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SETTEMBRE 2018 AUTOMAZIONE OGGI 408 50 AO ATTUALITÀ operai ai manager fino all’imprenditore. Da qui emergono cinque competenze principali necessarie per abilitare la tra- sformazione 4.0: applicazione del lean manufacturing 4.0, gestione della sup- ply chain digitale, cyber-security, ma- nutenzione smart e relazione persona/ macchina. E se circa il 30% delle aziende ha affermato di sentirsi preparata per affrontare l’Industria 4.0, un 24% ha ri- velato di voler mettere in essere attività di formazione del personale e l’11% di acquisire le competenze mancanti all’e- sterne. Per formare il personale, il 60%ha deciso di usufruire del credito di imposta per la formazione 4.0 o ci sta pensando, mentre il 19% ancora non conosce que- sto incentivo. La funzione HR, tuttavia, risulta scarsamente coinvolta in queste iniziative e nello sviluppo delle strategie di Industria 4.0: “Dai risultati dell’inda- gine emerge un quadro incoraggiante, con la maggior parte delle imprese che ha ormai compreso l’importanza delle competenze 4.0 e ha avviato percorsi per valutare i fabbisogni e avvalersi degli incentivi per la formazione” ha commen- tato Sergio Terzi, direttore dell’Osserva- torio Industria 4.0. “Si osserva ancora tuttavia una certa marginalità del ruolo dell’HR, mentre per costruire una mani- fattura 4.0 sostenibile dal punto di vista economico, sociale e umano, il pieno coinvolgimento di questa funzione è un passaggio fondamentale”. Dreamy: il primo passo è l’autovalutazione Punto di partenza imprescindibile per ‘avventurarsi’ nella Quarta Rivoluzione Industriale è comprendere ‘a che punto si è’. L’Osservatorio ha sviluppato un modello detto ‘Dreamy’ (Digital Readi- ness Assessment Maturity) per valutare la maturità digitale dei processi aziendali in un’ottica 4.0. “Dreamy ha già trovato impiego in più di 50 aziende italiane di diversi settori, dimensioni ed età” ha il- lustrato Marco Macchi, direttore dell’Os- servatorio Industria 4.0. “Il modello è uno strumento per guidare la trasfor- mazione digitale in azienda, individuare i processi da gestire e innovare, i fat- tori competitivi e fornire supporto alle decisioni del management”. Processo che deve essere affrontato non solo dai ‘grandi’: “Le PMI sono oggi consapevoli che il digitale rappresenta una priorità competitiva, ma non sempre riescono a sfruttarne tutte le potenzialità” è inter- venuto Miragliotta. “Definire e attuare un programma di trasformazione digi- tale richiede competenze manageriali e finanziarie che spesso mancano nelle realtà meno strutturate. Le risorse finan- ziarie rappresentano infatti una barriera per il 34% delle PMI intervistate, contro il 17% delle grandi imprese. In questo contesto diventa fondamentale il ruolo di fornitori, università, agenzie per il la- voro e associazioni territoriali, che pos- sono fornire le competenze necessarie e accompagnare le PMI nei primi passi verso la digitalizzazione”. Non solo, l’Os- servatorio Industria 4.0 ha anche confer- mato il trend di crescita delle start-up, il cui numero negli ultimi quattro anni è creciuto ogni anno del 15-20%. Sono state 215 quelle finanziate a livello in- ternazionale, nate tra il 2013 e il 2018, attive nell’ambito dell’Industria 4.0, che hanno raccolto finanziamenti per circa 2,5 miliardi di dollari, pari più o meno a 17,8 milioni di dollari per start-up. L’ad- ditive manufacturing è risultato essere l’ambito che ha attirato più investimenti (800 milioni, un terzo del totale), con una media di 37,8 milioni di dollari a start-up, superando l’Industrial IoT (600 milioni totali, 20,7 milioni in media). Le prime 10 start-up hanno raccolto da sole 1,6 miliardi di dollari. • School of Management del Politecnico di Milano www.osservatori.net Uso degli incentivi previsti dal Piano Industria 4.0 da parte delle aziende per il rinnovo degli asset Livello di conoscenza del Piano Industria 4.0 Da sinistra: Giovanni Miragliotta, Marco Macchi, Sergio Terzi, direttori dell’Osservatorio Industria 4.0

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