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MARZO 2020 AUTOMAZIONE OGGI 420 112 AO AUTOMAZIONE DOMANI Snellire il traffico si può iportare ordine nel caos, sbloccare la paralisi, contenere l’inquinamento. Per ValentinaMo- randi, ricercatrice della Facoltà di Scienze e Tecnologie alla Libera Università di Bolzano, la matematica serve proprio a risolvere i problemi legati alla mobilità, umana e delle merci, e le sue pesanti implicazioni a livello sociale, economico e ambientale. Assieme a due colleghi dell’Università di Brescia, Enrico Angelelli e Maria Grazia Speranza, Morandi ha pubblicato tre contributi in cui propone un modello matematico la cui applicazione consentirebbe di diminuire sensibilmente il traffico: ‘Congestion avoiding heuristic path generation for the proactive route guidance’, ‘A trade-off between average and maximum arc congestion minimization in traffic assi- gnment with user constraints’ e ‘Proactive route guidance to avoid congestion’. Il principio che fa funzionare il modello Gli attuali sistemi di navigazione guidata, ba- sati sia sulla trasmissione dati via Internet o satellite, potrebbero già adesso rendere più scorrevole il transito dei mezzi su gomma. Come? Sfruttando un principio molto sem- plice che è alla base di molte conquiste dell’uomo: la cooperazione. Semplificando all’estremo, il modello matematico di Mo- randi penalizza in misura minima gli autisti, obbligandoli ad allungare in maniera quasi impercettibile il percorso, ma aiuta l’intera comunità dei guidatori in termini di tempo risparmiato. “Abbiamo esaminato i dati dello spostamento nel traffico urbano raccolti da veicoli dotati di GPS intelligente che segna- lano le intenzioni di guida delle persone. Abbiamo visto che, chiedendo unminimo sa- crificio a ogni utente e proponendo un ven- R taglio di possibilità diverse rispetto al percorso più breve, riusciamo a ottimizzare il sistema” spiega Morandi. Il sistema assegna, sulla base della distanza, della situazione del traffico, dei luoghi di partenza e arrivo, delle penalità a ogni utente. Spalmandole in maniera precisa tra tutti gli attori, il traffico sulla rete reale diminuisce di una percentuale che varia dal 5 al 10%. Ciò avviene però senza che gli autisti quasi se ne accorgano. Infatti, il tempo di percorrenza di gran parte degli utenti è uguale o mi- nore rispetto al tempo di percor- renza senza coordinamento e solo pochi utenti sperimentano un piccolissimo ritardo. Questo consiste in un massimo di un mi- nuto su un percorso di 30minuti, rendendolo di fatto trascurabile. La crescente diffusione di veicoli a guida autonoma, in futuro, po- trebbe essere centrale anche per talemodello. “Quando un utente entra in un veicolo autoguidato immette solo origine e destinazione ed è l’automobile a deci- dere il percorso” chiarisce Morandi. “Questo darebbe uno slancio alla cooperazione perché di fatto non ci sarebbe la scelta egoista del guidatore a mettervi un freno”. I problemi da superare Il problema attualmente è chemanca un coordinamento tra i diversi sistemi di guida. “Il modo in cui guidiamo quando siamo sulla macchina e seguiamo i consigli del dispositivo che ab- biamo installato è acquisito da tanti GPS singoli decentralizzati e questo secondo i nostri cal- coli aumenta la congestione fino a 10% rispetto a un sistema centralizzato” spiega Morandi. Questo modello permetterebbe l’organizzazione di una politica dei trasporti più efficiente e sostenibile oltre alla possibilità di introdurre una tariffazione dinamica che incentivi i guidatori a seguire i suggerimenti del sistema di guida dinamico e centralizzato. “Ciò sarà reso ancora più facile dalla diffusione crescente di tecnologie come il 5G che facilitano la trasmissione di grandi quantità di dati su larga scala e ad altissime velocità” aggiunge la matematica. Migliorare il collegamento di aree remote Il secondofilonedi ricerca cui sta lavorando la ricercatrice riguarda infine i trasporti ondemand. Esistono zone poco o per nulla servite da mezzi di trasporto pubblici. Perché non pensare a un sistema che si attivi solo su richiesta dei clienti e che si adatti alle esigenze di spostamento degli abitanti di questi territori rendendo possibile l’integrazione di servizi pubblici e privati? Morandi sta mettendo a punto un modello matematico che prevede schemi di scambio e di ricompensa profittevoli per i partner del servizio e che rende possibile l’integrazione dei tra- sporti. Ma non solo. Infatti questo scambio sarebbe possibile anche tra linee di bus pubblici. “L’esempio ci è fornito da quelle aree in cui si accavallano le competenze di due Province. Pensiamo, ad esempio, alla zona di Passo Lavazé e Passo Oclini, a cavallo tra Trento e Bolzano. Anche in questo casi i gestori potrebbero scambiarsi agevolmente i clienti riducendo i costi e, magari, aggiungendo l’interazione con gli attori privati quando non ritengono remunerativo far circolare i loro mezzi” conclude Morandi. Arturo Zilli Fonte: Pixabay.com

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