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LA PAROLA ALLE AZIENDE AL ROBOTS ITALIA COPERTINA UNIVERSAL ROBOTS ITALIA COPERTINA UNIVERSAL PSA Group: la fabbrica del futuro è collaborativa PSA Group , secondo costruttore di automobili in Europa e produttore dei marchi Peugeot e Citroën, ha introdotto nei propri stabilimenti una serie di soluzioni innovative per incrementare la produttività e ridurre i costi di produzione, imprimendo così una decisa spinta all’ammodernamento delle linee produttive. Il progetto è rientrato in un piano che ha coinvolto i numerosi siti pro- duttivi del Gruppo e ha come obiettivo quello di sviluppare la fabbrica del futuro. SFIDA Il settore dell’automotive è sottoposto da anni alla pressione costante del mercato. L’imperativo, per ogni grande Gruppo, è quello di riuscire a garantire livelli di qualità elevati e costanti a prezzi concorrenziali. Inoltre, la spinta cre- scente a fornire prodotti personalizzati, costringe le aziende a dotarsi di soluzioni di automazione flessibili e facilmente reimpiegabili. PSA Group con i suoi 170 mila dipendenti nel mondo ha deciso di rispondere a questa sfida con un piano complessivo di ammodernamento dei propri sta- bilimenti. Il progetto ‘Plant of the Future’ si è concretizzato nello stabilimento francese di Sochaux (10 mila addetti, 40 mila veicoli prodotti all’anno) con lo sviluppo di un’applicazione, unica nel suo genere e pertanto coperta da bre- vetto, che grazie al cobot Universal Robots UR10 automatizza le operazioni di avvitatura e assemblaggio sulla scocca degli autoveicoli. SOLUZIONE PSA Group ha creato un’intelaiatura che circonda il veicolo come una griglia, sopra e su entrambi i lati. UR10 si posiziona sotto il veicolo in pro- duzione e segue un ciclo ben definito: inserisce e avvita tre viti sul lato destro e tre sul lato sinistro. Un segnale luminoso avvisa l’operatore quando l’operazione si è conclusa correttamente mentre il cobot si ritrae dalla scocca e assume la posizione operativa pronto per un altro ciclo. L’intelaia- tura viene sollevata e posta sul successivo veicolo, e il ciclo ricomincia. L’applicazione è particolarmente interessante non solo perché automatizza operazioni ripetitive e faticose come quelle di avvitatura in parti poco accessibili della scocca, ma anche perché non intralcia le attività degli addetti impegnati sulla linea nel medesimo momento. Una coesistenza possibile solo grazie alla safety native del cobot in grado di generare un incremento di produttività e migliori condizioni di lavoro per gli operatori. BENEFICI L’azienda, grazie a UR10, ha centrato gli obiettivi del piano ‘Plant of the Future’ abbassando sensibilmente i costi di produzione, migliorando la tolleranza geometrica e dimensionale dei veicoli del 10% e sollevando gli operatori da operazioni poco ergonomiche che generavano patologie muscolo scheletriche. Il cobot ha inoltre dimostrato un eccellente rendimento operativo: nessun errore di processo è stato osservato sui 40 mila veicoli prodotti a Sochaux e non sono stati segnalati guasti nel primo anno di utilizzo. PSA, dopo aver coperto con brevetto l’applicazione, ha pianificato la sua introduzione anche negli altri stabilimenti del gruppo. UR10 si posiziona sotto il veicolo in produzione e segue un ciclo ben definito: inserisce e avvita tre viti sul lato destro e tre sul lato sinistro. PSA Group ha creato un’intelaiatura che circonda il veicolo come una griglia, sopra e su entrambi i lati a esclusivo appannaggio del robot tradizionale. Accanto agli aspetti di affidabilità, produttività ed efficienza delle nostremac- chine, stiamo cercando di lavorare anche su altri aspetti legati alla cultura di fabbrica per ridisegnarne l’idea che la sottende. I cobot giungeranno a piena maturazione, infatti, solo quando la fabbrica sarà fondata sulla collaborazione e con l’uomo al centro del processo. Questo passaggio sta già accadendo, come si di- ceva poc’anzi, e la robotica collaborativa è il settore dell’automa- zione che registrerà la maggiore crescita da qui al 2025 proprio per le sue specificità. Noi lavoriamo e lavoreremo per sostenere questa evoluzione che porta a compimento il cambio di para- digma produttivo. A.O.: Ha fatto riferimento a ‘nuove professionalità’ e questo ci con- duce a un altro tema rilevante, ovvero quello del lavoro. Sono in molti a temere, anche a dispetto delle evidenze e delle recenti ricer- che, che i robot porteranno viamolti posti di lavoro. Quale è la sua posizione inmerito? Cocchi: Senza ombra di dubbio l’impatto della robotica col- laborativa sull’occupazione sarà profondo, ma, allo stesso tempo, lo potremo misurare con oggettività solo se usciamo dal ‘paradigma sostitutivo’, cioè dall’idea infondata che i robot ruberanno il lavoro alle persone. Le attività pienamente auto- matizzabili non sono più del 10% di quelle attualmente svolte, quindi i cobot non cancelleranno posti di lavoro, semplice- mente ne renderanno obsoleti alcuni creando però il bisogno di altre figure, pensare a nuove applicazioni, svolgerle e, così, migliorare i processi. Ogni ricerca condotta finora ci dice che il saldo occupazionale sarà positivo, a patto che venga istituzio- nalizzato un serio investimento nella formazione degli opera- tori all’uso di queste nuove tecnologie. La semplicità di utilizzo dellemacchine UR, infatti, non è condizione sufficiente: occorre saper intervenire sull’automazione, ma anche, ad esempio, saper interpretare i dati raccolti dal campo in maniera corretta, sviluppare strategie produttive nuove e con impatti significa- tivi sui processi. È proprio questo il cambio di paradigma a cui GENNAIO-FEBBRAIO 2019 AUTOMAZIONE OGGI 411 19

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