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GIUGNO-LUGLIO 2019 AUTOMAZIONE OGGI 415 42 AO ATTUALITÀ irrilevante, perché mi sono messa in pari in fretta e sono stata fortunata a trovare subito un ottimo lavoro: prima nel re- parto veicoli elettrici di Opel e poi come responsabile tecnico dello sviluppo commerciale presso Panasonic, con l’in- carico di aiutare i clienti a progettare i componenti che devono utilizzare nelle loro schede”. Ann-Marie è altrettanto chiara: “Ab- biamo bisogno di educare le giovani generazioni sull’esatta natura dell’in- gegneria”. Continua: “C’è ancora una mancanza di consapevolezza in me- rito al fatto che le materie Stem non riguardano la riparazione delle lavatrici o l’industria pesante, ma coprono una moltitudine di applicazioni e offrono tantissime opportunità di carriera, tra cui energie alternative e rinnovabili, intelligenza artificiale e tecnologia sa- nitaria avanzata”. Aggiunge: “Tutte le assunzioni dovrebbero essere basate su attitudini e abilità piuttosto che sul genere, ma è fondamentale coinvolgere le donne già in giovane età. Dobbiamo fare di più per dissipare il mito dell’inge- gnere maschio di mezza età e sottoline- are le diversità in TV, nella pubblicità e all’interno delle aziende. Solo quando avremo modelli di ruolo a tutti i livelli le donne ingegnere potranno giocare ad armi pari”. Benché essere in minoranza possa inizialmente intimidire, fare carriera nell’ingegneria implica abilità e merito, come dimostra il successo di Ann-Marie e Senko. Il nostro futuro ce lo giochiamo sul campo e dobbiamo continuare a fare nostro il concetto che le donne hanno pari ruoli da svolgere e pari op- portunità per evolvere. Dalle iniziative di base nelle scuole, alla modellazione dei ruoli, al sostegno tra pari all’interno delle aziende, per chiunque le opportunità sono infinite. Tutti, nel settore, hanno un ruolo da svolgere nell’incoraggiare la di- versità, e per la Giornata Internazionale della Donna 2020 sarebbe bello pensare che ci siamo mossi in qualche modo verso quell’obiettivo. Avnet Abacus www.avnet-abacus.eu Ingegneria al femminile in Italia In Italia, il pregiudizio di genere in campo ingegneristico sembra ormai un ricordo. Per dirla meglio, qui il gradino iniziale è stato ampiamente su- perato e il nostro Paese è ormai al passo con le altre nazioni industrializzate o di tradizione più consolidata. Secondo i dati Eurostat, il 34,9% delle persone attive nei settori scientifici e ingegneristici è di genere femminile. Si tratta di una quota appena sotto la media europea (41%) ma è un dato di tutto rispetto se si considera che il numero assoluto di donne italiane impiegate nel settore scientifico è il sesto più alto dopo Regno Unito, Ger- mania, Francia, Spagna e Polonia. Altro dato interessante segnalato da Eurostat è che nel 2017, nell’UE a 28, 24,1 milioni di donne con un’istruzione universitaria e impiegate come professioniste e tecniche lavorava nel campo dei servizi, rispetto agli 1,3 milioni impiegate in attività manifatturiere. Anche i dati elaborati dal Consiglio Nazionale Ingegneri sono sulla stessa lunghezza d’onda. Sul piano della formazione, secondo il Consiglio, il 39% dei laureati in discipline Stem è rap- presentato da donne. È un primato dell’Italia rispetto ai principali Paesi industrializzati, dove la percentuale è più contenuta. I dati CNI confermano che il numero di donne ingegnere aumenta progressivamente a un ritmo sostenuto: nel 2017 erano il 28% dei laureati a fronte di una quota del 16% nei primi anni 2000. Il numero di dottorande sta quindi aumentando più rapidamente rispetto al numero di studenti maschi impegnati in percorsi di studio equivalenti. Le statistiche internazionali suggeriscono come l’andamento italiano sia considerevolmente più vivace rispetto a molti Paesi europei e non. Solo per fare qualche esempio, la Francia è ferma al 26%, l’Olanda e il Belgio al 24%, l’Inghilterra al 23%, gli Sati Uniti al 20%. “Il fatto che un numero crescente di donne” ha sostenuto Armando Zambrano, presidente del Consiglio nazionale degli ingeneri “si laurei in inge- gneria e che sia stata raggiunta una quota del 15% di donne iscritte al nostro Albo professionale, partendo dieci anni fa da numeri molto contenuti, per il CNI è solo un punto di inizio. Più donne nel mercato del lavoro significa più benessere e più equilibrio sociale, ma soprattutto più equità in ter- mini di pari opportunità, cosa che nel nostro Paese manca. È sufficiente guardare, infatti, i dati sui divari di genere per capire l’entità del fenomeno e per capire quanta strada ancora c’è da percorrere”. Infatti, se da un lato il nostro Paese è all’avanguardia in termini numerici, dall’altro conferma più che altrove le differenze di genere. Si parte dal tasso di occupazione (83% per gli uomini laureati, 74% per le donne) fino ad arrivare alle differenze di retribuzione (con un gap dal 5% nell’insieme dei settori produttivi al 29% proprio nel settore delle attività scientifiche e professionali). Anche per questo, decidere a quale facoltà iscriversi o immaginare le possibilità di lavoro e di avanzamento professionale da parte delle studentesse e delle neo-laureate è spesso difficile: mancanza di consapevolezza, debolezza dei percorsi di orientamento, stereotipi di genere e possibili ostacoli alla carriera rappresentano per molte giovani delle difficoltà insormontabili. Non a caso, il Politecnico di Milano ha varato l’iniziativa POP (Pari Opportunità Politecniche), un programma con cui intende impegnarsi per garantire un ambiente di studio e lavoro che rispetti non solo le identità di genere, ma anche le diverse abilità, le culture e provenienze. Il programma POP si sviluppa lungo cinque linee di azione strategiche: identità di genere, cultura, nazione e religione, orientamento sessuale, diverse abilità e benessere psicologico. Per ognuna di esse l’ateneo promuove e organizza una piattaforma di iniziative formative e servizi mirati alla creazione di un ambiente inclusivo che per- metta a studenti, ricercatori, personale docente e amministrativo di percorrere la propria carriera con successo, dentro e fuori l’ateneo. Benché di carattere più generico, un’altra iniziativa concepita per abbattere le barriere di genere è ProRetePA, una banca dati di ‘Professioniste in rete per le P.A.’ sviluppata dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri in collaborazione con l’Università degli Studi di Udine. L’obiettivo in questo caso è agevolare l’incontro tra la domanda e l’offerta delle professionalità necessarie per ricoprire le posizioni di vertice delle società controllate da pubbliche amministrazioni. Insieme a queste iniziative mirate è da segnalare anche Aidia, l’associazione italiana donne ingegneri e architetti nata da un manipolo di laureate nel lontano 1957. Evidentemente anche le nostre nonne avevano la piena consapevolezza di quanto fossero critiche e fondamentali le competenze e le qualifiche del mondo femminile nel campo della scienza e dell’innovazione tecnologica.

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