Un trio di rischi legati al Covid-19 guida il 10° Allianz Risk Barometer 2021, e riflette gli sconvolgimenti causati dai lockdown, misura adottata in molti nel mondo per arginare l’epidemia di coronavirus. L’interruzione di attività (n°1 con 41% delle risposte) e lo scoppio della pandemia (n°2 con 40%) sono i principali rischi percepiti quest’anno, mentre i rischi informatici (n°3 con 40%) si collocano al terzo posto. L’indagine annuale sui rischi aziendali globali di Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS) aggrega le opinioni di 2.769 esperti, tra cui Ceo, risk manager, broker ed esperti assicurativi, provenienti da oltre 92 Paesi.
La crisi del coronavirus continua a rappresentare una minaccia immediata sia per la sicurezza individuale sia per le imprese, e lo dimostra il fatto che l’epidemia ha scalato ben 15 posizioni arrivando al 2° posto in classifica. Un rischio chiaramente sottovalutato in passato, considerando che prima del 2021 non aveva mai superato il 16° posto in questi 10 anni di Allianz Risk Barometer. Invece, nel 2021, è il rischio numero uno in 16 Paesi e fra i tre maggiori rischi in tutti i continenti e in 35 dei 38 Paesi selezionati per i quali è stata fatta un’analisi dei principali 10 rischi. Giappone, Corea del Sud e Ghana sono le uniche eccezioni. Anche altri rischi sono saliti nella classifica dell’Allianz Risk Barometer 2021, come i cambiamenti nei mercati (n°4 con il 19%), i cambiamenti macroeconomici (n°8 con il 13%) e i rischi politici (n°10 con l’11%) che sono in gran parte scenari legati all’epidemia di coronavirus. Tra i rischi in discesa figurano i cambiamenti nello scenario legislativo e regolamentare (n°5 con il 19%), le catastrofi naturali (n°6 con il 17%), gli incendi/esplosioni (n°7 con il 16%) e il cambiamento climatico (n°9 con il 13%), chiaramente superati dalle preoccupazioni legate alla pandemia.
In Italia, per la prima volta in assoluto, gli Incidenti informatici si classificano come il più importante rischio per le aziende a livello locale. L’interruzione di attività è al secondo posto e rimane una sfida fondamentale, mentre la Pandemia entra quest’anno direttamente al 3° posto.
Prima dell’epidemia di Covid-19, l’interruzione di attività (Business Interruption – BI) si era già classificata per sette volte al vertice dell’Allianz Risk Barometer e torna a quel primo posto che aveva ceduto agli incidenti informatici nel 2020. La pandemia ha dimostrato che gli eventi estremi di BI su scala globale non sono solo teorici, ma una possibilità reale, che causa perdite di ricavi e interruzioni della produzione, delle attività e delle supply chain. Il 59% degli intervistati segnala la pandemia come la causa principale della BI nel 2021, seguita dagli incidenti informatici (46%) e da catastrofi naturali e incendi ed esplosioni (circa il 30% ciascuno).
La pandemia si è aggiunta al crescente elenco di scenari di BI con danni non materiali, come i danni da cyber o i blackout energetici.
In risposta all’accresciuta vulnerabilità relativa alla BI, molte aziende puntano a costruire attività più resilienti e a ridurre il rischio nelle loro supply chain. Secondo gli intervistati dell’Allianz Risk Barometer, il miglioramento dei piani di business continuity è l’azione principale che le aziende stanno intraprendendo (62%), seguita dallo sviluppo di contratti con fornitori alternativi o multipli (45%), dall’investimento in supply chain digitali (32%) e dal miglioramento della selezione e dell’auditing dei fornitori (31%).
Secondo gli esperti di AGCS, i piani di business continuity di molte aziende sono stati rapidamente sopraffatti dal ritmo della pandemia. La pianificazione relativa alla continuità operativa deve diventare più olistica, interfunzionale e dinamica e deve monitorare e misurare gli scenari di sinistro emergenti o estremi, ed essere costantemente aggiornata testata e integrata nella strategia di un’organizzazione.
Anche se gli Incidenti informatici sono scesi al 3° posto, rimangono un rischio fondamentale per un numero di intervistati superiore a quello del 2020, e si collocano ancora tra i primi tre rischi in molti Paesi, tra cui Brasile, Francia, Germania, India, Italia, Giappone, Sudafrica, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti. La pandemia sta provocando un’accelerazione verso il lavoro da remoto e una maggiore digitalizzazione, intensificando le vulnerabilità IT. Gli incidenti di ransomware, che già erano frequenti, stanno diventando più gravi poiché prendono sempre più di mira le grandi imprese con attacchi sofisticati e ingenti casi di estorsione, come evidenziato dal recente rapporto “cyber risk trends” di AGCS.
I cambiamenti nei mercati salgono al 4° posto nella graduatoria dell’Allianz Risk Barometer di quest’anno, mentre il Covid-19 innescherà probabilmente un periodo di cambiamento e di perturbazione del mercato, sollecitando l’adozione di nuova tecnologia, portando a cambiamenti normativi, oltre ad accelerare la scomparsa di settori storici e tradizionali e dando origine a nuova concorrenza. I cambiamenti macroeconomici (n°8) e i rischi politici (n°10) tornano per la prima volta nella top 10 dal 2018, evidenziando il fatto che i disordini civili, le proteste e le rivolte sfidano il terrorismo come principale rischio per le aziende. Il numero, la portata e la durata di molti eventi recenti, tra cui le proteste del movimento Black Lives Matter, le manifestazioni anti-lockdown e i disordini intorno alle elezioni presidenziali statunitensi, sono stati eccezionali. Con l’aumento delle ricadute socioeconomiche dovute al Covid-19, è probabile che si verifichino ulteriori disordini politici e sociali, e si prevede che molti Paesi registreranno un aumento di tali situazioni nel 2021 e oltre, in particolare in Europa e nelle Americhe.
I cambiamenti nello scenario legislativo e regolamentare scendono dal 3° al 5° posto rispetto all’anno precedente. Le catastrofi naturali scendono dal 6° al 4° posto e questo sottolinea il fatto che, sebbene le perdite aggregate di molteplici eventi minori come incendi, o eventi atmosferici violenti, abbiano comunque portato a devastazioni diffuse e a ingenti perdite nel 2020, è stato anche il terzo anno consecutivo senza un solo grande evento come, ad esempio, l’uragano Harvey nel 2017. Anche il cambiamento climatico è sceso, ed è ora al 9° posto. Tuttavia, la necessità di combattere i cambiamenti climatici rimane più importante che mai, dato che il 2020 è stato l’anno più caldo mai registrato.