AO_425

OTTOBRE 2020 AUTOMAZIONE OGGI 425 15 AO IL PUNTO I I n noto aforisma recita che “ Per chi usa il martello, tutto il mondo è un chiodo ”. Non c’è molto da stupirsi quindi se, da accademico che si occupa di automa- zione e sistemi di controllo, nel rileg- gere quanto abbiamo vissuto nei mesi passati (e ci apprestiamo a vivere nei prossimi) a motivo del Covid-19, vedo ovunque processi dinamici e anelli di re- troazione, e mi chiedo se e quanto negli indirizzi politici e strategici messi in campo contro la pandemia si sia tenuta in considerazione tale natura dinamica. Prendo spunto dal lavoro del collega Francesco Casella (accessibile anche liberamente su arXiv: https://arxiv.org/ abs/2003.06967 ) che aveva segnalato certi ‘errori di valutazione’ in tempi non sospetti; ma segnalo che nel frattempo numerose iniziative sono state intra- prese dalla comunità accademica inter- nazionale dell’automatica sul tema della previsione e controllo della pandemia (un punto di partenza per approfondire: https://covid.ieeecss.org ) . L’aspetto per me più sorprendente nei primi tempi del passaggio da epidemia a pan- demia è stato l’approccio business as usual adottato da molti stati: nessuna limita- zione (danneggerebbe l’economia), miriamo subito all’immunità di gregge (con un numero sufficiente di contagiati guariti, l’epidemia non trova più chi contagiare e si ferma). Ottimo approccio per un raffreddore, ma non per una malattia che richiede cure non banali, come la terapia intensiva… infatti poiché i processi epidemiologici sono esponenzialmente instabili, l’andamento dei contagi in assenza di controllo è esplosivo, e le conseguenze sono migliaia di morti senza assistenza adeguata, e la ne- cessità di imporre comunque limitazioni ma in ritardo, con danni all’economia anche peggiori di quelli che si sarebbero avuti intervenendo all’inizio del problema. Quanto appena descritto è ben noto dai semplici modelli epidemiologici presentati come esempi nei corsi introduttivi di controlli automatici per gli studenti del primo o se- condo anno della laurea triennale; e probabilmente se ne rendevano conto anche gli antichi romani, che consigliavano principiis obsta . Sorprendentemente, pare che tale principio fosse invece ignoto ai policy maker di alcuni degli stati tecnologicamente più avanzati del mondo. Un secondo esempio è strettamente correlato ai principi del controllo in retroazione (misuro, valuto l’errore, correggo), che è alla base di tutta l’automazione, e quindi sicuramente caro e approvato senza riserve dai lettori di Automazione Oggi . La do- manda è se, per contenere la diffusione del contagio, basti applicare o rimuovere le contromisure restrittive sulla base dei contagi misurati giorno per giorno. Verrebbe da rispondere con un sì senza condizioni, ma anche qui c’è una trappola, data dall’in- treccio esplosivo fra la dinamica instabile del contagio e i ritardi nella misura (tempi di incubazione, soggetti asintomatici ecc). Anche qui, l’effetto destabilizzante dei ritardi è cosa ben nota a chiunque si occupi di automazione, anche da principiante… ma molte delle ‘ricette’ proposte per gestire i contagi (riaprendo tutte le attività prima possibile) sembrano non considerarlo un problema molto serio. Sono solo due possibili esempi ispirati dalla gestione della pandemia a livello mon- diale, ma sottolineano la stessa urgenza alla quale accennavo nell’editoriale del n. 416 di Automazione Oggi: la necessità di una battaglia culturale ad ampio spettro per far sì che l’automazione (e, in generale, la consapevolezza della natura dinamica dei pro- cessi reali, e degli effetti degli anelli di retroazione) da tecnologia nascosta acquisisca il ruolo che le spetta di ‘chiave ermeneutica’ fondamentale della realtà, anche al di fuori degli ambiti strettamente tecnici. Il Covid ci ha mostrato come da ciò potrebbe dipendere non solo il nostro benessere, ma anche la nostra stessa vita. U L’automatica ai tempi del Covid Sergio Galeani Comitato Tecnico Automazione Oggi e Fieldbus&Networks

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