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SETTEMBRE 2018 AUTOMAZIONE OGGI 408 gabbia, ma qualcosa che si può toccare, testare, personalizzare. Per questo c’è grande interesse: il cobot è alla portata di tutti. Le medesime caratteristiche di semplicità, leggerezza, flessibilità appli- cativa e operative sono, assieme al fatto, ad esempio, che i nostri robot funzio- nano a 220 V, molto interessanti anche per ambiti applicativi extra industriali. Anche in questi settori notiamo una cre- scita, in ogni ambito b2b2c: media, arte, negozi, attività di marketing, realizza- zione di prodotti freschi ecc. A.O.: Quale possibilità aprono i cobot dal punto di vista sociale? Si può pensare che oltre a lavorare al fianco delle persone, e in molti casi destinare l’uomo amansioni più allettanti, siano in grado di riportare in Ita- lia attività di manodopera ora decentraliz- zata all’estero? Cocchi: Reshoring? Assolutamente sì, per una questione di flessibilità e oppor- tunità che il cobot crea. La questione è semplice: se si innesta flessibilità pro- duttiva e automazione nella propria azienda, si va a incidere su due dei prin- cipali strumenti capaci di incidere sulla competitività dell’azienda e, come tale, o mantenere la produzione ‘a casa pro- pria’ o molto spesso ‘riportarla a casa’. Un esempio classico che ci capita di os- servare è dato dalle imprese italiane che hanno più di uno stabilimento. Sempre più spesso la commessa interna va allo stabilimento con la sede in Italia anche quando negli altri Paesi il costo del la- voro è più basso. Questo accade quando la robotica collaborativa migliora i processi, aumenta la produttività e la qualità dei prodotti o dei semilavorati realizzati. La miglior qualità dei prodotti unita a costi più contenuti (dovuti anche alla riduzione degli scarti e delle rilavo- razioni) rende il medesimo prodotto più appetibile se realizzato da noi (o dalle aziende che automatizzano con i cobot) che non altrove. Questo consente, come detto, di riportare in Italia la produzione o di trattenerla, qualora si fosse valutato di aprire sedi estere. A.O.: I cobot potranno in qualche modo sopperire ad alcune figure professionali o a manodopera qualificata che ora manca? O rimarranno solo a un livello basso di manodopera? Cocchi: No, direi proprio di no. I cobot sono adatti a lavorare con l’uomo, a mi- gliorare prodotti e processi, a compiere lavori poco ergonomici per l’operatore, faticosi, a scarso valore aggiunto per liberare le competenze e le creatività delle persone che, così, possono de- dicarsi a mansioni a maggior valore aggiunto. Quello che manca oggi sono figure di robottista, specialisti in auto- mazione, programmatori di PLC, e così via. Persone capaci di avere a che fare con la tecnologia, con gli sviluppi indotti dall’IoT, dall’Industry 4.0 e, soprattutto, che sappiano lavorare con l’enorme mole di dati che queste tecnologie pro- ducono al fine di migliorare prodotti e processi. I cobot possono aiutare queste persone, sostenere lo sviluppo di queste competenze, ma non sostituirsi a loro. Dobbiamo immaginare i cobot come fossero Google o Amazon. Aziende, tec- nologie che non esistevano e che hanno indotto un cambiamento epocale nel modo di relazionarci, lavorare, svilup- pare tecnologia, creare posti di lavoro. Il cobot si appresta ad essere una solu- zione tecnologica come queste appena citate: i cambiamenti che andrà a so- stenere necessitano, e necessiteranno, di figure di lavoro nuove che, peraltro, opereranno in ambiti lavorativi migliori. In ufficio, ad esempio, a scrivere codice e meno a bordo macchina con le mani direttamente nel processo. A.O.: I cobot hanno reso la robotica ac- cessibile e adatta ad ogni tipologia di im- presa. Cosa dobbiamo aspettarci in futuro? Cocchi: Credo di poter rispondere con due parole: ‘automazione collaborativa’. Come detto e-Series è una piattaforma tecnologica che si presta a ‘sostenere’ un processo collaborativo composto, sem- pre di più da tecnologie collaborative, che si relazionano e operano anche con l’uomo, integrate tra loro. Prima, però, occorre fare un passo necessario: uscire dalla logica della ‘robotica tradizionale’, basato sui robot rigidi chiusi nelle gab- bie, e comprendere a fondo le grandi potenzialità di quella collaborativa, verso strumento intelligente nelle mani degli operatori, semplice da usare, fles- sibile e dal costo contenuto. Un robot adatto a tutti. • Universal Robots www.universal-robots.com

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