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MARZO 2019 AUTOMAZIONE OGGI 412 142 TECH BOYS AND GIRLS Lucilla La Puma auro Francescelli è il ‘Tech Boy’ di questo mese. Il più giovane che ho intervistato fino a oggi e che a dispetto di ciò che si dice ‘a torto o ragione’, è molto soddisfatto di fare il ricercatore in Italia e nella sua città. In Paesi come la Germania, per esempio, “la precarietà dei ricercatori può essere un problema come da noi”. Franceschelli ha 35 anni, è di origine toscana ma vive quasi da sempre a Cagliari, praticamente la sua città. Ha completato gli studi in ingegneria elettronica nel 2007 e poi ci sono stati gli anni del dottorato e del post dottorato in automatica. “La materia che più mi ha interessato all’università è stata la teoria dei sistemi e del controllo, ovvero la matematica applicata all’automazione e alla robotica, in breve l’automatica. Uno dei docenti che mi ha fatto apprezzare la materia è diventato poi il supervisore del mio dottorato di ricerca all’Università degli Studi Cagliari”. E da allora Mauro, oltre ad averne fatto una sua passione, partecipa attivamente alla comunità scienti- fica internazionale del settore. Anche lui, come molti dei ricercatori già intervistati, ha trascorso periodi all’estero e poi dopo il dottorato “ho proseguito il mio lavoro con vari contratti e assegni di ricerca, sino a quando nel 2014 partecipai al bando ‘ Scientific Independence of Young Researchers (SIR) ’, proposto dal governo Monti come canale alternativo per il reclutamento di giovani ricercatori tramite una selezione nazionale basata solo su titoli, curriculum e proposta progettuale, culminata in un colloquio a Roma, e aperto a tutti i giovani ricercatori italiani e stranieri. Eravamo poco più di 5.200 partecipanti. Risultai tra i primi e questo mi consentì di finanziare un contratto triennale come ricercatore in un’università di mia scelta, ovvero l’Università degli Studi di Cagliari, che è stata felice di accogliermi”. A questo punto gli chiedo subito, molto curiosa: quali progetti sta seguendo e quali lo appassionano di più? “Ho vari progetti attivi in questo momento. Il tema principale della mia ricerca consiste nello studiare i cosiddetti ‘sistemi multi-agente’, ovvero degli stru- menti matematici adatti allo studio di grandi reti di sistemi interconnessi, con esempi che spaziano dalla rete elettrica alle reti sociali, dal movimento degli stormi di uccelli al coordinamento di squadre di robot mobili. Il mio contributo consiste nello studiare e proporre dei meccanismi di interazione tra i vari sistemi, ovvero algoritmi, per ottenere un comportamento desiderato detto ‘emergente’. Per esempio, facendo collaborare dei droni volanti possiamo imitare il volo degli stormi, oppure facendo collaborare un grande numero di elettrodomestici intelligenti possiamo modulare il consumo di energia elettrica di una città. È incredibile come, grazie al linguaggio matematico, sia possibile comprendere questi sistemi complessi e trasformarli a nostro piacimento per soddisfare le nostre esigenze”. I tuoi progetti per il futuro? “Nel mio immediato futuro sarò concentrato sulla carriera accademica e sull’insegnamento di alcuni corsi per la nuova laurea magistrale ‘ Computer engineering, cyber-security and artificial intelligence ’, recentemente attivata dal Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica dell’Università di Cagliari. In un futuro non troppo lontanomi piacerebbe avviare uno spin-off univer- sitario, per mettere a frutto alcune idee nate dalla mia ricerca e coinvolgere alcuni studenti, ma per ora c’è ancora tanto lavoro da fare”. Dicono che fuori dall’Italia ci siano più opportunità. Hai mai pensato a lasciare l’Italia? “Ci sono sicuramente più opportunità, ma nella mia vita ho sempre combattuto per crearmi le opportunità dove desideravo. Ovviamente, la Provvidenza ha avuto la sua parte, in quanto il programma di reclutamento nazionale di giovani ricercatori che ho vinto è stato bandito nel momento giusto della mia carriera e i governi italiani successivi a quello di Monti non hanno finanziato altri bandi simili. Detto questo, nella mia comunità scien- tifica l’Italia è sicuramente al top. Si fa un bel lavoro di ricerca e poi continuo a viaggiare e collaborare sia con altre realtà accademiche italiane sia con l’estero. La nostra professione è spesso fatta di gruppi di lavoro, di collaborazioni con università straniere, di progetti e conferenze. Il mio desiderio di viaggiare, un’altra mia grande passione, è soddisfatta dalla tipologia di carriera che ho scelto. Non vedo perché dovrei lasciare un Paese che finora mi ha dato tanto, lasciando la famiglia alla spalle, se ho l’opportunità di fare il lavoro che amo dove sono cresciuto, cercando così di restituire al territorio ciò che ho ricevuto. Molti italiani lamentano che in Italia ci siano pochi finanziamenti per la ricerca, è vero, ma nel mio caso particolare, non sono mancati”. Restando con un po’ di curiosità non indago ulteriormente sulle sue motivazioni, gli chiedo però, almeno, se ha qualche altra passione. E mi confessa che ama l’atletica leggera, che pratica ancora abitualmente, e appunto viaggiare …e conoscere il mondo. M Mauro Franceschelli Dal 2015 è ricercatore a tempo determinato presso il Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica dell’Uni- versità di Cagliari, con una posizione finanziata dal Ministero italiano dell’Università e Ricerca tramite il programma ‘Scientific Independence of Young Researchers’ (SIR), bando del 2014. Nato nel 1983, Mauro Franceschelli ha conseguito la laurea specialistica in Ingegneria Elettronica con lode e il Dottorato di ricerca presso l’Università di Cagliari rispettivamente nel 2007 e nel 2011. Ha trascorso numerose visite di studio presso università e centri di ricerca internazionali. Nel 2013 ha ottenuto l’abilitazione francese alla qualifica di Maître de conférences e nel 2017 l’abilitazione italiana alla qualifica di professore associato. Ha pubblicato oltre 57 articoli scientifici e partecipato a più di 10 progetti di ricerca europei/nazionali/regionali.

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