AO_426
NOVEMBRE-DICEMBRE 2020 AUTOMAZIONE OGGI 426 72 AO S P E C I A L E Paolo Bai cegliere l’interfaccia più appropriata per un’applica- zione di machine vision è un passaggio fondamentale del processo di selezione della telecamera. Ve ne sono principalmente di due tipi: dedicate e consumer. Le prime sono utili per applicazioni con risoluzioni o ve- locità particolarmente elevate: per esempio, per le telecamere a scansione lineare usate per ispezionare processi a flusso continuo, come quelli per la produzione di carta o pellicole plastiche, in cui le telecamere funzionano spesso nel range dei kHz. In ogni caso, queste interfacce tendono a essere sostanzialmente più costose e meno flessibili e a far aumentare la complessità dei sistemi. Ca- meraLink, che supporta fino a 6,8 Gbit/s di dati, e CoaXPress, che ne supporta fino a 12 Gbit/s, sono interfacce per la machine vision dedicate, utilizzate in genere per questo tipo di applicazioni. Oltre alle telecamere, i sistemi che utilizzano queste interfacce richiedono digitalizzatori video, schede specializzate per la ri- cezione dei dati delle immagini e il relativo assemblaggio in im- magini utilizzabili. Le interfacce per la machine vision dedicate inoltre utilizzano cavi proprietari, caratteristica che ne rende l’in- tegrazione con altre periferiche un po’ più complessa. Interfacce di tipo consumer Le interfacce consumer consentono alle telecamere per machine vision di connettersi ai sistemi di hosting mediante gli standard USB ed Ethernet ampiamente disponibili. Per la maggior parte delle applicazioni per machine vision, le interfacce consumer USB S Interfacce per la machine vision consumer e dedicate sono utilizzate in molte applicazioni: vediamo pro e contro dell’una e dell’altra soluzione per determinare quale sia la migliore in rapporto a specifici casi d’uso Interfacce per la machine vision Foto tratta da www.pixabay.com CoaXPress (CXP) Introdotta nel 2008 a supporto di applicazioni di imaging ad alta velocità, L’interfaccia CoaXpress (CXP) utilizza cavi coassiali a 75 Ohm e supporta velocità di trasferimento dei dati massime di 6,25 Gbit/s per ciascun canale, con la possibilità di utilizzare più canali per supportare velocità di trasferimento dei dati ancora maggiori. Un cavo CXP è in grado di fornire un’alimentazione massima di 13 W per cavo e richiede che sia il dispositivo sia l’host supportino l’interfaccia di programmazione delle telecamere GenICam. Mentre i cavi coassiali a linea singola sono poco costosi, le spese aumentano rapidamente quando si configurano gruppi di cavi a linee multiple e digitalizzatori video. CameraLink Introdotto nel 2000 da Automated Imaging Association (AIA), lo stan- dard CameraLink è stato aggiornato progressivamente per suppor- tare velocità dati più elevate, con alcune versioni che richiedono due cavi per la trasmissione. Le tre configurazioni principali disponibili sono Base (2,04 Gbit/s), Medium (5,44 Gbit/s) e Deca/Extended (6,8 Gbit/s). Lo standard di base utilizza un connettore MDR (Mini D Ribbon) a 26 pin, mentre la capacità delle configurazioni medie/ complete raddoppia grazie a un secondo cavo. Le versioni Deca/ Extended superano i limiti imposti da CameraLink, raggiungendo un
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MTg0NzE=