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tipologia di utente, dispositivi come bi- lance digitali, sfigmomanometri (da polso e da braccio), misuratori dell’attività fisica, apparecchi per ionoforesi, elettrostimola- tori, tens per terapia del dolore... Si stanno diffondendo, però, anche sistemi che un tempo sembravano inaccessibili al di fuori dei luoghi di cura preposti: non sono rari, per esempio, i pazienti che utilizzano in casa propria delle pompe di insulina, in grado di monitorare costantemente il li- vello di glucosio nel sangue e di stabilire l’opportuno dosaggio. A livello ambulatoriale e ospedaliero tro- viamo una vasta gamma di altri prodotti e sistemi, dai defibrillatori ai dispositivi per l’ecografia, agli apparecchi per magneto- terapia, fino all’ECG, alla TAC, alla risonanza magnetica, alla PET, all’eco-color-doppler, alla MOC e tanti altri ancora più speciali- stici. La maggior parte di questi sistemi si basa su tecniche avanzate di imaging, che sfruttano l’enorme potenzialità di elabora- zione delle immagini digitali e i progressi del software, che consente oggi di ricavare preziose informazioni dalla quantità di dati raccolti dalle apparecchiature. In par- ticolare, nella diagnostica medica le me- todiche di imaging offrono informazioni morfo-strutturali e dati funzionali; consen- tono cioè di visualizzare una struttura ana- tomica, di verificarne la funzionalità e di rilevare la presenza di eventuali patologie. La visualizzazione assume un ruolo an- cora più decisivo nei sistemi di Realtà Virtuale (RV) che iniziano ad affacciarsi all’ambiente medico. La RV si mostra par- ticolarmente efficace in campo sanitario per due tipologie di applicazioni, ovvero nella riabilitazione motoria, cognitiva e nelle terapie psichiatriche. Qui la RV con- sente di svolgere le attività in uno scenario realistico, riproducente le caratteristiche degli ambienti di vita, di stimolare lamulti- sensorialità del paziente e di tenere monitorato l’iter riabilitativo. Un altro campo applicativo promet- tente è quello della formazione e dell’apprendimento: si pensi all’addestramento dei chirurghi at- traverso la simulazione in RV prima di un intervento, oppure alla possi- bilità per altri medici di assistere in maniera immersiva a un’operazione grazie a una telecamera 3D per RV posizionata nella sala operatoria o direttamente sul chirurgo che sta operando. Infine, considerando il mondo del biomedicale nel suo com- plesso, possiamo dire che i servizi sanitari nella loro quotidianità sono ormai sempre più dipendenti dalle tecnologie e dalla strumentazione: negli ospedali, in parti- colare, sono ormai di routine i sistemi per il monitoraggio dei pazienti come pure le attrezzature per le sale operatorie, per i laboratori di analisi e per la diagnostica. L’avanzata della biorobotica I laboratori fanno ampio uso di sistemi robotizzati per gestire in modo sempre più preciso e rapido ogni tipo di analisi. L’impiego della robotica consente, per esempio, una gestione automatica dei campioni nelle fasi di miscelazione o incu- bazione. Abbinata poi a una sensoristica di qualità e ad adeguati software consente di effettuare il rilevamento di oggetti ad alta velocità e senza contatto, aumenta quindi la produttività, riduce i cicli di laboratorio e permette ogni tipo di test biochimico, genetico o farmacologico. Tra i numerosi esempi di applicazione in campo industriale e universitario rientra un recenteprogettodi ricercabiomedicale avviatodal Gruppo Inpeco,multinazionale svizzera attiva nel campo dei sistemi di au- tomazione per la medicina di laboratorio, insieme all’istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Il la- boratorio congiunto si trova a Pontedera, in provincia di Pisa, e coinvolge un team dedicato di 30 ricercatori; essi lavorano allo sviluppo di sistemi di Advanced Labo- ratory Automation, i quali favoriscono la tracciabilità dei dati e riducono il rischio di errore umano nei laboratori di analisi. Quella dei laboratori non è che una delle applicazioni della robotica al biomedicale. Un ambito dove da tempo i robot sono impiegati con efficacia è la chirurgia. Se qualche anno fa l’idea di un intervento eseguito da un robot, magari azionato a distanza, faceva un certo effetto e aveva ancora un ‘che’ di fantascientifico, oggi è normale, specie in certi settori, vedere un chirurgo che comanda un braccio robotizzato in grado di intervenire con precisione sul paziente, in una modalità sempre meno invasiva. Si pensi all’oftal- mologia, alla neurochirurgia, alla otorino- laringoiatria, alla cardiochirurgia e poi alla chirurgia toracica, ginecologica, urologica, vascolare: è la Robotic Assisted Surgery, una branca dell’ingegneria che opera in collegamento con la medicina e la chirur- gia e sfrutta tutti i progressi della robotica per garantire ampiepossibilitàdimanovra, controlli sempre più precisi e movimenti calibrati e delicati. La chirurgia robotica confluisce nel più generale ambito dell’in- gegneriabiomedica, che comprende tutto il settore delle protesi robotiche e degli organi artificiali, e poi quella che si può definire robotica umanoide, che troverà sempre più spazio nei servizi socio-sanitari Dalla convergenza tra IT, TLC ed elettronica sta nascendo l’Internet of Medical Things, che prefigura un capillare mutamento dell’intero panorama biomedico Foto tratta da www.freerangestock.com
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