Per celebrare il 20° anniversario del suo più grande centro di ricerca al di fuori dalla Germania, il Gruppo Volkswagen ha presentato il microbus d’epoca VW Bus equipaggiato con alcune tecnologie all’avanguardia che, secondo il gruppo, saranno determinanti per il futuro del settore. Con l’obiettivo di ottimizzare la robustezza e ridurre al minimo il peso, Autodesk ha collaborato con il nuovo Innovation and Engineering Center California (IECC) di VW per la riprogettazione di diversi componenti del veicolo da esposizione ad infusione elettrica.
“Stiamo combinando il classico design Volkswagen con idee nuove e tecnologie innovative di partner collaborativi come Autodesk”, ha dichiarato Nikolai Reimer, direttore esecutivo di IECC. “E’ un’opportunità entusiasmante per vedere cosa possiamo realizzare e per creare una fantastica show car come tributo a tutto ciò in cui crediamo”.
Uno degli aspetti critici della progettazione di veicoli elettrici è trovare il modo di ridurre il peso laddove possibile, perché meno un’automobile pesa, meno energia è necessaria per metterla su strada. Inoltre, un consumo energetico più efficiente equivale a una maggiore autonomia per carica, una delle considerazioni più importanti per i consumatori nella valutazione dei veicoli elettrici.
Uno dei principali vantaggi della progettazione generativa di Fusion 360 è la capacità di realizzare pezzi più leggeri, riducendo al minimo l’uso di materiali e di massa, mantenendo elevati standard prestazionali e rispettando i vincoli ingegneristici.
Il team IECC ha applicato il generative design alle ruote del suo Microbus a 11 finestre Type 2 del 1962, ripensando completamente la struttura poiché le ruote più leggere non solo riducono il peso complessivo della vettura, ma riducono anche la resistenza al rotolamento dei pneumatici. Le nuove ruote sono del 18% più leggere di un set standard e il tempo di sviluppo complessivo, dal progetto alla produzione, è stato ridotto da un anno e mezzo a pochi mesi.
“Con il generative design è possibile creare strutture che noi, come progettisti e ingegneri non avremmo mai potuto creare altrimenti”, ha dichiarato Andrew Morandi, senior product designer del Gruppo Volkswagen. “Una delle maggiori sorprese per me è stata vedere quanto materiale si potesse rimuovere da una struttura di ruote convenzionale. Quando sono arrivati gli ultimi cerchioni, è stato come vivere la mattina di Natale. L’intero team era entusiasta nell’aprire la scatola e vedere come il tutto funzionasse”.
Il generative design è stata utilizzato nel progetto Microbus anche per ricreare l’immagine del volante, così come la struttura di supporto per la panca posteriore e i supporti degli specchietti retrovisori laterali esterni.
“Il volante non è un componente particolarmente pesante, ma è il punto di contatto principale per il guidatore. Le persone non sono abituate a toccare montanti o supporti”, ha commentato Erik Glaser, product designer principale del Gruppo Volkswagen. “Abbiamo voluto mettere un oggetto di concezione generativa in un luogo dove le persone lo toccheranno perché non solo è complesso e bello allo stesso tempo, ma può anche dare un senso di quanto possano essere robuste queste parti”.
Oltre a fungere da strumento per l’esplorazione del progetto e per la realizzazione di parti più leggere e resistenti, la tecnologia di generative design crea flussi di lavoro più rapidi che consentono ai progettisti di prendere decisioni di sviluppo più consapevoli.
“Questo progetto ci permette di testare il generative design, mostrandoci l’incredibile potenziale”, ha continuato Morandi. “Spero che tra 10-15 anni potremo vedere prodotte intere cornici con questa tecnologia rivoluzionaria. Ciò potrebbe rappresentare un profondo cambiamento all’interno delle fabbriche automobilistiche e nel modo in cui vengono prodotte le auto.”
La scorsa primavera, General Motors ha utilizzato il generative design in un progetto di fattibilità per lo sviluppo di un prototipo di sedile leggero per auto elettriche del futuro. La tecnologia sta inoltre dimostrando il suo valore nell’ottica del futuro dei viaggi spaziali. A novembre, il Jet Propulsion Laboratory della NASA ha presentato un prototipo di un lander interplanetario che potrebbe in teoria trasportare carichi utili fino a oltre 350 milioni di miglia dalla Terra.
“Oggi non siamo nemmeno in grado di comprendere fino in fondo le potenzialità del generative design. Nei prossimi anni dovremo capire come l’ingegneria umana combinata con l’intelligenza artificiale possa portare a prodotti più leggeri, intelligenti e sostenibili”, ha continuato Reimer. “Tutto ciò rivoluzionerà non solo i prodotti che realizziamo ma anche il modo in cui lavoriamo.”