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MARZO 2020 AUTOMAZIONE OGGI 420 50 AO ATTUALITÀ Ilaria De Poli @depoli_ilaria Stampa sì, ma in 3D Dalla pratica clinica a settori altamente performanti quali l’aerospaziale e l’automotive, l’additive manufacturing rappresenta una delle tecnologie più innovative oggi utilizzabili dalle aziende. Un convegno ha fatto chiarezza su opportunità e rischi ggetti che nascono quasi dal niente, strato dopo strato si allungano, acqui- stano volume e dimen- sione; lunghi filamenti di polimeri che si attorcigliano per cre- are forme flessuose, complessi intrecci che sembrano pizzi: è questa la ‘magia’ dell’Additive Manufacturing (AM), o in italiano ‘manifattura additiva’. Una tec- nologia che viene da lontano, da quella ‘prototipazione rapida’ di fine millennio che veniva impiegata dalle aziende per realizzare prototipi ‘in miniatura’ di og- getti complessi, da testare e verificare prima della messa in produzione vera e propria. Oggi non parliamo più di semplici ‘provini’, ma della possibilità di creare pezzi unici e completi, in tempi ridotti e a costi contenuti. Non solo, la caratteristica ‘più’ vincente dell’AM è costituita dalle infinite possibilità di personalizzazione che esso apre, per- fettamente rispondenti alle esigenze di unicità tipiche di questa nostra ‘società del digitale’. Ogni singolo prodotto può essere perso- nalizzato, realizzato su misura non solo in base alle preferenze estetiche del cliente, ma anche delle sue caratteristiche fisiche …o cliniche. “In ambitomedico, come del resto inmolti altri settori, ormai possiamo parlare di un ‘prima’ e un ‘dopo’ Additive Manufacturing” afferma Monica Carfa- gni dell’Università degli Studi di Firenze - T3Ddy, che sta portando avanti diversi progetti di AM in ambito medico in col- laborazione con l’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Siede fra gli ospiti del convegno intitolato ‘Smart Production: Additive Manufacturing come tecnologia abilitante per l’Industria4.0’ , recentemente organizzato daMesse Frankfurt Italia aMi- lano. Con lei, al tavolo, aziende produttrici di stampanti 3D ma anche utenti finali di svariati settori, dall’automotive all’aero- spazio, così come società di consulenza e progettazione. “L’AM ci permette di stampare in poco tempo e a costi con- tenuti, per esempio, dei pezzi che ripro- ducono fedelmente le particolarità di un paziente, con tutti gli eventuali ‘difetti’ o peculiarità che si discostano dalla norma, in modo che il chirurgo possa esercitarsi con quelle parti prima di un’operazione, o studiare il modo migliore per intervenire O In occasione del convegno sull’AM abbiamo intervistatoMonica Carfagni, dell’Università degli Studi di Firenze - T3Ddy; StefaniaMinnella, application engineer di HP Italy, e Silvia Cecchel, innovation and advanced engineer di Streparava tenendole in considerazione. Oppure possiamo riprodurre delle parti con le giuste misure e profili del paziente, per esempio arti artificiali oppure tutori da impiegare al posto del gesso” esemplifica ancora Carfagni. E chiunque si sia rotto una gamba può ben comprendere cosa voglia dire per un paziente, magari un bambino, utilizzare un tutore, che si può togliere e lavare, al posto dello scomodo gesso…

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