AO_411

GENNAIO-FEBBRAIO 2019 AUTOMAZIONE OGGI 411 132 produzione automotive (agenti chimici, vernici, calore) è possibile tenere la tracciabilità utilizzando un solo supporto. L’etichetta è progettata per essere monouso, quindi, non viene riutilizzata ma eliminata a fine produzione o lasciata sul veicolo per essere utilizza- ta per la tracciabilità anche nelle fasi di logistica dopo la produzione, ad esempio per l’i- dentificazione dell’entrata-uscita dai piazzali di parcheggio e delle fasi di carico / scarico sulle bisarche per il trasporto. L’etichetta Rfid viene applicata sulla scocca mediante un supporto di fissaggio plastico che permette una tenuta sicura e una corretta distanza con il metallo. L’etichetta ha la dimensione di un biglietto da visita ed è realizzata utilizzando un materiale resistente al calore, che permette al chip Rfid, contenuto all’interno, di non essere danneggiato anche in presenza di temperature fino a 230° e all’immersione nei bagni di trattamento della carrozzeria, contenenti sostanze chimiche aggressive. Il requisito fondamentale per l’etichetta è l’economicità. Dato il suo utilizzo singolo, il costo del tag non deve incidere eccessivamente sui costi di produzione, anche in fun- zione dell’elevatissimo numero di vetture prodotte. L’etichetta utilizzata soddisfa questi requisiti, senza sacrificare le altre caratteristiche di resistenza necessarie per la corretta affidabilità. a tracciabilità è sempre più importante e decisiva nell’industria automotive. Attual- mente ogni singolo cliente può decidere innumerevoli particolari della sua nuova auto, dalle varianti di carrozzeria e verni- ciatura delle singole parti, sino agli allesti- menti e agli optional. Per questo motivo occorre una soluzione di tracciabilità che possa percorrere tutto il ciclo di produzio- ne dell’auto, dalla lastratura al collaudo finale, passando per i vari trattamenti di verniciatura e assemblaggio. Richiesta del cliente Un’importante gruppo automobilistico te- desco ha scelto di utilizzare la tecnologia Rfid UHF passiva, per identificare le vet- ture in produzione, applicando un’appo- sita etichetta Rfid (tag) direttamente alla carrozzeria del veicolo. Originariamente venivano utilizzati dei tag Rfid sui suppor- ti che ospitavano il veicolo nelle varie fasi di lavorazione, ma dal momento che ogni fase richiede un supporto specifico, c’era il rischio di perdere la tracciabilità fra un passaggio e il successivo se l’accoppia- mento scocca/supporto non veniva cor- rettamente registrato o nel caso di disac- coppiamento della scocca dal supporto. Soluzione proposta Utilizzando, invece, un’etichetta Rfid pro- gettata per resistere a tutte le difficili con- dizioni ambientali che si incontrano nella L AUTOMAZIONE RFID AO Tracciabilità realtime nell’industria automotive Applicazione dell’etichetta Rfid alla scocca e lettura a distanza

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