Italia 4.0

26 ITALIA 4.0 2018 diMarcoZambelli La trasformazionedigitalehacontribuitonegli ultimi anni a riportare ilmanifatturieroal centrodello scenarioeconomicoepoliticodel nostroPaese, restituendoalla fabbricaun’immaginepiùsmart epulita, accendendounrinnovato interesseper lamaterialitàdel faredellanostra industria L o Smart Manufacturing ha favo- rito un ritorno alla materialità del fare. I percorsi di Industria 4.0 avviati dalle imprese italiane nell’ultimo anno e mezzo, e la grande risonanza che le logiche della Smart Factory han- no avuto e stanno avendo a ogni livello, hanno riportato il dovuto rispetto nei confronti di un’industria che è il princi- pale traino del PIL del nostro Paese. La prima fase del Piano ha di fatto concen- trato gli sforzi sulla componente tecno- logica, favorendo investimenti in beni e macchinari in sostituzione di strumen- tazioni obsolete o per sciogliere colli di bottiglia sulle linee. Per molte imprese il percorso è partito da qui, ma il requisito aggiuntivo della connessione dei beni ha obbligato a occuparsi in qualche modo della trasformazione digitale anche a li- velli di gestione più alti. La seconda fase del Piano ha dispiegato maggiori risorse sul fattore competenze e capitale uma- no, indispensabile per accompagnare e sostenere qualsiasi progetto di trasfor- mazione tecnologica. Un terzo impor- tante aspetto che è stato invece ancora poco affrontato concerne quindi l’inter- connessione e l’apertura delle aziende verso l’esterno, in direzione delle filie- re industriali ma anche per cogliere le opportunità che possono venire dalla collaborazione orizzontale con altre re- altà. L’apertura al territorio e l’interesse suscitato verso i temi della Smart Factory hanno infine contribuito a restituire una immagine più pulita e accattivante alla fabbrica, portando a progetti come Ma- Artedel fare, cuoredel cambiamento nifattura Milano che riflettono su modi per riportare l’industria all’interno delle città, sull’esempio di quanto già accade in molte metropoli in tutto il mondo. Un trend che mostra come il digitale, se pu- re potente, sia solo uno strumento, che tra i suoi pregi ha anche quello di ripor- tare in primo piano la centralità delle persone e la bellezza e la curiosità per la materialità del fare, vera arte e cuore pulsante del sistema manifatturiero ita- liano. Cambiamento oltre la tecnologia Il requisito della connessione di mac- chine e beni è stato un meccanismo che all’interno del Piano Industria 4.0 ha sì aumentato la complessità degli inter- venti, ma ha altresì obbligato le aziende ad allargare il loro percorso di cambia- mento al di là del singolo macchinario. “All’interno delle misure del Piano In- dustria 4.0, l’iperammortamento è stato in particolare un incentivo che dava un doppio vantaggio - dice Andrea Bianchi, direttore politiche industriali di Confin- dustria -. Il fatto che per accedere agli incentivi non bastasse l’acquisto della macchina è stata una complicazione, ma era assolutamente l’obiettivo dell’in- tervento: il requisito della connessione ha infatti consentito di riqualificare il ciclo degli investimenti delle imprese in termini di connettività, in aggiunta al fatto di aver favorito il rinnovo dei mac- chinari”. In un anno e mezzo di attività dall’entrata in vigore della misura, Bure- au Veritas Italia ha certificato circa 200 aziende, un campione significativo che mostra come le aziende abbiano seguito

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