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AO GENNAIO-FEBBRAIO 2020 AUTOMAZIONE OGGI 419 116 tengono conto, è che i sistemi aperti devono essere sottoposti a processi di test e appro- vazione a garanzia della conformità di ciascun componente allo standard. Per i sistemi di processo, una risposta viene dall’‘Open Integration partner program’ di Endress+Hauser, che riunisce 13 produttori che vogliono garantire un’interazione snella fra i loro prodotti. L’iniziativa di coordinamento fra partner ‘Open Integration cooperation partners’ testa e documenta l’interazione fra i prodotti per applicazioni tipiche di automazione di pro- cesso. Interoperabilità standardizzata Ho recentemente ricevuto una chiamata da Alan Johnston, presidente e per molti anni punto di riferimento dell’associazione no profit Mimosa ( www.mimosa.org ) . Ho parte- cipato agli incontri di Mimosa per molti anni e sono stato per un anno il loro direttore marketing. Motivo della chiamata: l’iniziativa sta riprendendo slancio. Diverse organizza- zioni in Australia si sono dette interessate, il comitato ISA95 ha mostrato una rinnovata attenzione e la ‘Open O&M Initiative’ ha guadagnato nuova linfa vitale. La forza propulsiva di questo lavoro è continuare a promuovere l’interoperabilità e il flusso di dati/informazioni fra le maggiori applicazioni di progettazione, realizzazione e attività&manutenzione dell’impianto (engineering, operatività, manutenzione). Chiun- que di noi abbia mai cercato una attuale e corretta informazione/specifica di parte di un processo, affrontando spegnimenti improvvisi e non pianificati, può comprendere direi intuitivamente la natura critica di questo lavoro. L’Open Industrial Interoperability Ecosystem (OIIE) proposto da Mimosa consente di pas- sare dai tradizionali metodi di integrazione dei sistemi a un’interoperabilità basata su standard in settori ad alta intensità di risorse, quali l’industria di processo, quella dell’inte- grazione di energia, l’aerospaziale e la difesa, nonché il settore chiave delle infrastrutture critiche. L’ecosistema digitale OIIE è un ambiente industriale interoperabile indipendente dal fornitore che rappresenta un’alternativa pragmatica allo status quo, consentendo l’im- piego di applicazioni Cots (Commercial Off The Shelf) da parte di molteplici fornitori, così come di applicazioni fatte su misura. È definito da una ‘Industry Solutions Architecture’ standardizzata, che permette l’implementazione di istanze OIIE, sia al proprietario, sia all’operatore, come ai loro principali fornitori partner; istanze che sono adattabili, ripeti- bili, scalabili e sostenibili, a costi sensibilmente più bassi rispetto ai metodi tradizionali. TSN: a che punto siamo? Ricordate quando non si parlava d’altro che di Time Sensitive Networking (TSN)? Per un paio d’anni ad Hannover Messe c’erano display, schede di test, promozioni. Poi più niente. Un paio di pezzi chiave dello standard sono rimasti bloccati nei comitati. La Avnu Alliance non ha perso la speranza e sta lavorando all’implementazione wireless di TSN. Ha annun- ciato la disponibilità di un nuovo white paper e il lancio di un gruppo di lavoro Avnu per supportare il prossimo lavoro di estensione delle capacità di TSN verso il wireless. a mia posta è piena di notizie che parlano di ‘apertura’: standard aperti, open source, interoperabilità... le soluzioni ‘aperte’ av- vantaggiano chi le implementa, l’utente finale, che si avvale di tutto il lavoro di pro- gettazione già fatto per definire modelli, dati, messaggistica, e della conseguente riduzione dei tempi di integrazione e della complessità generale del sistema. Certo, gli integratori rimangono necessari. Ma il tempo richiesto per andare in produzione, una delle misure critiche per il successo di un prodotto, migliora notevolmente. Per non parlare dei tempi di risoluzione dei problemi, sia durante la fase di start-up che quella operativa. Tecnologie e standard aperti offrono di- versi vantaggi. Installare un sistema aperto e interoperabile, realizzato con l’apporto di più fornitori, comporta ovviamente una sfida di integrazione. I sostenitori delle so- luzioni single-vendor sbandierano il fatto che i prodotti provenienti da un’unica fonte lavoreranno sempre insieme senza soluzione di continuità e con prestazioni ottimali. Tuttavia, chi di noi ha lavorato con questo tipo di soluzioni, sa bene che in realtà sotto questa scelta, si cela talvolta una visione miope. Torniamo all’integrazione di sistemi che arrivano da molteplici fornitori. Un ingre- diente chiave, di cui non sempre i fornitori L Gary Mintchell , gary@TheManufacturingConnection.com, consulente ed esperto di tecnologia, fondatore e responsabile di The Manufacturing Connection ( www.TheManufacturingConnection.com ) , puoi seguirlo su Twitter @garymintchell AUTOMAZIONE USA MAGGIO 2020 AUTOMAZIONE OGGI 422 Il fascino dell’‘open’

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