Verificare quanto sono ad oggi diffuse le tecnologie 4.0 tra le imprese di Emilia-Romagna e Marche, con particolare attenzione a come si sta evolvendo il processo di trasferimento tecnologico e con un focus ai temi della transizione green. Questi gli obiettivi del quarto appuntamento annuale con l’Osservatorio Industria 4.0 – Soluzioni e Tecnologie per le imprese organizzato da BI-REX e Intesa Sanpaolo, tenutosi presso la sede del Competence Center bolognese. Un appuntamento nel quale sono stati illustrati i risultati di un’indagine condotta su oltre mille aziende manifatturiere e dei servizi su scala nazionale, nel caso specifico con focus particolare sul tessuto emiliano-romagnolo.
Dopo l’apertura dei lavori da parte del direttore generale BI-REX Stefano Cattorini e della direttrice regionale Emilia-Romagna e Marche Intesa Sanpaolo Alessandra Florio, a presentare i risultati dell’Osservatorio Industria 4.0 hanno provveduto Giovanni Foresti, Serena Fumagalli e Sara Giusti, economisti del Research Department di Intesa Sanpaolo. A seguire Luigi Zucchelli, direttore del Consorzio Nazionale servizi, ha evidenziato come “i progetti di ricerca realizzati con Bi-REX siano funzionali a mantenere alta la competitività del Consorzio, dei soci e della filiera, in un contesto in costante trasformazione”.
A illustrare agli imprenditori e rappresentanti aziendali presenti la Linea Pilota BI-REX ha poi provveduto il responsabile della stessa, Francesco Meoni. Una visita alla fabbrica digitale del futuro che integra le tecnologie più innovative con quelle tradizionali in un ambiente interconnesso che ha consentito alle aziende partecipanti di toccare con mano le diverse macchine operative delle quattro diverse aree (Big Data, Additive Manufacturing, Robotica, Smart Manufacturing).
“Siamo orgogliosi di essere tra i soci fondatori di Bi-Rex con il quale ormai da anni sviluppiamo una serie di iniziative per favorire i processi di trasferimento tecnologico tra mondo della ricerca e imprese – ha sottolineato Alessandra Florio, direttrice regionale Emilia-Romagna e Marche Intesa Sanpaolo -. Il nostro obiettivo è sostenere le nostre imprese nel cogliere le opportunità create dalle trasformazioni in atto. Nei primi nove mesi di quest’anno abbiamo erogato alle imprese dell’Emilia-Romagna 900 milioni di euro di nuovi finanziamenti e con il programma “Il tuo futuro è la nostra impresa” mettiamo loro a disposizione 10 miliardi di euro per Transizione 5.0 ed energia, sviluppo internazionale e digitale”.
“La quarta edizione dell’Osservatorio Industria 4.0 testimonia l’importanza di una iniziativa di grande successo, implementata in collaborazione con Intesa Sanpaolo, che cresce e si rafforza anno dopo anno – dichiara Stefano Cattorini, direttore generale di BI-REX -. In particolare, in questa occasione l’Osservatorio ha sperimentato un ulteriore salto di qualità, arricchendosi di novità molto rilevanti: innanzitutto, il coinvolgimento del campione di aziende che è avvenuto su scala nazionale e non più regionale, e che ha quindi comportato un notevole ampliamento del raggio d’azione; in secondo luogo, l’estensione dell’iniziativa anche da un punto di vista territoriale, dal momento che l’appuntamento sarà replicato nei prossimi mesi anche in Sicilia e in Calabria, a seguito dell’apertura della seconda sede BI-REX a Palermo. Tutto ciò ci rende particolarmente orgogliosi, a dimostrazione del lavoro svolto dal nostro Competence Center a vantaggio del tessuto industriale e dell’intero sistema Paese”.
Ecco quanto emerso dal 4° Osservatorio ISP-BI-REX, una prima mappatura sulla doppia transizione digitale e green a cura del Research Department Intesa Sanpaolo
SI CONFERMA UNA BUONA DIFFUSIONE DELLE TECNOLOGIE 4.0
Alla nuova edizione dell’indagine lanciata a metà settembre hanno aderito 225 imprese localizzate in Emilia-Romagna o nelle Marche. Circa tre quarti delle imprese delle due regioni adotta tecnologie 4.0, con punte del 90% per le realtà più grandi e oltre l’80% tra chi è specializzato nell’elettronica ed elettrotecnica. Anche tra le aziende più piccole si rileva un buon grado di diffusione del 4.0: più del 60% dichiara infatti di adottare almeno una tecnologia.
