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GIUGNO-LUGLIO 2020 AUTOMAZIONE OGGI 423 53 prototipi. “È stata fondamentale la collaborazione con Marco Bortolotti, responsabile servizio informativo aziendale dell’Ospe- dale di Sassuolo, che non solo ci ha contattato ma ha fatto da tramite per aiutarci a comprendere le necessità degli operatori. E proprio da questo confronto è emerso che la criticità maggiore di questi giorni è la mancanza di dispositivi di sicurezza per i medici e gli infermieri. Abbiamo quindi cercato di risolvere il problema trasformando queste apparecchiature in dispositivi di protezione”. La stessa maschera Decathlon è stata quindi collegata, tramite un connettore stampato in 3D, a due filtri che si trovano regolarmente in commercio. In questo modo la maschera copre perfettamente le aree del viso più a rischio contagio, bocca naso e occhi, e consente di respi- rare in sicurezza pur continuando la pro- pria attività. “Oltre a progettare un sistema efficace, abbiamo cercato di usare componenti che fossero reperibili sul mercato, per rendere la soluzione più pratica e veloce da realizzare. I filtri usati, ad esempio, sono facilmente reperibili in commercio e non richiedono un ricambio continuo, possono funzionare continuativamente per oltre un mese. Dopo un test all’ospedale di Sassuolo, abbiamo proceduto con la stampa e la consegna dei dispositivi anche ad altri ospedali emiliani. Grazie all’attivazione di Daniele Moretto, della direzione del Bellaria di Bologna, ad esempio, in pochi giorni abbiamo fatto testare ad Alberto Rocca, direttore del reparto terapia semintensiva Covid19, un primo campione e poi abbiamo consegnato diversi pezzi”. Dal progetto alla realizzazione Una volta valutate le reazioni positive degli addetti ai lavori, la notizia delle maschere ha cominciato a circolare velocemente, e altrettanto velocemente sono iniziate ad arrivare le richieste da parte di ospedali, case di cura o anche singoli medici di base, alle prese con le carenze croniche di dispositivi di protezione. Ne è nata una grande cordata di solidarietà, in cui ognuno ha contribuito a suo modo. “È solo grazie all’aiuto di tanti soggetti che abbiamo potuto portare avanti questo progetto: dalla Prote- zione Civile alla Croce Italia che quotidianamente ha recuperato sul territorio le maschere donate dai cittadini per convertirle, alla raccolta fondi che abbiamo lanciato per acquistare i filtri medicali, alle aziende che hanno deciso di seguirci nel pro- getto”. Diverse aziende infatti, che già avevano avuto modo di lavorare con i professionisti di THE3Dgroup, hanno voluto contribuire a questa iniziativa: Ferrari, Marchesini Group, Stratasys, Guimer, Pedrollo, GKN Driveline Firenze, Tacchifico Monti, Best Hoses, Energy Group e persino l’Aeronautica Militare. Hanno tutte messo a disposizione un parco macchine all’avanguardia in grado di produrre velocemente, con la mas- sima qualità, e potenzialmente ovunque, i raccordi stampati in 3D. Sono state con- vertite nel giro di poche settimane oltre 1.000 maschere, consegnate agli ospe- dali di tutta Italia, singoli medici di fami- glia e più in generale a chi è esposto in prima linea alla lotta contro il Covid 19. Questa vicenda, oltre alle bellissime im- plicazioni umane, può avere interessanti conseguenze professionali. Se è vero che le situazioni di difficoltà aiutano ad aguzzare l’ingegno, quello che si è aperto con questa emergenza è un mondo di possibilità, in cui le stampanti 3D non sono solo uno strumento efficiente per l’ufficio progettazione per realizzare i soliti prodotti, ma un’occa- sione per pensare oltre gli schemi tradizionali. Possono diventare un modo per risolvere problemi nel ciclo produttivo, o di aprire opportunità o mercati completamente nuovi e mai pensati. • Solid Energy - www.solidenergy.it La stessa maschera Decathlon è stata collegata, tramite un connettore stampato in 3D, a due filtri che si trovano regolarmente in commercio Le stampanti 3D sono un modo per risolvere problemi nel ciclo produttivo
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