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AO INTELLIGENZA ARTIFICIALE Joe Baguley L’AI non è una minaccia! MARZO 2019 AUTOMAZIONE OGGI 412 98 intelligenza artificiale sta vivendo un momento di gloria. Tutti sembrano avere una vision, o una te- oria, su cosa sia e quali applicazioni possa avere. Tuttavia, scavando oltre la superficie, emerge un’immagine diversa. Secondo un sondaggio re- centemente commissionato da VMware, ben il 45% dei consuma- tori pensa che l’intelligenza artificiale ‘sia un robot’. La percezione diffusa è che l’intelligenza artificiale sia una ‘cosa’ piuttosto che un’intelligenza incorporata in molti servizi e sistemi che già uti- lizziamo. Questa confusione è comprensibile se si considera che pochi di coloro che evangelizzano sulla tecnologia la stanno adottando in applicazioni reali e di valore. Tutto questo conduce alla domanda: quando parliamo di intelligenza artificiale, cosa in- tendiamo? Intendiamo un sistema che è veramente intelligente e può realizzare qualsiasi cosa la sua mente artificiale decida, o ci riferiamo a una funzione molto specifica, che il sistema esegue e poi migliora? In sintesi, stiamo parlando dell’intelligenza artifi- ciale generale, o dell’intelligenza basata su attività? È questa confusione che non ci permette di trovare una soluzione alle ambiguità morali legate, per esempio, alle auto senza condu- cente o che ci induce, per citare casi estremi, a vedere nei robot alimentati dall’AI dei potenziali ‘terminator’ inarrestabili. Alex Champandard, co-fondatore di creative.AI , ritiene che il concetto di intelligenza artificiale venga utilizzato per dare nome alle diverse paure che le persone provano in relazione all’innova- zione tecnologica: “Alcuni individui temono che sarà utilizzata in guerra o che ruberà loro il posto di lavoro, ma fondamentalmente stanno solo proiettando tutte le loro preoccupazioni su un con- cetto astratto”. Il punto è che le persone sono preoccupate per il futuro in gene- rale. Il mondo sta cambiando a un ritmo rapido e, comprensibil- mente, tutti noi vorremmo sapere cosa ci aspetta. La colpa dell’AI risiede nel suo potenziale di rendere le paure legate alla guerra robotica e alla disoccupazione di massa, una realtà. Le aziende dovrebbero tenerne conto per duemotivi. In primo luogo, la ricerca di VMware mostra che più della metà dei consumatori si rivolge specificamente alle aziende perché li aiutino a capire cosa possano effettivamente compiere tecnologie rivoluzionarie come l’AI. In secondo luogo, le possibili applicazioni, considerando l’intel- ligenza artificiale basata sulle attività, piuttosto che l’AI generale più ampia, sono troppo grandi perché le aziende possano permettersi di ignorarle. L’opportunità sta nel bilanciare la ricerca di profitto con le preoccupazioni naturali che sorgono dall’utilizzo dell’AI. Aumentare la capacità di business Facciamo un passo indietro: la portata dei miglioramenti che la tecnologia ha permesso di realizzare, che sta creando e che con- tinuerà a portare alle imprese in futuro, è enorme. Il problema è che, con l’espansione del cloud, delle applicazioni e dell’infra- struttura, che diventano sempre più sofisticati, è richiesto qual- cosa che le gestisca sempre in modo efficace ed efficiente. In altre parole, come possiamo gestire un panorama tecnologico sempre più complesso su vasta scala? La forza lavoro umana è intelligente, ma ha dei limiti. I nostri si- stemi sono diventati troppo complessi per le nostre menti e forse alcuni dei lavori sono troppo ‘standardizzati’, ed è qui che entra in gioco l’AI, con il machine learning. Nel Regno Unito, per esempio, la National Grid utilizza i droni per ispezionare le sue 7.200 miglia di linee elettriche e sta applicando il machine learning per ridurre i filmati grezzi che l’essere umano deve effettivamente visionare. L’ottimizzazione dei processi potrebbe non sembrare entusia- smante quanto i robot alimentati dall’intelligenza artificiale o gli L’ L’intelligenza artificiale sta vivendo unmomento florido, tuttavia esiste ancoramolta confusione inmerito al suo utilizzo e funzionamento. Come un bambino, che ha bisogno di linee guida per crescere, così le aziende devono capire cosa vogliono per ottenere dall’AI ciò che è loro utile Foto tratta da www.pixabay.com

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