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GENNAIO-FEBBRAIO 2020 AUTOMAZIONE OGGI 419 34 AO PANORAMA Ma le start-up, come dicevamo, sono im- portanti anche per le grandi aziende, che vedono in loro un prezioso interlocutore, soprattutto per lo sviluppo di matrice digi- tale. Una start-up, infatti, può essere anche un partner commerciale, parte di un pro- gramma di incubazione, partner per la co- creazione di modelli di business, acquisita o partecipata in Equity. I principali benefici che se nepossono ricavare sono la possibi- lità di accedere a nuove tecnologie e cono- scenze di frontiera, l’opportunità di testare l’innovazione con un iniziale progetto pi- lota, con tempi e budget definiti, e quindi rischi ridotti, e l’occasione di arricchire il proprio sistema di offerta e aprirsi a nuovi mercati. A seguito di queste consi- derazioni, per meglio approfondire l’argomento, abbiamo ritenuto op- portuno ascoltare inprima persona alcuni tra i pareri più autorevoli del settore, tra cui quello di Giovanni Riccardi, CEO e co-founder di Sup- plean, la start-up tutta italiana per il facility management. A.O.: Partendo dagli incubatori e dagli acceleratori, come deve orientarsi una start-up che voglia raggiungere presto dei risultati, e magari trovare dei finanziatori, tra le tante offerte presenti sul mer- cato? Quando e a chi affidarsi? Giovanni Riccardi: “In base alla nostra esperienza, commenta Riccardi, la fase di incubazione è stata fondamentale, in quanto, oltre alla struttura, abbiamo avuto modo di incontrare altre start-up con cui condividere idee, problemi e soluzioni competi- tive. In un mercato così vasto, a nostro parere, è poi molto importante trovare acceleratori ‘tematici’ che abbiano come focus il proprio modello di business o il settore in cui si opera”. A.O.: Oggi in Italia, considerata l’incer- tezza del panorama politico e finanziario, è difficile fare impresa, lo abbiamo detto e ribadito. Quali caratteristiche quindi bi- sogna necessariamente avere, per affron- tare il mercato senza un grosso rischio di fallimento? Riccardi: “Noi riteniamo sia fondamen- tale stringere sin dall’inizio partnership ‘forti’ con società ben strutturate e con- solidate sul mercato, che ti permettano di avvalorare la tua idea partendo dal problema, e non dalla soluzione”. A.O.: Una start-up deve necessariamente essere performante. Ma su quali contenuti e aspetti tecnologici e digitali è meglio puntare? Riccardi: “In un momento storico come quello attuale, in cui diversi problemi di business possono essere risolti da una molteplicità di tecnologie diverse, credo che non ci si debba lasciare infatuare da mode passeggere. È necessario concen- trarsi su quegli aspetti e quei contenuti che personalmente riteniamo più effi- caci e più efficienti”. A.O.: Quali sono le cause più frequenti del fallimento di molte start-up? L’inespe- rienza? Il non essersi avvalsi appunto, in termini strategici, di incubatori e accelera- tori d’impresa? Oppure, che altro? Riccardi: “Sicuramente nell’ambito del B2B l’inesperienza è uno dei maggiori fattori di rischio, perché dietro processi all’apparenza semplici e immediati si nascondono invece delle complessità che solo l’esperienza permette di indi- viduare prima, e poi governare. In se- condo luogo, in una fase in cui si deve necessariamente sbagliare poco, gli ac- celeratori possono essere molto deter- minanti rispetto agli investimenti da affrontare, riducendo al minimo il rischio di fallimento”. Insomma, se è vero che la ‘massa critica’ è stata raggiunta, inne- stando un progresso inarrestabile, e le start-up che puntano in alto proseguono il loro cammino con sempre maggior convinzione, è anche vero che da noi tanto c’è an- cora da fare. Il Governo ha provato ad aprire una seconda fase in tema di innovazione d’impresa. La prima, detta ‘Start-up Act’ era stata intro- dotta dal Decreto-Legge nel 2012. Si punta ora alla creazione di un ambiente più favorevole alle start- up innovative attraverso una serie di strumenti complementari, tra cui figurano gli strumenti di costi- tuzione rapida e gratuita, incentivi fiscali per gli investimenti in equity e soprattutto un sistema pubblico di garanzia per l’accesso al credito bancario. Giovanni Riccardi, co-founder & CEO di Supplean Foto tratta da pixabay.com

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