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SETTEMBRE 2018 AUTOMAZIONE OGGI 408 47 mostrano come la interdisciplinarietà e le tecnologie protagoniste della trasfor- mazione in chiave digitale e sostenibile siano molto pervasive e impiegate tra- sversalmente in diversi ambiti: dai servizi ai consumi, dall’industria alle costruzioni e fino ai trasporti e all’ingegnerizzazione dei processi produttivi. Ma è anche vero che un Paese che investe in innovazione non può dimenticare la sua risorsa più ‘innovativa’ e più grande: le persone. “Oggi la formazione è una delle risposte primarie a un bisogno delle aziende. Il capitale umano rappresenta un inve- stimento imprescindibile da valorizzare per le sue competenze e conoscenze tecnologiche”. Necessario quindi non è solo formare nuove professionalità, ma anche favorire il reskilling dei lavoratori più maturi, nell’ottica di una formazione continua” ha continuato Busetto. A far- gli eco Agostino Santoni, chairman Anie Digitale, “Si tratta di creare un grande progetto per mettere insieme le com- petenze delle persone che già stanno lavorando con quelle che studiano. In azienda ci sono generazioni diverse, e penso che chi riesce a farle lavorare bene insieme riesce a trovare la giusta energia, quella che genera competiti- vità e successo”. Coinvolgimento delle università, un programma congiunto industria-istituzioni e anche, come è stato sottolineato da Carlo Alberto Car- nevale Maffé, docente di Strategia d’Im- presa ed Economia Aziendale presso la SDA Bocconi School of Management, un cambiamento del modo di lavorare dove le competenze devono essere trac- ciate via cloud: “Bisogna alzare la posta. In Cina hanno inventato le zone econo- miche speciali; perché non realizziamo le zone professionali speciali? Chi lavora e studia su cloud ha trattamenti fiscali e previdenziali diversi. Su cloud tutto è tracciabile, non scappa niente. Invece di penalizzare nuove forme di coordi- namento organizzativo, propongo una zona professionale speciale a partire dai licei e dagli istituti tecnici, con l’intento di continuarne l’operatività all’università e nel mondo del lavoro, con la permanent education. La tracciabilità delle compe- tenze è essenziale”. Ma la necessità di cambiare, di avvicinare generazioni di- verse di lavoratori nella consapevolezza che i nuovi skill debbano essere formati in un contesto interdisciplinare e di tra- sparenza è ora urgente. Come sottolinea Livio Gallo, direttore infrastruttura e reti globale Enel, “Senza un cambiamento di skill non si può implementare la digita- lizzazione. C’è urgenza di cambiare gli skill. Abbiamo bisogno di manager con nuove competenze, in grado di pren- dere decisioni strategiche velocemente, in grado di coinvolgere le risorse, ispi- rare fiducia e collaborare”. E soprattutto come sottolinea il rettore del Politecnico di Milano Ferruccio Resta, “Tutto deve essere inserito all’interno di un contesto interdisciplinare, perché oggi le grandi sfide, dalla mobilità all’energia, hanno bisogno di un approccio di questo tipo”. L’intervento di Vincenzo Boccia Insomma “Occorre un intervento orga- nico di politica economica per puntare su un’industria ad alto valore aggiunto, ad alta produttività e ad alta intensità di investimento dove l’innovazione, il driver di tutto, sia la digitalizzazione. Un’industria che contribuisca a un’idea di società con persone al centro della so- cietà e imprese al centro dell’economia. Una grande convergenza per ridurre i di- vari nella società, investire sulla crescita che diventa una pre- condizione e non un fine e il fine diventa più occupazione, più giovani e più inclu- sione in una società diversa, migliore, più giusta” ha sottoline- ato il presidente di Confindustria, Vin- cenzo Boccia. “Ci sono delle priorità, legate anche al patto con la fabbrica, che sono quelle della dignità del lavoro, della cen- tralità del lavoro, della riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori italiani, un grande piano di inclusione per i giovani, una grande attenzione alle infrastrutture e poi a cascata la questione burocrazia, semplificazione temporale, tempi della giustizia e altri elementi con un’agenda di medio termine per fare cose che siano ad alto impatto sull’economia reale, sulla vita dei cittadini italiani” ha conti- nuato Boccia. Occorre quindi un salto di qualità, occorre definire grandi obiettivi. Sì quindi al lavoro a partire da quello dei giovani, e per realizzarlo si deve inve- stire sulla crescita e ridurre il debito pub- blico. Sì alle infrastrutture, sulle quali è necessario rimuovere il blocco ideolo- gico: “Abbiamo una dote di 140 miliardi di euro nei prossimi 15 anni relativa alle infrastrutture, e noi dibattiamo se farle o meno. Le infrastrutture collegano la periferia alle città, il territorio al cen- tro; sono la condizione per una società inclusiva. Chi la pensa diversamente ha in mente una società esclusiva, che esclude, allontana. Ma per noi l’Italia è centrale. Per renderla centrale si devono costruire infrastrut- ture, altrimenti siamo meno competitivi”. E ha continuato “È bene poi chiarire che l’Italia deve crescere tutta. Le grandi imprese devono diventare ancora più grandi, le medie devono di- ventare grandi e le piccole devono di- ventare medie e i pic- colissimi un po’ più grandi. Costruire un paese non divisivo è una sfida della politica e non solo nostra”. C’è necessità quindi di uno sviluppo condiviso “C’è bisogno di una politica che abbia chiaro l’interesse nazionale. Occorre senso di comunità. Ci vogliono idee forti, basate su un pensiero forte, e non divisivo”. • Anie - www.anie.it Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria

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