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MARZO 2019 AUTOMAZIONE OGGI 412 87 scenari internazionali, ai quali la nostra manifattura guarda in ma- niera prevalente. Non si tratta di ignorare l’effetto-sostituzione, che sicuramente riguarderà alcune categorie di lavoratori, ma di conside- rare il quadro nel suo insieme. Secondo le stime recentemente pre- sentate nel corso del World Economic Forum di Davos, tra il 2019 e il 2022 a livello globale si prevede un calo di 984.000 posti di lavoro e un guadagno di 1,74 milioni di posti. Il saldo, insomma, sarà positivo. A.O.: In quali settori prevedete unamaggior penetrazione dell’automa- zione robotizzata nel nostro Paese? Quali nuove opportunità si profilano nel prossimo futuro? Alessandro Redavide: Sicuramente nel mondo industriale si conti- nua a registrare un forte incremento nell’utilizzo di robot. La general industry, complice anche l’andamento in contrazione dell’automo- tive, rappresenta il settore più in crescita a livello globale e in Italia, dove spiccano, tra l’altro, anche i settori dell’handling, pick&place, pallettizzazione e movimentazione. Secondo Yaskawa, nel prossimo futuro si prospetteranno nuove opportunità molto positive, con in- novative applicazioni che porteranno a uno sviluppo interessante in molteplici campi e che troveranno utilizzo anche nella vita di tutti i giorni. Filippis: Dai dati forniti da IFR (International Federation of Robotics), la crescita della vendita di robot a livello globale sta seguendo un trend esponenziale che evidenzia l’ottimo stato di salute dell’intero comparto robotico, con picchi positivi in ambito automotive, assem- blaggio e semiconduttori. Anche nel mercato italiano, nonostante un tessuto industriale molto diffe- rente e dominato dalle PMI, i robot acquisiscono rapidamente quote di mercato nei confronti di sistemi più tradizionali. Le applicazioni in cui i robot sono protagonisti stanno velo- cemente aumentando in tutti i settori industriali. Per Mitsubishi Electric i mercati target sono sicuramente le- gati a doppio filo ai settori del food, life science e cosmetica. In ogni caso, la flessibilità garantita dall’impiego di robot come elemento di una solu- zione integrata di automazione favorisce l’impiego dei robot stessi in differenti ambiti, sia a elevata ripetibilità sia a massima destrezza. Giordani: Per definizione i robot sono macchine molto versatili e quindi applicabili a quasi tutti i settori produttivi. Esistono poi ambiti più in ritardo nell’automazione rispetto ad altri sia per tipologia di prodotti sia per dimensione delle aziende. Una delle sfide nel pros- simo futuro sarà quella di agevolare la robotizzazione delle aziende semplificando l’integrazione dei bracci robotici, liberando così il per- sonale dalle incombenze di routine in produzione, così da poterne sfruttare il know-how per altre funzioni strategiche, come aumentare la presenza su un mercato sempre più globale. Penso ad esempio al settore del food&beverage dove la digitalizzazione dei processi produttivi e l’integrazione di soluzioni di intelligenza artificiale nel parco macchine ha permesso di rendere più efficienti i processi, dal filling al packaging, fino alla pallettizzazione. Raccogliendo e analiz- zando i dati della produzione le aziende riescono a incrementare la propria produttività, e in un settore competitivo come l’alimentare è fondamentale essere sempre un passo avanti. Per questo motivo ci aspettiamo che gli investimenti in automazione e robotizzazione siano destinati a crescere. Gotfredsen: Sicuramente l’automotive continuerà a essere uno dei principali mercati di riferimento per il nostro Paese, affiancato da quelli industriali caratterizzati da attività pick&place, food&beverage e il più delicato della chirurgia medicale. I robot collaborativi, che di- venteranno sempre più efficienti e adatti a configurazioni industriali complesse, saranno sempre più diffusi grazie alla loro capacità di favorire maggiore produttività, sicurezza e risparmi, con una con- seguente adozione da parte di tutte quelle aziende che desiderano effettuare investimenti tecnologici dal ritorno più rapido. Selva: L’Italia è il secondo Paese manifatturiero in Europa ed è anche uno dei Paesi in cui l’automazione e la robotica crescono di più, anche grazie al piano Industria 4.0. Basti pensare agli ultimi dati resi disponibili dall’IFR, secondo la quale nel 2017 in Italia sono stati venduti ben 8 mila robot (+19% sull’anno precedente): un dato che posiziona il nostro Paese all’ottavo posto mondiale sia per unità vendute sia per densità di robot installati. Quanto ai settori, accanto all’automotive, che è quello di elezione della robotica in Italia e che per questo sarà oggetto di una tavola rotonda che organizzeremo il prossimo 10 aprile a Torino, i campi in cui vedremo crescere mag- giormente i numeri dei robot sono probabilmente la lavorazione dei metalli e l’assemblaggio, ma sono in crescita anche applicazioni in settori meno ‘convenzionali’. A.O.: La robotica collaborativa può rappresentare un’ancora di salvezza per il lavoratore mediamente qualificato, o siamo destinati a una pola- rizzazione sempre più netta del mercato del lavoro, diviso tra manodo- pera scarsamente qualificata e impieghi ad alta specializzazione? Giordani: Non credo che assisteremo a una polarizzazione di questo tipo: se parliamo del mondo del lavoro in generale penso che esiste- ranno sempre differenze di skill; l’auspicio è che queste nel futuro partiranno da un livello di base sempre più elevato. Parlare quindi di livello basso, medio e alto dipende poi sia dalla base di partenza sia dal tipo di settori presi in considerazione; il mondo dell’industria, a mio avviso, sarà sicuramente destinato a evolversi e cambiare. Per quanto riguarda la robotica collaborativa, uno dei suoi vantaggi è anche quello di facilitare l’inserimento di soluzioni di automazione all’interno delle aziende, anche in ambiti finora preclusi. Con l’auto- mazione industriale tradizionale, l’automazione collaborativa con- divide lo scopo di inserire l’automazione ove i lavori, per ripetitività o fatica, sono poco sopportabili dall’uomo o lo sono per un tempo contenuto, a vantaggio di lavori a più elevato indice di qualifica o comunque a basso indice di usura fisica. Esisteranno però sempre operazioni che con i robot industriali tradizionali non è possibile eseguire, e sono queste quelle in cui la robotica collaborativa può ritagliarsi il suo spazio, in aiuto o a fianco dell’uomo. Gotfredsen: Come sempre accade in occasione di rivoluzioni tecno- logiche innovative, anche l’automazione e la robotica influenzeranno il modo in cui le aziende competono nei mercati, i loro processi di produzione e l’approccio al business. L’Innovation Center Spjain School of Global Management segnala che da qui al 2022 il progresso nella robotica e dell’intelligenza artificiale renderà obsoleti 75milioni di posti di lavoro, ma ne creerà 133 milioni. Le aziende avranno bi- sogno quindi di molti più profili con competenze tecniche in grado di gestire le tecnologie in modo adeguato e di capacità creative ed emotive che non possono essere automatizzate e che quindi i robot non possono replicare. I lavoratori hanno l’opportunità di arricchire Marco Filippis, Mitsubishi Electric

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