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120 Efficiency & Environment - Marzo 2019 Acqua sprechi spronando gli utenti a fare un uso coscienzioso del bene. Non bastasse, al crescere della popolazione mondiale e dell’urbanizzazione, aumenta anche la domanda di acqua potabile, mentre di contro la sua disponibilità diminuisce in conseguenza dell’inquinamento, dei fenomeni di siccità e carenza idrica legati ai cambiamenti climatici e della cattiva gestione stessa. Parlando di sprechi e inefficienza, secondo dati 2017 del Blue Book di Utilitalia, su 100 litri di acqua di- stribuiti oggi in Italia se ne perdono per strada circa 39. La situazione è migliore al Nord, dove la percentuale della risor- sa sprecata scende al 29% (con punte di efficienza a Milano, dove secondo i dati Istat relativi al 2015 la media è del 16,7%), mentre al Centro e al Sud è rispettivamente del 46 e del 45%. La rete idrica italiana è vecchia, con il 60% dei tubi posati ol- tre 30 anni fa, il 25% da oltre 50 anni, e scarsi sono gli investi- Privatizzazione del settore idrico, è davvero sinonimo di efficienza? Alcuni ritengono che la gestione privata sia l’unico modello che possa sostenere i finanziamenti necessari ad ammodernare la rete, superando le inefficienze del pubblico, per altri l’acqua è un bene inalienabile da sottrarre alle logiche di profitto. L’insolubile diatriba tra acqua pubblica e privata L’ acqua è un bene, fonte di ambi- guità. Partiamo da questa con- siderazione per provare ad ana- lizzare e dirimere la contesa tra i sostenitori della privatizzazio- ne dei servizi idrici e i paladini della gestione pubblica dell’acqua. L’acqua è infatti un bene universale, definito dallo stesso ordinamento italiano come bene demaniale, diritto comune inalienabile di ogni cittadino secondo Stefano Rodotà, che non rientra pertanto né nella sfera della proprietà privata né in quella dello Stato. L’ONU stessa ha riconosciuto con risoluzione del 29 luglio 2010 il diritto all’acqua, stabilendo che ogni individuo senza discriminazioni ha ‘di- ritto di poter accedere fisicamente ed economi- camente a una quantità di acqua sufficiente e sicura’, ribadendo quindi nel 2016 che l’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale. Già in questa asserzione notiamo l’uso del termine ‘economicamente’: assicura- re l’accessibilità al bene idrico comporta infat- ti una filiera di servizi che per essere garantiti richiedono investimenti e interventi, partendo dall’estrazione, alla distribuzione, raccolta e depurazione delle acque. È peraltro un fatto ir- refragabile che l’acqua potabile sia una risorsa limitata, che rappresenta solo lo 0,001% di tutta quella presente sulla terra. Ciò impone una ge- stione attenta dell’acqua, che miri a ridurre gli Marco Zambelli Foto tratta da www.pixabay.com
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