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GIUGNO-LUGLIO 2020 AUTOMAZIONE OGGI 423 43 1986, basato sulla creazione di oggetti 3D a partire dalla sovrap- posizione di elementi/strati 2D, rimane ancora oggi valido. Da lì la storia è lunga e spettatrice di molti sviluppi che hanno contribuito al miglioramento e alla diffusione della tecnolo- gia. Nell’anno della concessione del brevetto a Chuck Hull, Carl Deckard, Joe Beaman, Paul Forderhase e diversi altri ricercatori svilupparono la sinterizzazione, cambiando la resina con il nylon. Nel 1988 Kramp brevettò la fused deposition modeling ossia pla- stica fusa da depositare strato su strato evitando polveri e laser. Nel 1993, come successe per la TV nel 1976 in Italia, si passa alla stampa 3D a colori grazie al contributo del MIT di Boston. Il fer- mento e il continuo interessamento per questa tecnologia, por- tarono i ricercatori tedeschi del Fraunhofer Institute, nel 1995, a dare il via al metodo del selective laser melting - permettendo così di produrre per la prima volta oggetti tridimensionali vera- mente solidi, con una densità che poco aveva da invidiare all’in- dustria tradizionale. Grazie a questo metodo infatti si poterono fondere polveri di metallo e ottenere oggetti con una densità del 98%. Densità migliorata nel 2002 e portata al 99,98% grazie alla EBM - Electron Beam Melting, ossia al consolidamento delle pol- veri metalliche grazie a un fascio di elettroni concentrato. Era il 2005… Ma veniamo al momento storico che, forse, più di altri, ha per- messo la diffusione a livello se non domestico almeno hobbistico della stampa 3D. È il 2005 e in Inghilterra vede la luce il progetto open source di realizzazione di una stampante 3D con il nome di RepRap (abbreviazione di Replicating Rapid Prototyper). Essa può essere considerata la progenitrice di tutte le stampanti 3D che utilizzano la tecnica di stampa additiva FDM. Il progetto Re- pRap, avviato nel 2005 da Adrian Bowyer, nasceva con l’intento di costruire una stampante 3D in grado di autoreplicarsi, ovvero in grado di stampare tutte le componenti in plastica necessarie per realizzare una nuova copia della stampante stessa. L’obiet- tivo principale di questo progetto open source è stato quello di costruire una stampante 3D il cui costo di produzione e costru- zione fosse accessibile a tutti. Ad oggi il progetto RepRap conta centinaia di migliaia di seguaci in tutto il mondo che la utilizzano o se la costruiscono da soli. Infatti questa è la strada sicuramente più facile e veloce per possedere una stampante 3D. Poiché la costruzione di questa macchina richiede un’ottima esperienza in ambito elettronico-meccanico alcune aziende hanno messo in vendita dei kit con istruzioni che ne rendono il montaggio molto più semplice. Se da un lato la stampa 3D oggi ha la possibilità di entrare nelle case di tutti quelli che hanno la passione per il fai da te ‘digitale’, in ambito industriale sta assumendo un ruolo strategico nella realizzazione delle soluzioni custom. Per mezzo delle nuove tec- nologie e di nuovi materiali, soprattutto quelli metallici, si assiste oggigiorno alla riduzione massiva dei costi per la realizzazione di parti meccaniche che prima richiedevano diverse ore di lavo- razione al CNC. Ma non basta. Anche la fase di progettazione è notevolmente migliorata. La realizzazione di componenti con l’ausilio di centri di lavoro classici, richiedeva al progettista delle accortezze per ‘assecon- dare’ i limiti della macchina sebbene oggi queste ne abbiamo molto pochi. Tuttavia la stampa 3D ha ampiamente dimostrato di poter andare oltre. Di fatti non è più necessario ricorrere alle simmetrie dei pezzi per consentire la lavorazione delle singole parti per poi procedere all’assiemaggio. La stampa 3D di fatto consente di creare manufatti i cui interstizi non debbono essere raggiunti da utensili ma possono essere agevolmente ricavati gra- zie al processo di stampa stesso. La personalizzazione Qualcuno potrebbe obiettare che le caratteristiche meccaniche di tali oggetti però non possano essere paragonate a quanto ottenuto attraverso processi di lavorazione ‘classica’ e ben noti. Anche su questo fronte la differenza però si sta assottigliando notevolmente. Le nuove tecniche di stampa 3D per metalli e non solo, stanno permettendo di raggiungere dei livelli di affidabilità meccanica molto simili a quanto ottenuto con processi che ab- biamo definito classici. Oltre a questi aspetti funzionali è bene però comprendere che la stampa 3D, sia di oggetti in materiale plastico sia metallico, con- sentono di realizzare delle soluzioni personalizzate in moltissimi ambiti. Come per esempio la realizzazione di gioielli, la creazione di parti di ricambio e molto altro ancora. Le potenzialità sono enormi, è probabile che in un futuro non molto lontano non andremo più ad acquistare oggetti fisici come tegami, oggetti e complementi di arredo e molto altro ma, sem- plicemente, li scaricheremo dalla rete e li realizzeremo comoda- mente a casa nostra potendoli personalizzare. Non ci resta dunque che rimanere comodamente seduti sul no- stro divano e aspettare un po’ per assistere alle strabilianti novità dei prossimi anni. • Idea - www.idea-on-line.it Image by clausabraham from Pixabay

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