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Inbreve ono diverse le imprese italiane che da qualche anno stanno rive- dendo le decisioni che le avevano portate a realizzare una quota consistente della produzione, direttamente o ricorrendo a fornitori, nei Paesi del Far East. Dall’analisi condotta da un gruppo di ricercatori di atenei italiani, fra i quali anche l’Università di Bologna, è emerso che tra le motivazioni più frequen- temente addotte per giustificare il riavvi- cinamento delle produzioni si riscontra la necessità di rafforzare il posizionamento dell’offerta attraverso l’affermazione dell’o- rigine. Un aspetto non trascurabile in com- parti dove il ‘made in Italy’ può fare la diffe- renza. Vi è poi l’esigenza di assicurare una maggiore qualità del servizio, non sempre garantita dalle imprese localizzate in Estre- mo Oriente. Tra le motivazioni che stanno spingendo al back shoring figura anche il venir meno dei differenziali di costo rispetto alla produzione nazio- nale a causa del rapido incremento del costo del lavo- ro nelle aree in cui sono state localiz- zate le produzioni, e la crescita delle spese logistiche, soprattutto di trasporto e stoccaggio, determinate dalla lontananza dai siti di produzione. Oggi, a seguito della diffusione del Co- vid-19, emerge un altro aspetto da consi- derare ripensando il modello di approvvi- gionamento aziendale: i rischi insiti in una supply chain lunga e distante. L’emergenza che stiamo vivendo ha aperto a un pro- cesso di deglobalizzazione, mettendo in evidenza quanto sia importante riappro- priarsi del controllo diretto delle attività per garantire la continuità produttiva. Sono infatti molte le imprese che, all’inizio della pandemia, sono state costrette a ricorrere a un ‘recovery plan’ per fare fronte allo shock manifatturiero causato dalla carenza di ma- teriali provenienti da stabilimenti localiz- zati in aree già contaminate dal virus. Se in alcuni casi il mantenimento dell’operatività di queste aziende è stato possibile in tempi brevi e con aggravi di costo sopportabili, in altri ha determinano vere e proprie crisi. La pandemia globale ha reso dunque evi- dente un problema già esistente; ora è tem- po di prepararsi al futuro e mettere a punto sistemi di gestione delle supply chain più vantaggiosi sul lungo periodo e più resi- lienti. Per questo, è necessario attivare tutti i livelli della filiera operativa, a partire dal cliente finale e dal canale distributivo, rive- dendo le previsioni di vendita per identifi- care con maggiore precisione le priorità e i fabbisogni reali. Essenziale poi il dialogo con i fornitori, per analizzare le capacità produttive disponibili e attivare ricerche per individuare nuove fonti. Il flusso dei materiali deve inoltre essere reso traspa- rente per far emergere eventuali giacen- ze. In una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo, infine, potrebbe rivelarsi utile l’utilizzo di materiali e com- ponenti originariamente destinati al post- vendita, per riuscire a continuare l’attività produttiva e ricostituire le scorte. In questo scenario Gruppo Varvel ( www. varvel.com ) si pone come partner ideale per le aziende che vogliono poter contare su una supply chain affidabile e che sono spinte da esigenze di qualità e controllo del prodotto. L’importante esperienza e la produzione 100% italiana del Gruppo sono garanzia di affidabilità, per affrontare al meglio questa sfida. L’emergenza sanitaria di questi mesi e le conseguenti ripercussioni sul settore manifatturiero hanno riacceso il dibattito su back e near reshoring: Gruppo Varvel è pronto ad accettare la sfida MAGGIO 2020 AUTOMAZIONE OGGI 422 26 AO LINEA DIRETTA Strategie di sourcing S Comau ( www.comau.it ) , attraverso il lavo- ro congiunto di un team di ingegneri di- slocati tra Italia, India, Brasile, Stati Uniti e Cina, si concentra su innovazione, ricerca, sviluppo e applicazione immediata di nuo- ve tecnologie per digitalizzare parti sem- pre più ampie del processo produttivo e progettare con le aziende le fabbriche del futuro. Dai wearable ai robot collaborativi, le smart factory utilizzeranno sempre di più queste tecnologie per generare valore, con benefici che vanno dall’incremento della produttività alla riduzione del time to market, ma anche la possibilità di gestire in remoto sempre più attività attraverso l’IoT e la realtà aumentata. Mariagrazia Corradini Nasce Web Training per la progettazione elettrica Il programma ‘Web Training’ di SDProget ( www.sdproget.it ) offre un ciclo di corsi di formazione online e webinar gratuiti de- dicati all’approfondimento dei temi più importanti della progettazione elettrica. I corsi sono proposti in forma di webinar live e possono essere seguiti comodamente da qualsiasi luogo, senza impegni e costi di spostamento. I corsi di formazione pro- posti riguardano approfondimenti tecnici su diversi aspetti della progettazione elettri- ca, mentre i webinar offrono brevi pre- sentazioni di alcuni argomenti specifici. È possibile visualizzare il programma dei corsi, in continuo aggior- namento, e iscriversi a quelli di proprio inte- resse sul sito dell’azienda.
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