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APRILE 2021 AUTOMAZIONE OGGI 429 38 AO ATTUALITÀ dotti attualmente si basano su valutazioni di conformità di terze parti effettuate nel Regno Unito, dovranno far eseguire nuove valutazioni da organismi notificati con sede in UE per garantire la conformità continua. Logistica e approvvigionamento L’uscita del Regno Unito dalla UE avrà ri- cadute anche sulla catena di approvvigio- namento. In base alle normative UE e alle nuove norme del Regno Unito, infatti, ogni operatore avrà obblighi normativi diversi quale produttore, importatore o distribu- tore. In particolare, se un produttore del Regno Unito esporta in UE, il Paese rice- vente è considerato Paese importatore. Gli obblighi di un importatore sono più one- rosi di quelli di un distributore e spetta a lui garantire che i prodotti siano conformi alle normative UE. Ciò si applica anche agli esportatori UE verso il Regno Unito. La divergenza ora è solo amministrativa, con Regno Unito e UE che adottano si- stemi diversi ma si affidano agli stessi standard di salute e sicurezza validi ovun- que. A ogni modo, i due sistemi dovranno essere strettamente allineati fra loro per una facile integrazione, per consentire alle aziende di vendere prodotti sia nel Regno Unito sia in UE. In caso contrario potrebbero crearsi situazioni conflittuali e conseguenti oneri finanziari. Le conseguenze della Brexit si fanno sen- tire anche su e-commerce e spedizioni. Ritardi nelle spedizioni, tassi e dazi doga- nali, calo del tasso di cambio della sterlina. Sono solo alcuni dei possibili effetti della Brexit che i commercianti che operano da e verso il Regno Unito si troveranno pro- babilmente a fronteggiare. “Sfortunatamente, il 61% delle aziende inglesi non si è preparato a lasciare for- malmente la UE. E con ben 2,31 milioni di cittadini europei che lavorano nel Regno Unito, non mancheranno le sfide riguar- danti le assunzioni” commenta Francesco Borghi, CEO di ShippyPro (fonte www. euronews.com/2020/07/19/brexit-covid- 19-leaves-uk-companies-even-less-prepa- red-report-warns). “Come se non bastasse, c’è la preoccupazione che la Brexit dan- neggi gli investimenti nazionali ed esteri delle economie europee. E già il fatto che colossi come Amazon abbiano sospeso temporaneamente le consegne di piccoli pacchi tra UK e UE nell’Amazon Partnered Carrier Programme, fa capire quanta incer- tezza vi sia ancora sugli scenari futuri”. Quello che è certo è che le aziende e-com- merce nel Regno Unito con clienti europei verranno colpite in modo diverso rispetto a quelle europee con clienti inglesi, ma in ogni caso si prevedono sostanziali cam- biamenti per tutti. I commercianti che operano da e verso il Regno Unito si troveranno quindi ad as- solvere a nuovi obblighi amministrativi e a doverli implementare nei loro processi. Ecco i principali ‘punti dolenti’ individuati da ShippyPro, piattaforma per la gestione delle spedizioni, tracking e resi degli or- dini, che ha provato a fornire un ‘vademe- cum’ di indicazioni utili per affrontarli: verrà applicata l’IVA sugli ordini inferiori a 135 sterline (circa 147 euro); gli ordini su- periori a 135 sterline, invece, saranno sog- getti a dazi e IVA all’importazione. doganali per la spedizione nel Regno Unito: - Codice Eori. Dal 1° gennaio 2021, se si vende nel Regno Unito oltre che in Europa, servirà un codice Eori (Economic operator registration and identification) sia inglese che europeo, ovunque si trovi l’attività. Dato che Regno Unito e UE saranno se- parati ufficialmente, occorrerà un Eori per entrambe le entità, poiché il codice Eori identifica lo specifico esportatore. - Dichiarazione doganale CN22, CN23. Le aziende e i privati che inviano merci dal Regno Unito nella UE dovranno compi- lare un modulo di dichiarazione doganale (CN22 o CN23): CN22 per colli di peso fino a 2 kg e valore fino a 425 euro; CN23 per colli con peso da 2 a 20 kg e valore pari o superiore a 425 euro. - DAP e DDP. La scelta di utilizzare il ser- vizio DAP (Delivered at Place) o il DDP (Delivered Duty Paid) dipende dal tipo di attività. Con DAP l’importatore è respon- sabile del pagamento dei dazi; con DDP è invece l’esportatore a pagarli prima di consegnare il prodotto. La maggior parte delle aziende di e-commerce B2C do- vrebbe utilizzare il servizio DDP in modo da soddisfare le aspettative dei clienti. Il DAP potrebbe rivelarsi la strategia giusta per le società di e-commerce B2B o per quelle che consegnano grandi quantità di merci a un rivenditore. britannici dovranno registrare l’IVA in cia- scun Paese in cui vendono. Non esiste più un minimo, quindi anche solo per un or- dine da un Paese si dovrà registrare l’IVA in quel Paese. Inoltre, i vendor britannici dovranno controllare le leggi dei singoli Paesi UE per stabilire quali richiedano un rappresentante fiscale locale. Per tali mo- tivi, alcune realtà potrebbero valutare di abolire l’IVA da alcuni Paesi nei quali non prevedono grandi vendite, al fine di sem- plificare le registrazioni dell’IVA. I venditori UE che prevedono di spedire ordini inferiori a 135 euro nel Regno Unito, devono registrare l’IVA presso Hmrc. Se si spedisce nel Regno Unito, bisogna riscuo- tere l’IVA sugli ordini inferiori a 135 euro (responsabilità che spetta invece alla piat- taforma se si utilizza un marketplace come Amazon o Ebay). ! trimestralmente per gli ordini trimestrali inferiori a 135 euro. Non sarà necessario farlo per ordini superiori a tale cifra, che saranno invece soggetti all’IVA sull’impor- tazione e a eventuali dazi. " # da e-commerce da e verso Regno Unito e UE potrebbero subire modifiche. Si pre- vedono ritardi nelle spedizioni, cosa che potrebbe causare insoddisfazione nei clienti che aspettano di ricevere un rim- borso. “Consigliamo ai commercianti, in quest’ultimo caso, di giocare d’anticipo e rivedere la propria strategia di spedizione per e-commerce” suggerisce Borghi. “Tut- tavia, un’ottima esperienza di reso può au- mentare le conversioni e la fidelizzazione dei clienti”. Occorre consapevolezza Le aziende devono essere pienamente consapevoli delle normative e dei nuovi standard entrati in vigore dopo il 2021. “I negoziati sulla Brexit si sono conclusi poco prima del 31 dicembre 2020 e potreb- bero essere ancora apportate modifiche ai regolamenti, ma si consiglia di cercare assistenza legale ove possibile. La sfida più grande sarà la completa trasparenza delle linee guida per assicurare che sia alle aziende che ai produttori, agli impor- tatori o ai distributori risulti perfettamente chiaro il loro ruolo e ciò che viene loro ri- chiesto all’interno della catena di approv- vigionamento” conclude Rush. Distrelec - distrelec.com ShippyPro - www.shippypro.com

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