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macchine, dove i modelli vengono realizzati con strumenti come Simulink o MapleSim, fino al li- vello di impianto e di processo, dove entrano in gioco strumenti come IndustrialPhysics. Una volta completata questa amalgama è possibile procedere alla simulazione dell’intera macchina che, grazie a una vera e propria prototipazione virtuale, viene testata nel suo complesso e rifi- nita in ufficio, prima ancora di metter piede in officina. Oltre a evitare even- tuali situazioni rischiose, poter vedere in anticipo ogni parte del sistema in combinazione con le altre, permette di identificare un eventuale errore in fase di progettazione, correggendolo prima ancora di lanciare la prima lavo- razione delle parti meccaniche. Un positivo effetto collaterale è il rispetto di tempi stringenti per la consegna della macchina al cliente, anche quando questa è una variante personalizzata o una versione particolare. “Vorrei vedere prima il suo gemello virtuale…” Dopo la fase di collaudo, in produzione, il modello complessivo continua a dimo- strare la propria utilità come ‘gemello virtuale’ della meccanica reale. Du- rante la vita della macchina, il digi- tal twin resta il metro di paragone per il sistema in produzione, che può essere confrontato direttamente e in maniera continua per verificare deviazioni dal compor- tamento ottimale e se siano dunque necessari degli interventi di ma- nu t enz i one , che possono essere op- p o r t u n ame n t e pianificati durante i fermi programmati. La produttività complessiva di una macchina, insieme al suo costo di gestione totale, può essere pertanto incrementata grazie all’uso di questa tecnica di progettazione evoluta. B&R Automazione Industriale - www.br-automation.com Combinare le parti di automazione partendo dal livello di PLC e motion con il modello fisico dei componenti meccanici e delle macchine fino al livello di impianto e di processo

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