Tra le tecnologie più utilizzate spicca la robotica (49%), l’archiviazione, trasmissione e analisi dati (38%), il cloud computing (34%) e i magazzini automatizzati (33%). L’adozione di soluzioni più di frontiera come l’intelligenza artificiale è meno diffusa (meno del 10%) ed è applicata soprattutto nelle fasi di produzione e di ricerca e sviluppo.
Si tratta di un fenomeno recente, che si è affermato negli ultimi anni, grazie anche a efficaci interventi di politica industriale: nel periodo 2020-2024 il 71% del campione ha indicato di aver introdotto o potenziato misure 4.0 per supportare il processo di automazione e digitalizzazione anche con tecnologie sempre più evolute.
I principali obiettivi raggiunti grazie al 4.0 sono molteplici; tende a prevalere l’ottimizzazione dei processi: il 70% delle imprese dichiara di averne efficientato il controllo e l’automazione e più della metà di aver aumentato la velocità di produzione. Inoltre, il 64,3% dichiara di avere avuto una riduzione dei consumi di energia.
Per accompagnare l’adozione di soluzioni 4.0, circa la metà delle imprese ha rivisto o intende rivedere (nel prossimo biennio) la propria struttura organizzativa (si sale al 60% tra le medio-grandi), mentre una quota più limitata è intervenuta (o intende farlo a breve) sul proprio modello di business (30%). La propensione ad attuare queste modifiche è maggiore quando la figura responsabile dell’implementazione di tecnologia in azienda è un profilo manageriale.
I PRINCIPALI PARTNER NEL PROCESSO DI ADOZIONE DEL 4.0
I soggetti che più accompagnano le aziende nell’adozione di tecnologie 4.0 sono principalmente i fornitori di tecnologie (81%) o di impianti e macchinari (72%), con minime differenze per classi dimensionali. Seguono a distanza i consulenti (27%) e i clienti (12%); ancora limitata la percentuale di imprese che si relazionano con università e competence center.
Per la maggior parte dei soggetti la relazione riguarda l’acquisto di tecnologia (66%); seguono formazione, consulenza e orientamento, indicati da circa un’impresa su tre. Spicca il ruolo del territorio: il 64% dei partner si trovano infatti nella stessa regione di operatività delle imprese intervistate che dichiarano anche un buon apprezzamento rispetto alle relazioni instaurate.
Emergono però alcune criticità: tendono a prevalere relazioni di trasferimento occasionali; vengono poi segnalati costi elevati, difficoltà di coordinamento e lunghezza dei tempi.
PER LA PRIMA VOLTA UN’ANALISI SUL POSIZIONAMENTO 5.0
Per la prima volta è stata approfondita dall’Osservatorio la tematica di come le imprese stanno affrontando la transizione green. Le strategie più diffuse riguardano l’utilizzo di tecnologie più efficienti per ridurre il consumo di energia (indicate dal 47% delle imprese) e l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili (45%) che, insieme ai sistemi di gestione e monitoraggio dei consumi energetici (26%) e all’isolamento termico (8%), rappresentano anche azioni specifiche/propedeutiche per supportare il processo di Transizione 5.0.
Dall’incrocio tra propensione al digitale e intensità green, è stato possibile realizzare una prima mappatura del posizionamento 5.0: il 18% delle imprese del campione è ben avviato verso il processo di Transizione 5.0. Emerge, però, un 41% di imprese che evidenzia un ritardo su entrambi i fronti.
Se per l’introduzione di tecnologia si sono osservate iniziative sul capitale umano rilevanti soprattutto in termini di formazione (61% per la formazione sui processi produttivi), per l’implementazione di strategie green emerge un impegno ancora poco strutturato (circa il 30% dichiara di non aver attuato nessuna azione) e maggiormente orientato al ricorso a soggetti esterni (33%), come ad esempio i consulenti energetici.
LE PROSPETTIVE
Nel biennio in corso (2024-2025) un’impresa su quattro dichiara che realizzerà investimenti 5.0. Più in particolare, solo il 10% dei rispondenti sostiene di aver rivisto al rialzo i propri piani di investimento in seguito alla presenza di crediti di imposta a favore di transizione 5.0. Inoltre, un terzo degli intervistati dichiara che non farà investimenti 5.0. A prevalere dunque è l’incertezza, con una quota del 39% che ancora non sa se realizzerà questa tipologia di investimenti. Sono più indecise le imprese poco digitalizzate (41%) o che ancora non hanno implementato soluzioni 4.0 (47%). Su queste percentuali, almeno finora, può aver pesato la complessità dell’incentivo.
Nel prossimo triennio resterà alto l’impegno in innovazione, green e capitale umano: tra le strategie adottate il 44% delle imprese si orienterà verso la ricerca e sviluppo, il 37% in investimenti in ottica green e il 35% in formazione. L’impegno su questi fronti è particolarmente elevato tra le imprese giù più evolute in ottica digitale e green.