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infine anche supporto di assistenza post- vendita. Soluzioni tutte interconnesse, grazie all’impiego di componenti IoT che garantiscono il più alto livello di efficienza e di controllo delle macchine dove queste trovano impiego. Massimo Damiani: Le tecnologie Rfid e Bluetooth Low Energy stanno all’automa- zione nel food & bevevage (e non solo) come le fondamenta stanno alla costru- zione: più solide e affidabili sono le prime, più performanti emigliori sono le seconde. Trattandosi di tecnologie che operano a monte della filiera del dato, lì dove il dato nasce passando dal mondo fisico e a quello digitale, Rfid e Bluetooth LE hanno una vocazione intrinseca all’automazione, de- clinata in efficienza ed efficacia operativa: gli standard su cui entrambe le tecnologie poggiano, le rendono compatibili con il modello 4.0, perché aperte all’interconnes- sione fuori e dentro il sito produttivo, che si tratti di una cantina vinicola, un oleificio o un prosciuttificio. Dalla nostra esperienza il comparto food & beverage ha saputo da anni accogliere e consolidare le doti per- formanti uniche dell’Rfid che, nei casi d’ec- cellenza, si è trasformato in una specie di fil rouge tecnologico lungo l’intera filiera, dalla produzione al consumo, passando per la logistica e la distribuzione: basti pen- sare alla possibilità non solo di leggere i tag Rfid, ma anche di scriverci informazioni modificabili e aggiornabili in tempo reale, tenendo così traccia delle trasformazioni o dei passaggi cui il prodotto vino/formag- gio/frutta/verdura/carne è sottoposto durante il suo ciclo di vita; con il tag Rfid l’informazione segue dinamicamente il prodotto, divenendo un’etichetta narrante in grado di coinvolgere e interagire con tutti gli attori della filiera. Tra le espressioni più iconiche del Made in Italy, il comparto food & beverage ha saputo cogliere questi attributi dell’Rfid, usandola come una bar- riera elettronica a tutela dell’originalità del prodotto in funzione anti-contraffazione e lotta al mercato grigio: ogni microchip ospitato nel tag Rfid contiene un codice univoco non scrivibile né modificabile, ma solo leggibile; in termini di sicurezza, ciò significa che il tag non può essere clonato, essendo l’unicità garantita dai produttori dei microchip, in accordo con gli organismi internazionali di standardizzazione (proto- colli ISO). Sotto la spinta della visione 4.0, la tendenza ora è di fare dell’Rfid un vettore tecnologico di informazioni co-create per interconnettere fasi, processi e attori lungo la filiera alimentare e generare benefici su più versanti a favore del produttore, del distributore e del consumer. Manuela Bellavigna: Big Data, cloud e IoT sono diventati pilastri consolidati nella trasformazione digitale delle aziende dell’industria alimentare che sono sempre più attente e attive rispetto alle nuove tecnologie. Su questi pilastri si basa l’im- plementazione di applicazioni che ormai sono diventate indispensabili, prima tra tutti la tracciabilità, estesa a tutta la filiera. Massimo Damiani, Gruppo Softwork

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