Eventi: l’elettrodomestico segnala fatti salienti collegati al funzionamento del dispositivo. Esempi sono la fine del ciclo di lavaggio o un’indicazione di guasto. Stato: il controllore domestico può chiedere lo stato dell’apparecchiatura per realizzare funzioni di supervisione della casa.
Comandi: l’elettrodomestico può essere controllato tramite comandi, ad esempio lo start, inizia a seguire il ciclo di lavaggio.
Autodiagnostica: ragruppa una serie di comandi pensati per gestire l’assistenza tecnica anche remota.
Identificazione: su richiesta, l’elettrodomestico invia le informazioni relative alla sua identificazione.
Abilitazione del controllo remoto: si è ritenuto fondamentale, per ragioni di sicurezza, che l’utente debba abilitare l’elettrodomestico per il controllo remoto attraverso un comando specifico.
Flessibilità
Uno degli elementi tenuti in conto nell’impostazione del lavoro di standardizzazione da parte del Gruppo è stato quello di trovare il giusto equilibrio tra una definizione precisa delle modalità e informazioni scambiate e la necessità di permettere alle singole aziende di sviluppare funzioni proprietarie. Si tratta, nell’ambito di una piattaforma comune, di garantire una vitale concorrenza basata sull’estensione delle funzioni offerte rispetto a quelle di base (interoperabili). Tale equilibrio è stato raggiunto attraverso la definizione di classi di messaggi obbligatori, opzionali e privati.
Messaggi obbligatori: sono l’insieme di informazioni che devono essere garantite dagli elettrodomestici coinvolti e costituiscono il nucleo comune, semplice, di base per l’interoperabilità.
Messaggi opzionali: sono l’insieme di informazioni, anch’esse interoperabili, che possono integrare quelle di base. Si associano normalmente alla gestione delle differenti prestazioni funzionali di ogni elettrodomestico all’interno della gamma di prodotto.
Messaggi proprietari: sono l’insieme di informazioni strettamente legati alle singole aziende o gruppi di aziende che vogliono sviluppare funzioni di tipo esclusivo normalmente non accessibili ad altre aziende concorrenti.
Problematiche legate alla sicurezza
L’elettrodomestico, per quanto riguarda l’uso, è considerato un’apparecchiatura che opera sotto sorveglianza dell’utente. Questa visione, tipica della modalità tradizionale di utilizzo degli elettrodomestici, deve essere riconsiderata con lo sviluppo delle tecnologie dell’automazione domestica. Accanto al modo tradizionale di interazione, si affiancano due nuove modalità: il controllo remoto e il telecontrollo. Per controllo remoto si intende un controllo a distanza ma sempre nell’ambito dell’ambiente domestico mentre per telecontrollo, un controllo a distanza dall’esterno dell’ambiente domestico. Le modalità di interazione e le conseguenze sugli aspetti di sicurezza sono stati elementi di discussione molto interessanti nella definizione degli scenari operativi. La conseguenza fondamentale di questa analisi è stata quella di restringere i comandi permessi rispetto a quelli resi possibili dalle tecnologie dell’automazione domestica. Inoltre, non tutti i comandi che sono stati definiti sono disponibili per tutti gli elettrodomestici. Per esempio è evidente che non è possibile ammettere un comando di accensione remota di un piano cottura, mentre deve essere possibile fare l’operazione opposta di spegnimento da lontano, ad esempio per realizzare funzioni di sicurezza. Nella Tabella sono riassunti i comandi previsti e la loro disponibilità in funzione degli elettrodomestici. Nella definizione delle problematiche legate alla sicurezza, questo gruppo di lavoro ha interagito, sempre all’interno del Ceced, con quello dedicato alla sicurezza degli elettrodomestici.
Conclusioni
I risultati raggiunti, riassunti in un documento [1], consentono di avere una buona piattaforma per l’inizio della sperimentazione, che può coinvolgere uno o più produttori, e costituiscono una guida di riferimento per potenziali sviluppi futuri. Tali sviluppi possono coinvolgere sia l’estensione degli scenari applicativi sia le funzioni coinvolte. Il gruppo di lavoro si è trovato anche concorde nel riconoscere la necessità della sperimentazione per la validazione della specifica prima di ogni ulteriore estensione. La continuazione dell’attività di standardizzazione, basata solo su un’analisi teorica degli aspetti di interoperabilità, appare inutile senza una verifica sperimentale dei risultati attuali per la difficoltà di individuare tutti gli elementi pratici collegati alla proposta sinora individuata.
Bibliografia
[1] Application Interworking Specification Application, White Goods Control and Monitoring, Application domain White Goods Version 0.11, 15 maggio 2000.