha infatti attivato un percorso formativo, a livello mondiale, erogato dall’Institute for Control Engineering of Machine Tools and Manufacturing Units dell’Università di Stoc- carda, volto a specializzare risorse interne in ambito di Industrial Communication, grazie a cui operiamo sul mercato in qualità di consulenti affidabili, oltre che fornitori di soluzioni, nel mondo del networking di fabbrica. Fontana : L’Italia rispetto alla media UE e agli USA ha investito in passato molto meno nelle tecnologie dell’informazione, della comunicazione e nella componente informatica, determinando negli ultimi anni quel significativo differenziale di crescita. Eviden- temente la situazione ha comportato un progressivo deteriora- mento della competitività e una minore attrattività nei confronti degli investimenti esteri. L’emergenza affrontata nel 2020 e che ancora non ci siamo lasciati alle spalle, ha certamente costretto le aziende ‘a evolversi’ il più velocemente possibile per garantirsi la sopravvivenza. Cocchi : Nell’impennata della crescita digitale italiana molto hanno fatto le campagne governative e gli incentivi fiscali degli ultimi anni che hanno spinto le imprese ad investire. Gli ostacoli che vedo sono da un lato la situazione pandemica che stiamo vivendo (che scoraggia gli investimenti anche in condizioni di incentivazione fi- scale). Dall'altro una mancanza di consapevolezza dei vantaggi che gli strumenti digitali possono portare alle imprese. Pensiamo solo cosa ha potuto significare il remote-control o l’lIoT in condizioni di carenza di personale per motivi di sicurezza. Oppure cosa ha significato la con- tinuità produttiva garantita con sistemi di automazione. Un altro ostacolo potrebbe essere la com- plessità che alcune imprese speri- mentano nell’accedere agli incentivi fiscali. Esistono certificazioni digitali applicate ai prodotti che facilitano le imprese nell’accedere a questi incen- tivi. Il PDT ad esempio, che abbiamo da pochi mesi conseguito, è di notevole aiuto nel velocizzare pratiche e ridurre così il ritorno d’in- vestimento delle aziende che acquistano innovazione tecnologica. Automazione Oggi: Tra le criticità evidenziate dallo studio Desi, l’I- talia avrebbe carenze in tema di ‘capitale umano’. Quali sono le azioni che dovrebbero essere intraprese a livello nazionale per migliorare la situazione? Marchetti : Stante il percorso di innovazione e digitalizzazione che interessa il mondo manifatturiero è certo che alcune competenze Marco Gamba, EcoStruxure for Industry manager di Schneider Electric Alessio Cocchi, country manager Italia di Universal Robots
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