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AO GENNAIO-FEBBRAIO 2020 AUTOMAZIONE OGGI 419 110 dotarsi, possibilmente sin dalla fondazione, di un business model, di un’organizzazione d’impresa e anche di una cultura votate all’export. Non legarsi solo al mercato italiano, ed europeo, ti permette di diversificare il rischio e anche di operare su mercati più frizzanti dove la tua proposta ha un valore molto più alto rispetto a quando giochi in casa, sia per- ché hai meno competitor sia perché puoi far valere l’italianità se non della tua produzione, quantomeno del tuo design. Non è una scelta strategica che bisogna dare per scontato. Tutto questo significa gestire una complessità molto più ampia fatta di dogane e trasporti, differenze culturali e soprattutto consumatori che vogliono cose diverse”. Una start-up deve necessariamente essere performante. Ma su quali contenuti e aspetti tecnologici e digitali èmeglio puntare, proiettandosi anche nel prossimo futuro? SecondoStefanoBossiènecessarioscindereleparoleinnovazioneetecnologia.“Unastart-up, ovvero una nuova impresa che cova l’ambizione e ha un piano per conquistare rapida- mente un ‘posto al sole’ nel mercato, non deve necessariamente vendere un servizio o prodotto tecnologicamente avanzato o digitalizzato. È senz’altro un’opzione strategica, ma non un dogma come oggi viene pontificato da commentatori, incubatori e impren- ditori. Soprattutto in Italia, si può fare start-up di successo anche aprendo ristoranti e o stampando t-shirt. Solo che nessuno ti darà i soldi per farlo, perché i rischi sono molto più alti che mettere due ragazzi con un computer a sviluppare l’ennesima applicazione di cui magari nessuno aveva bisogno”. Quali sono le cause più frequenti del fallimento di molte start-up? L’inesperienza? Il non essersi avvalsi appunto, in termini strategici, di incubatori e acceleratori d’impresa?Op- pure altro? “L’inesperienza è sicuramente una delle cause principali. In Italia le start-up le fanno preva- lentemente i ventenni perché sono naturalmente più energici, senza troppe responsabilità familiari, e anche perché nativi digitali, quindi più in linea con quello che la domanda degli investitori richiede. Ma fare start-up vuol dire gestire tutti i giorni e per anni un’azienda, e tendenzialmente bisogna averne vista qualcuna per farle bene. Le start-up le dovrebbero aprire i ragazzi tra i 30 e i 40 anni, hanno abbastanza esperienza per poter gestire solida- mente un’azienda, ma non sono tanto vecchi da aver perso l’apertura mentale e le energie che servono”. Quale sono i vostri punti di forza e invece quali gli aspetti che vorreste sviluppare? “L’internazionalità e le vendite online sono sicuramente due punti di forza di Banale. Ope- riamo su 25 mercati, l’Asia contribuisce al 60% del fatturato e le vendite online al 50%. Un altro punto di forza è sicuramente la capacità di ideare, progettare e realizzare efficiente- mente prodotti innovativi che piacciono ai nostri clienti. E infatti stiamo proprio investendo per ampliare il catalogo prodotti e sulla brand awareness”. el vasto panorama delle start up innovative, un altro fiore all’occhiello tuttomade in Italy è il brand Banale, dedicato al vasto mondo dei commuter e dei traveller, alle persone in movimento, come sottolinea Tommaso Puccioni, co-founder dell’azienda assieme a Stefano Bossi. “Individuando nuovi biso- gni nella vita quotidiana dei viaggiatori” ci racconta Stefano “creiamo accessori por- tatili innovativi. Tra gli accessori di punta, una maschera anti-smog di cui in soli sei mesi dall’uscita sul mercato, in tempi non sospetti come questo attuale, sono state vendute più di 25.000 unità nel mondo. Il nostro risultato già ampiamente raggiunto è stato aver creato un nuovo brand italiano che ha saputo anticipare i bisogni e le ne- cessità di quella grande comunità di per- sone che passa il proprio tempo fuori casa”. Oggi in Italia, considerata l’incertezza del panorama politico e finanziario, è difficile fare impresa. Da start-up, quali caratte- ristiche quindi bisogna necessariamente avere, per affrontare il mercato senza un grosso rischio di fallimento? “Per le imprese manifatturiere come la no- stra” ci spiega Tommaso “è fondamentale N START-UP MARZO 2020 AUTOMAZI NE OGGI 420 Lucilla La Puma Innovazione e tecnologia per i traveller 2.0

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