AO_407

GIUGNO-LUGLIO 2018 AUTOMAZIONE OGGI 407 41 indicate dalla normativa. Detto questo, le parole chiave di Industria 4.0 sono inter- connessione e apertura: i beni 4.0 devono essere in grado di dialogare con gli altri sistemi di produzione, oppure con quelli a monte o a valle della linea, e farlo se- condo standard universalmente ricono- sciuti ‘de jure’ o ‘de facto’”. Gamba : “Essere ‘pro’ Industria 4.0 signi- fica avere come punto di partenza la connettività. Una connettività che deve essere disponibile inprimis nell’ambiente di fabbrica come infrastruttura di rete, pronta a interfacciarsi con prodotti e macchine nati- vamente dotati di connet- tività. Dopo di che si è ‘pro’ Industria 4.0 se, sfruttando questo canale aperto dal digitale, si implementano funzionalità e soluzioni che fanno fare un passo avanti all’azienda: non basta rac- cogliere i dati, bisogna aggregarli e gestirli per poterli analizzare. E qui una tecnolo- gia chiave può essere il cloud. Così come è uno spreco avere una macchina con connettività e non usare tale opportunità per realizzare strumenti chepermettanodi gestirlameglio, anche da remoto, unendo software e HMI innovativi, come la realtà aumentata. Insomma, si tratta di investire su soluzioni, anche puntuali, anche su pic- cola scala, che però contemplino tutte le opportunità disponibili”. Seva : “Il rilevamento delle informazioni dal campo e il loro utilizzo al fine di mi- gliorare in tempo reale i processi e le produzioni: questo è tutto ciò che ora chiamiamo con il suffisso ‘4.0’. Fin dal tempo della teorizzazione della filosofia ‘Six Sigma’, si parlava di un circolo vir- tuoso chiamato ‘Dmiac’, ossia ‘Define, Measure, Analyze, Improve & Control’. Il 4.0 non è altro che l’implementazione tramite le nuove tecnologie informatiche di questo ciclo virtuoso. I prodotti e le macchine, dovranno semplificare e favo- rire questa implementazione, rendendo disponibili i loro dati interni, i parametri di processo, le misure delle variabili di processo in gioco”. Mandelli : “Prima di parlare di tecnolo- gia, dovremmo parlare di obiettivi: l’obiettivo prin- cipale di Industria 4.0 è rendere più efficiente la produzione, non compli- care i processi. Pertanto, questo deve essere lo scopo primario di prodotti, macchine e soluzioni 4.0. Ciò significa che, al di là degli aspetti tecnologici, una soluzione non sarà davvero ‘pro’ Industria 4.0 se non risponde alle caratteristiche e alle esigenze dei processi in cui si inserisce. Detto ciò, alcune caratteristiche vengono riconosciute come fondanti di qualsiasi soluzione 4.0. Tra di esse troviamo indub- biamente la digitalizzazione, che si concre- tizza in primis nella capacità di supportare o favorire l’interconnessione e di provve- dere a un’efficace raccolta e gestione dei dati. Inoltre, le produzioni 4.0 vedono un impiego sempre più diffuso di soluzioni di intelligenza periferica e possono gio- varsi di tecnologie robotiche avanzate, soluzioni di realtà aumentata o sistemi di simulazione virtuale dei processi”. Bolsi : “Le basi della moderna smart indu- stry sono le tecnologie abilitanti e a que- ste devono rifarsi i prodotti (o le soluzioni) che intendono fregiarsi dell’appellativo ‘4.0’. Tra queste, la tecnologia che prio- ritariamente, ma non certo in ordine di esclusività, viene per prima è la comuni- cazione, in quanto la fabbrica digitale in- terconnessa, come dice lo stesso termine, fa del costante flusso di dati la sua spina dorsale. L’IoT quindi rappresenta la carat- teristica primaria a cui qualsiasi prodotto o macchinario si deve rifare, e con ciòmi rife- risco anche a componenti e/o dispositivi, quali i sensori, che devono essere in grado di comunicare attraverso la rete Internet. I nostri dispositivi, per esempio, siano essi sensori o sistemi di visione, possono defi- nirsi ‘Industry 4.0 ready’ inquanto incorpo- rano a bordo non solo l’intelligenza locale, ma anche la possibilità di comunicare secondo standard, con modalità di indi- rizzamento evoluto IPv4/IPv6, utilizzando protocolli Industrial Ethernet come Profi- net, Ethernet/IP o Ethercat”. A.O.: Si stanno affacciando sul mercato le macchine ‘certificate Industria 4.0’: bufala o verità? Chi le dovrebbe certificare? Tieghi : “La legge parla chiaro: l’onere della certifica- zione ricade in capo all’ac- quirente: non esiste nessuna certificazione formalmente r i cono s c i u t a per i beni ‘Indu- stry 4.0 ready’. Detto questo, i fornitori di com- ponenti, sistemi e soluzioni possono sicu- ramente semplificare il lavoro dei clienti fornendo loro tutte le informazioni tecni- Foto tratta da www.pixabay.com Marco Gamba di Schneider Electric Francesco Tieghi di ServiTecno

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