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GIUGNO-LUGLIO 2019 AUTOMAZIONE OGGI 415 38 AO PANORAMA informazioni decisionali a livello ope- rativo, ma anche strategico, adottando una maggiore connettività e un approc- cio ‘multi-dimensionale’, che consente, per esempio, di collegare dati energe- tici e produttivi per ottenere indicazioni chiave per la regolazione dei processi produttivi, l’individuazione di potenziali malfunzionamenti e lavorare verso l’effi- cienza operativa. Luigi Bernardelli , CEO, Vipa Italia ( www.vipaitalia.it ) : In quest’ultimo pe- riodo anche l’automazione risente della crisi mondiale e si può riprendere sola- mente grazie all’innovazione, vero stru- mento di rilancio della produttività del nostro Paese. Grazie all’automazione sempre più spinta e innovativa si riuscirà ad affrontare e risolvere la crisi in atto. A.O.: Secondo diversi studi, nonostante gli incettivi stanziati negli scorsi anni, molte delle realtà italiane non hanno ancora iniziato il percorso di trasformazione verso l’Industria 4.0. Quali sono i motivi di questo ritardo? E quali sono le azioni che dovreb- bero essere intraprese nel breve periodo? Zampolli: L’Italia è sicuramente un ter- reno ostico per la creazione dello smart manufacturing, ma sono convinto che qualcosa si stia muovendo. L’ Osservato- rio Smart Manufacturing del Politecnico di Milano ha evidenziato come la cono- scenza della tematica si stia diffondendo anno dopo anno e che le implementa- zioni stanno progredendo di pari passo. Il problema dell’innovazione è l’incerto ritorno sugli investimenti, di conse- guenza è sempre necessaria una fase di dimostrazione di fattibilità capace di identificare i benefici che la tecnolo- gia può portare. Il ritardo è dato dagli investimenti richiesti per cominciare: sebbene questa sia una visione comple- tamente sbagliata, è purtroppo ben pre- sente nelle menti degli imprenditori. Per sostenere questo processo è necessario mantenere un regime fiscale agevolato. Auspicherei anche un maggiore impe- gno del settore dell’istruzione: le figure tecniche capaci di gestire l’automazione scarseggiano sul mercato. L’istruzione italiana eccelle per la preparazione di figure altamente teoriche (che sono fon- damentali per la ricerca primaria), ma manca di attenzione per quanto con- cerne profili in grado di applicare effica- cemente l’insieme delle tecnologie già disponibili. Petruzzelli: L’informazione da parte delle riviste specializzate potrebbero fare la differenza nel divulgare ed evidenziare i vantaggi in termini di aumento di produzione, affidabilità, mo- nitoraggio a vantaggio dell’Industria 4.0, stimolando l’imprenditoria. La diffidenza verso i cloud limita l’espansione della ge- stione dei dati. Damiani: Se da un lato la tecnologia è matura per un’innovazione in ottica 4.0, dall’altro ciò che viviamo spesso come un gap è l’educazione, l’attitu- dine a un simile cambiamento: è quindi la componente umana all’innovazione a frenare quest’ultima. Sembra che il management a volte non sappia come analizzare e sfruttare i dati raccolti, come e perché elaborarli per trasformarli in in- formazione, andando oltre al loro uso allo stato grezzo, il tutto finalizzato alla creazione di servizi aggiuntivi e valore in produzione, per esempio per abbattere i tempi morti. Sfruttare pienamente l’IoT significa sapersi avvalere non solo di un hardware/macchinari all’avanguardia, ma anche mettere in pista servizi unici e distintivi, per esempio di manutenzione predittiva. Introdurre il paradigma 4.0 nel processo produttivo è un’impresa ardua, si tratta di un ecosistema interdi- sciplinare dove, almeno a oggi, manca un management eclettico e poliglotta, capace di parlare e capire i diversi lin- guaggi dell’economia, della tecno- logia, dell’ingegneria: una figura che potremmo chiamare ‘regista 4.0’. Scarsa competenza, ossia lacuna di figure pro- fessionali in tema, e limitata consapevo- lezza del potere dei dati sono i principali fattori inibitori del 4.0. Spimpolo: Quando si implementano IoT o Industry 4.0, l’ostacolo principale per la maggior parte dei produttori è spesso di non lavorare su una ‘tela bianca’, ma con i limiti dettati dall’infrastruttura esi- stente di macchine e impianti. Pertanto, il concetto di Industria 4.0 può sembrare alquanto travolgente e definire un pro- cesso può essere difficile. Consigliamo di prendere come punto di partenza l’implementazione di un sistema che consenta di monitorare l’efficacia delle macchine o dell’impianto. Queste so- luzioni possono essere utilizzate per monitorare la produttività e i tempi di inattività, collegandoli a una dashboard centrale. Tali sistemi, relativamente sem- plici e convenienti da implementare, for- niscono preziose informazioni a livello di linea per consentire decisioni più infor- mate su possibili aree di investimento aggiuntive in aree critiche. Garantire che i dati giusti per l’IoT vengano raccolti dal livello ‘base’ del processo di produzione è essenziale quando si crea una ‘fabbrica intelligente’. La comunicazione in tempo reale da e verso i dispositivi a livello di campo ora è possibile, in parte, con il protocollo digitale IO-Link. Delmas: Siamo ancora in una fase ini- ziale di questa rivoluzione dell’Industria 4.0, ma senza dubbio siamo sulla strada giusta. Gli sforzi devono concentrarsi sulla formazione dei giovani, per svi- luppare e consolidare le competenze su queste nuove tecnologie e investire Per trarre il massimo dalle tecnologie le aziende dovranno dotare i propri team di nuove competenze e assumere nuove figure professionalità Foto tratta da: Pixabay_Businessmen

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