Il settore alimentare – food&beverage in Italia è dinamico e costantemente in crescita e, al contempo, tra i più complessi. Infatti è caratterizzato da un grande numero di aziende: 1,3 milioni di imprese e 3,6 milioni di addetti impegnati nella produzione e nella distribuzione di molteplici prodotti. Secondo gli ultimi dati di Federalimentare, nel 2023 il fatturato complessivo ha superato i 600 miliardi di euro, il 31,8% del PIL italiano.
Tanta complessità necessita di una gestione capace di superare la sfida della competitività e il capo di gioco è l’IT
“Le filiere alimentari del Made in Italy” spiega Marcello Burzi, senior manager e referente per l’industry food&beverage di Alfa Sistemi Group di Udine “rischiano di perdere valore. E in questo valore, oggi più che mai, a contare ci sono i dati. Solo con una gestione efficiente, veloce e ottimizzata dei sistemi informativi si resta competitivi. Del resto, questo settore industriale, per le piccole e medie imprese, è caratterizzato da margini medio-bassi e dal legame forte con i grandi distributori. Per rispondere alla richiesta di volumi alti, occorre abbracciare le opportunità offerte dall’innovazione tecnologica”.
Burzi è l’esperto del settore per Alfa Sistemi, gruppo tech udinese fondato da Ferruccio Meroi, che offre soluzioni applicative e di digital transformation, in partnership con Oracle.
L’azienda ha sviluppato le linee guida per ottimizzare i processi in ambito food, i cui temi principali, come spiega Burzi, sono:
“tracciabilità, qualità, efficienza produttiva e legami con la GDO (Grande distribuzione organizzata)“.
Alfa Sistemi opera nel settore del digital manufacturing e dell’IoT (Internet of Things), con Tempestive, controllata di Pordenone, di recente acquisita in seno al gruppo.
“Abbiamo disponibili soluzioni come i sistemi Mep (Manufacturing execution system) e MOM (Manufacturing operations management), che rendono più semplice monitorare ogni fase della produzione”.
Nel caso della tracciabilità, è fondamentale anticipare, per tempo, le necessità del prossimo futuro
“Da gennaio 2025 sarà operativo il nuovo regolamento europeo che coinvolge soprattutto i produttori che usano materie prime come il cacao, la soia, l’olio di palma, il caffè. Sarà necessario che i produttori seguano protocolli specifici sulla provenienza di tali materie prime, assicurando di non sfruttare aree a rischio deforestazione. Nei prossimi mesi e anni, inoltre, sarà proprio la sostenibilità uno dei temi principali da seguire, visto che progressivamente i regolamenti europei e nazionali diventeranno pienamente operativi”.
“I sistemi gestionali che implementiamo sono in grado di tracciare la filiera allargata: in questo modo i nostri clienti possono anticipare i requisiti normativi e differenziarsi sul mercato. Sul fronte della qualità, inoltre, è possibile includere nei sistemi gestionali anche i test e le campionature effettuate durante la ricezione merci e la produzione: un modo in più per qualificare e ottimizzare i processi interni e per assicurare operazioni rapide ed ineccepibili, come richiesto, ad esempio, dai rapporti contrattuali con la GDO”.
Quando, infatti, un piccolo produttore – e il Made in Italy è formato proprio da micro-aziende territoriali e specializzate, spesso di nicchia – si interfaccia con i giganti della distribuzione, la complessità aumenta in ogni fase produttiva e distributiva.
“Non basta più un sistema tradizionale” spiega Burzi “perché occorre prendere decisioni veloci ed efficienti. Il piccolo produttore, insomma, deve comportarsi come un grande industriale manifatturiero, un interlocutore intenzionato a non sprecare mai valore”.
Sfide simili si pongono per la ristorazione collettiva, che nell’ambito alimentare è un comparto rilevante
Le gare pubbliche e gli appalti privati diventano sempre più articolati e rigorosi. In questo caso occorre gestire la sicurezza alimentare, le ricette nelle decine di varianti, la qualità certificata delle materie prime, la costificazione e il pricing dei contratti. La complessità cresce continuamente.
Per un settore così centrale nell’economia, e così prezioso anche a livello sociale, la chiave è agire utilizzando i dati e i sistemi informativi, per prendere le decisioni aziendali.
Ne è convinto Burzi:
“Le campagne di Industry 4.0 hanno migliorato la fabbrica con successo. Oggi che l’automatizzazione produttiva è realtà, i sistemi informativi gestionali devono essere aggiornati proprio per garantire una piena integrazione tra la fabbrica e il back-office: devono procedere di pari passo. Solo così si può vincere la sfida della competitività. La chiave è coniugare “giusta tecnologia e giusto partner”: non solo soluzioni avanzate ma supporto professionale, personalizzato e orientato alla crescita”.
Fonte foto Pixabay_geralt