Italia 4.0
ITALIA 4.0 2018 ci aiuta ad avere un’industria più soste- nibile, grazie all’utilizzo intelligente del- le risorse, un elemento chiave nella sfida dell’economia circolare”. L’elemento più nuovo di Industria 4.0 è stato però, per Bianchi, l’avere favorito uno sforzo comune delle imprese, del sistema della ricerca e del Governo affinché si muo- vessero tutti nella medesima direzione, mobilitando il Paese in ottica di sistema. La grande attenzione ai temi di Industria 4.0 ha inoltre risvegliato e alimentato l’interesse generale per la materialità del fare, all’interno di una fabbrica più smart e pulita che rimette al centro l’uo- mo e la materia, come spiega in conclu- sione Cavanna: “Per quanto potente, il digitale è solo uno strumento, e al cen- tro di tutto resta la materialità del ma- nufacturing, che è arte del fare dell’uo- mo. Il ferro ci sarà ad esempio sempre in una macchina, anche se poi sarà magari stampato in 3D e studiato con sofisticati sistemi di simulazione dell’impiantisti- ca”. Di fronte all’incertezza sul futuro delle misure, Bianchi infine sottolinea come non siano gli incentivi a muovere il mondo e che, lungi dal dover dipende- re dal Governo, l’alleanza tra produttori, ricerca e sindacati sui temi di Industria 4.0 deve andare avanti, a prescindere da quello che il Governo riuscirà a inserire all’interno della prossima manovra. @marcocyn Ipack IMA: “Industria 4.0 ha creato una grande fame di dati volti a misurare non solo l’efficienza della linea, ma la sua effectiveness, che è la sommatoria tra produttività, qualità e performance, il cosiddetto OEE. Già solo calcolare l’OEE significa mettere insieme sensori, sistemi di calcolo e principi di funzionamento di impianti completamente diversi”. Un lavoro alquanto complesso all’interno di un’azienda di ingegneria del settore packaging come Cavanna Packaging, che gestisce 70-80 commesse di medie dimensioni che vanno dal mezzo milione ai 10 milioni di euro. Senza dimenticare che a monte della fase di confeziona- mento sta tutto il mondo del processo, e a valle i mondi del packaging terzia- rio e della logistica. “Ognuna di queste fasi ha in genere un insieme di fornitori iperspecializzati - prosegue il CEO -, con cui è necessario creare collegamenti per misurare performance che vadano oltre l’OEE. Questo perché in futuro l’offerta vincente non sarà data solo dalla capa- cità di fornire impianti efficienti, ma dall’abilità di fare sistema e dei fornito- ri di lavorare insieme”. Proprio in tale prospettiva a maggio 2018 è nata The Innovation Alliance, evento di gran- de successo che in Fiera Milano Rho ha unito cinque fiere, dalla produzione di materie plastiche per materiali da imbal- laggio, alle macchine per packaging, alla stampa e fino al prodotto e alla logistica. Tutti mondi interconnessi da tematiche di Industry 4.0, con l’obiettivo di spinge- re le aziende a fare sistema. Ritorno alla materialità del fare Il tema della connessione delle filiere è qualcosa su cui in prospettiva occorre lavorare, dopo la spinta sul versante tec- nologico e l’attenzione alla formazio- ne delle prime due fasi di Industria 4.0. “Oltre al tema della riqualificazione del capitale umano, una seconda direzione rispetto alla quale il piano andrebbe im- plementato è sicuramente il tema delle filiere - sostiene Bianchi -, ovvero met- tere le imprese in condizione di connet- tersi con l’ambiente esterno, sia con la filiera verticale che in senso orizzontale, operazione certo più complessa da gesti- re, anche solo sul versante delle policy”. Per Bianchi il digitale offre l’opportunità di rigenerare il sistema industriale ita- liano su tre fronti: il primo è il cambia- mento dei fattori di competizione, che si spostano dal tema del costo del lavoro al porre al centro la tecnologia e il rappor- to con il cliente, con potenziali fenomeni di reshoring. “In secondo luogo, la 4.0 consente un’integrazione della fabbri- ca con il territorio - prosegue Bianchi -, portando a progetti di manifattura ur- bana come Manifattura Milano, volti a ripensare la fabbrica dentro la città dalla quale un tempo era stata esclusa perché sporca e inquinante. Infine, Industria 4.0 28
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