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Automazione in ripresa secondo i dati di Anie-AssoautomazioneERT

Di Franco Canna

Nel corso della recente fiera SPS di Parma, Anie-AssoAutomazione ha reso noti i dati rilevati dal proprio Osservatorio di mercato sul 2010. L’anno si è concluso positivamente per il comparto con un fatturato complessivo di 3.261 milioni, in crescita del 19% rispetto al 2009. Anche se il risultato registrato nel 2008 (3.806 milioni) è ancora lontano, l’inversione di tendenza è ormai evidente e i primi dati sul 2011 confermano il trend positivo.

Nel corso della presentazione, Roberto Beccalli (presidente del gruppo azionamenti elettrici) ha rilevato come la componente inverter abbia beneficiato del buon andamento del mercato dell’energia. Il boom del fotovoltaico, tuttavia, si è già in parte fermato e le aziende dovranno saper essere in grado di riconvertirsi.

Mauro Galano (gruppo HMI e software) ha evidenziato invece un recupero significativo del comparto interfacce operatore, software di supervisione e PC industriali, nell’ordine del 30%.

Oscar Milanese (gruppo PLC e I/O distribuiti) ha sottolineato che il recupero del comparto ha sostanzia lene colmato il calo del 2009. Per il 2011, anche per i PLC si conferma una forte positività, anche se ad aprile e maggio alcuni segni evidenziano una frenata della crescita vista nei primissimi mesi. Le preoccupazioni principali sono legate certamente al dopo-tsunami e alla crisi e libica. Un settore che sta dando soddisfazione, ha evidenziato Milanese, è quello del packaging, mentre il settore del legno stenta a riprendersi.

Secondo Andrea Bianchi (Gruppo Rilevamento, misura e analisi) la crisi non è finita. Ai segnali fortemente positivi provenienti da ordini e numeri fanno da contraltare alcuni elementi di incertezza, in particolare una certa “inerzia” da parte degli utenti finali sugli investimenti in ragione della ridotta visibilità sul futuro. Tra i segmenti rappresentati dal gruppo hanno fatto meglio quelli legati ai bisogni “primari”, come il packaging; meno bene quelli legati a macchinari e beni strumentali. La ripresa comunque ha avvantaggiato le aziende che hanno saputo diversificarsi geograficamente.

Per l’intero comparto la bilancia commerciale 2010 è stata negativa, con importazioni in eccedenza sulle esportazioni per un valore complessivo di circa 200 milioni di euro.

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